venerdì 23 dicembre 2011

Auguri 2011

Valore

Considero valore ogni forma di vita, la neve, la mosca.
Considero valore il regno minerale,
l'assemblea delle stelle....
Erri De Luca



Ringrazio Assunta per avermi segnalato questo bellissimo augurio tratto dalla poesia Valore di Erri De Luca.

martedì 20 dicembre 2011

Come l'empatia e le relazioni sociali creano business

Un caro amico mi ha consigliato di scrivere questo pezzo, dopo aver toccato con mano (beh, direi più tramite email) come l’amicizia crei una rete empatica che possa generare una rete di connessioni professionali. Siamo sempre condizionati dalle esperienze negative di chi, mettendosi in società con un amico, abbia poi rovinato tutto, legame personale compreso. “Il rapporto societario è difatti regolato dalla testa, quello di amicizia dal cuore”, spiega il web . Noi corriamo dietro ad un capo per farci notare, collezioniamo lettere di raccomandazioni, ma ci scordiamo che i migliori venditori della nostra vita, dopo noi stessi, sono gli amici. Loro conoscono meglio alcuni lati del nostro carattere, che noi stessi rifiutiamo di vedere, che potrebbero rendere una scelta professionale più consona, o lontana, al nostro modo di essere. Ricordiamoci di loro quando sono in difficoltà, segnalando offerte di lavoro e siti web su cui affidare una buona ricerca. Anche questo è un modo per tenerci strette le persone che contano per noi, che rischiamo di perdere a causa delle priorità che si rimescolano in questo periodo difficile. 

Per questo, ad accompagnare i migliori auguri a voi per un sereno Natale, allego questo pensiero rivolto a chi vi sta a fianco, a volte stampella per sorreggervi e bicchiere di cristallo per brindare ai vostri successi. Auguri e grazie… a Tiziano e agli Amici di tutti noi.
Gila

domenica 18 dicembre 2011

Credere nell’uomo

“Il rivoluzionario crede nell'uomo, negli esseri umani. Chi non crede nell'essere umano, non è rivoluzionario” (Fidel Castro). 

La rivoluzione più grande è proprio questa, credere nelle persone e nelle loro potenzialità, nella loro capacità di rendere diverse le cose, di cambiarle, sostituirle, farle crescere. 
L’immobilismo rende tutto apatico e privo di senso e considerazione perché si smette di credere nelle persone e in quello che sanno e vogliono fare. 

A volte incontro persone che si rifiutano di ammettere le capacità di altri: chiuse nel loro egoismo e nella loro mancanza di umiltà pensano che nessuno possa insegnare loro qualcosa. Sentirsi arrivati è triste perché rende tutte le relazioni assolutamente vuote del loro significato più profondo: poter dare e ricevere qualcosa. 

In realtà chi si sente capace solo di commisurarsi con se stesso è spesso privo di iniziativa e vede il mediocre negli altri per non vederlo in sé. Non ci si può chiudere in se stessi basandoci solo sul semplice fatto di pensarsi unici. La grandezza delle relazioni consiste proprio nell’unicità e nell’irripetibilità di ognuno di noi perché proprio per questo diventiamo una miniera inesplorata di insegnamenti. Questo vale in famiglia, tra gli amici come in azienda: imparare a guardare che esiste qualcosa al di fuori di noi è fondamentale a meno che non ci sentiamo così ricchi da voler escludere il mondo intero, ma vi assicuro da quello che vedo e sento porta solo tanta tristezza e solitudine e non ne vale proprio la pena. 

Credere nell’altro è il principio per credere in se stessi e anche se costa una buona dose di umiltà. Ne vale proprio la pena.

giovedì 15 dicembre 2011

Pensiero del fine settimana


“Un tempo gli operai non erano servi. Lavoravano. Coltivavano un onore, assoluto, come si addice a un onore. La gamba di una sedia doveva essere ben fatta. Era naturale, era inteso. Era un primato. Non occorreva che fosse ben fatta per il salario o in modo proporzionale al salario. Non doveva essere ben fatta per il padrone, né per gli intenditori, né per i clienti del padrone. Doveva essere ben fatta per sé, in sé, nella sua stessa natura. Esigevano che quella gamba fosse ben fatta. E ogni parte della sedia che non si vedeva era lavorata con la medesima perfezione delle parti che si vedevano. Secondo lo stesso principio con cui costruivano le cattedrali. Non si trattava di essere visti o di non essere visti. Era il lavoro in sé che doveva essere ben fatto”.


Questo pensiero del fine settimana mi è stato suggerito da Renata che ringrazio e saluto


martedì 13 dicembre 2011

Stringere i denti

Sapevate che stringendo i denti si può sentire? Sembra impossibile che lo si possa fare con i denti eppure ai giovani sommergibilisti durante la seconda guerra mondiale veniva insegnato di tenere una chiave inglese stretta tra i denti e appoggiata alle paratie per sentire le vibrazioni di navi nemiche.

Nella crisi si dice sia fondamentale stringere i denti, come i gorilla che digrignandoli rivendicando il loro territorio e la loro supremazia. A volte per rendersi conto del livello di aggressività delle persone è sufficiente osservare come masticano il chewing-gum o come, quando leggono il giornale, non rilassino la mascella. Irrigidirsi ed essere aggressivi porta solo a farsi del male e a fare rivivere dentro case e uffici una giungla dalla quale l’uomo è uscito millenni fa. Stringere i denti non risolve i problemi, ma crea solo ansia, tensione e risveglia stati primordiali.

Come uscirne: rilassandoci. Non siamo su un sottomarino e non rischiamo la vita. Gli antichi samurai prima della battaglia meditavano e in questo modo aumentavano la loro capacità di cogliere tutti i segnali che potevano provenire dal combattimento: si dice addirittura che questo permettesse loro di anticipare le mosse dell’avversario. Affrontare le cose con maggiore calma e lucidità ci permette di essere più attenti e reattivi anche alle vibrazioni di una chiave inglese.

domenica 11 dicembre 2011

Cambiamento e speranze

In questi giorni i cambiamenti ai vertici della politica hanno riaperto vecchie ferite e riacceso nuove speranze. Chissà perché l’uomo, sempre poco incline ai cambiamenti, ma fisso nella sua necessità di stabilità, quando avvengono dei mutamenti intorno a lui colga segni di speranza. La necessità di migliorare, innata nelle persone spinge a ricercare sempre e comunque un fondo di ottimismo e a fronte di scontentezze e delusioni la speranza si riaccende come qualcosa di infinitamente necessaria per approdare da qualche parte. La speranza è qualcosa da fare crescere, alimentare, sostenere perché sarà la base sulla quale costruire la nostra tranquillità del domani: chi non spera non vede futuro, ma una storia fatta di dolore. La speranza ci insegna a cambiare accettando la possibilità di essere diversi e migliori: dietro ogni catastrofe c’è sempre stato questo insegnamento. 

Cambiare è possibile bisogna crederci, ma soprattutto bisogna credere che anche le cose possano cambiare attraverso il nostro piccolo lavoro quotidiano e i nostri sforzi.

mercoledì 7 dicembre 2011

Ama il prossimo tuo: team building

In un’antica disputa Akivà, un saggio rabbino sosteneva che il principio fondamentale della Torà fosse: “Ama il prossimo tuo come te stesso”. 
Al contrario, un altro rabbino, Ben Azai, era convinto che il fulcro di tutta la Torà fosse nella frase “a immagine di Dio lo creò (Genesi 5:1)”. Quest’ultimo, infatti, riteneva che la profonda incapacità di molte persone ad amare veramente se stesse portasse come conseguenza la relativa impossibilità ad amare gli altri.

Le persone che incontro in azienda sono spesso invidiose le une delle altre, le gelosie bloccano lo spirito di collaborazione alimentando l’arrivismo e la difesa ad oltranza dei propri spazi e dei propri territori. 
Questi comportamenti evidenziano come l’uomo a volte sia incapace di amare se stesso e di vedere nella competizione, che è normale nella vita, una possibilità di crescita e non di rivalsa. Quando siamo troppo attaccati a noi stessi e al nostro ruolo non ci amiamo perché non ci permettiamo di imparare: a volte la scusante è che lo si fa per il bene dell’azienda. 
Ma quale guadagno ci può essere nell’essere uno contro l’altro? Ed è per questo che la richiesta di corsi sul team bulding è sempre crescente: lo scopo non è aiutare alla costruzione di un gruppo, ma aiutare i singoli a ritrovare pace in se stessi e a relazionarsi in modo diverso e più costruttivo. A volte basta poco, un po’ di pazienza, attenzione, una comunicazione più efficace e soprattutto il non mettersi al centro del mondo. 
Vedere nell’altro qualcosa di buono aiuta: vi assicuro che qualcosa di buono c’è veramente in tutti, ma bisogna volerlo trovare!

domenica 4 dicembre 2011

Leadership: luci ed ombre

Mai come di questi tempi si sente parlare della necessità di una leadership forte capace di risolvere i problemi. 
Ma cosa è la leadership e quali caratteristiche deve avere un leader? 
Come lo si riconosce e sopratutto la leadership è innata e dura per sempre? 

Nel mondo aziendale, dove la necessità di capi che sappiano rispondere alle esigenze delle imprese in modo rapido e continuativo è molto forte, queste sono le domande di sempre.

Ne parlo nel mio ultimo articolo su Brainfactor

giovedì 1 dicembre 2011

Pensiero del fine settimana

"Coloro che vogliono essere leader 
ma non lo sono, dicono le cose. 
I bravi leader le spiegano. 
I leader ancora migliori le dimostrano. 
I grandi leader le ispirano"
(Anonimo)

lunedì 28 novembre 2011

I primi passi di un direttore vendite


Una segnalazione: sul n. 12 della rivista Vendere di Più,  ora in edicola, a p. 50 trovate il mio articolo "I primi passi di un direttore vendite". Per leggerlo cliccate qui.

venerdì 25 novembre 2011

Pensiero del fine settimana

"Il mezzo può essere paragonato a un seme, il fine a un albero; 
e tra mezzo e fine vi è esattamente 
lo stesso inviolabile nesso che c'è tra seme e albero".

martedì 22 novembre 2011

Sindrome da burnout e counseling

Il 17 novembre scorso, Corriere Salute pubblica un articolo dal titolo “Dimmi come lavori e ti dirò se (e come) ti “esaurirai”
Nel mio blog avevo già toccato diverso tempo fa l’argomento sindrome da burnout e anche dagli incontri di counseling con persone sotto stress mi accorgo che il fenomeno è in preoccupante ascesa.

La ricerca evidenzia come incomincino ad esistere delle vere e proprie caratterizzazioni: questo significa che vari gruppi di persone siano riconducibili alla sindrome da burnout sulla base di elementi comuni. 
Anche la psicologia, da quanto emerge in questo articolo, sottolinea che affetti e situazioni stabili che fungendo da airbag permettano il riequilibrio nella persona.

Sul posto di lavoro il benessere della persona è fondamentale e per questo ritengo che il counseling sia un ottimo strumento di prevenzione affiancando la persona alla risoluzione dei piccoli problemi della quotidianità e sostenendola nella ricerca di spazi per sé stessa fatti anche di piccole autogratificazioni.

Quello che mi spaventa è che la sindrome da burnout non faccia distinzioni e che quindi possa colpire tutti indistintamente: per questo credo sia importante saperla prevenire attraverso azioni mirate e tanta voglia di crescita personale.

domenica 20 novembre 2011

Il vento fa il suo giro



"Il vento fa il suo giro": sembra un detto zen, invece è anche il titolo di un interessante film del quale voglio parlarvi oggi.

Siamo in un piccolo paesino semi abbandonato della Val Maira (Cuneo) che si ripopola solo per il breve periodo delle vacanze estive. Teatro di furti continui e di decadenti case solitarie rimane la roccaforte dei pochi abitanti che sono poco propensi ad accettare estranei che si vogliono stabilire da loro. E’ il caso di un pastore di capre, proveniente dalla vicina Francia che con moglie e figli vuole iniziare a produrre formaggio in paese. Nonostante l'aspetto “montanaro” del francese la diffidenza del villaggio è molto forte e il sindaco fatica non poco per trovargli casa, stalla e campi su cui far pascolare le sue capre: tutto sembra funzionare, ma alla fine pregiudizi e chiusure mentali prevalgono su ogni buon proposito.

E' un film bello e interessante, aspro come le montagne in cui si svolge, ritorto come le curve che portano al paese. I diversi personaggi (impersonati per la maggior parte da attori non professionisti del posto) si incontrano e scontrano sul piano della tolleranza, della cultura, delle lingue, ma soprattutto delle invidie e delle rotture di equilibri consolidati.

Un pastore idealista e egoista da una parte, una moglie che sente sfuggire gli anni, un musicista alla ricerca di se stesso, il "matto del paese" e un sindaco con tanta voglia di fare si incrociano per poi allontanarsi.

Rimane alla fine un giovane che dalla valle, dove il padre si è trasferito per aprire una stalla nuova e moderna, riaccende il fuoco nella vecchia casa dei nonni in alta montagna. E' una piccola fiamma che apre al ritorno, al cambiamento, che rompe gli schemi con un sorriso: mentre tutti partono e qualcuno muore lui torna là dove tutto, nella sua famiglia, ha preso inizio, e "il vento fa suo giro"...

giovedì 17 novembre 2011

martedì 15 novembre 2011

Lo psicologo scende in negozio

Il disagio è tanto, le tensioni si fanno sentire e le persone hanno bisogno di ascolto e soluzioni: questo trasforma la vita normale in una specie di trincea e, a quanto pare, gli psicologi se ne sono accorti (Qui trovate la notizia a cui faccio riferimento).

Con il counseling, come sapete, mi occupo di ricerca del benessere e non di disagio e patologie, tuttavia non posso che essere felice di una simile iniziativa che fa finalmente uscire dagli studi e dagli stereotipi degli psicologi in doppiopetto che abbiamo sempre visto al cinema, l’aiuto autentico verso chi non si sarebbe mai sognato di suonare il campanello di un analista.

L’iniziativa mi piace anche perché riporta la psicologia ad una dimensione più umana, a mio avviso più vicina al suo scopo concreto: quello di aiutare le persone. E se Maometto non va alla montagna...

domenica 13 novembre 2011

Cos'è il Counseling e a cosa serve

L’associazione UCM (United Cultures of Milano)  nel progetto “PassaParola” all’interno del ciclo di incontri “Conosci te stesso” mi ha chiesto di fare da relatore in una serata per presentare l’attività di Counseling.

L’incontro, dal titolo “Il Counseling cos’è e a cosa serve”, è martedì 22/11/11 alle ore 20:30 presso la Sala comunale “Colmegna”, Piazza Volta Lomazzo (CO). L’ingresso è gratuito

Per info: Claudia 329 0256408
info@united-cultures.org

Vi aspetto come sempre molto numerosi

martedì 8 novembre 2011

Counseling e Nemawashi

Nemawashi (根回し) nella cultura giapponese è quel "processo informale che silenziosamente sostiene le fondamenta di qualche cambiamento o progetto pianificato, parlando con le persone che se ne occupano, dando loro supporto e consigli, in maniera continuativa".

È considerato un elemento importante in ogni grande cambiamento prima che ogni passo formale venga effettuato, ed il Nemawashi di successo permette cambiamenti effettuati con il consenso di tutte le parti.

Nemawashi letteralmente si traduce con “lavorare attorno alle radici”, dalle parole 根 (ne, radice) e 回す (mawasu, muoversi intorno qualcosa).

Il suo significato originale era letterale: scavare attorno alle radici di un albero, prepararlo ad essere trapiantato.

Il counseling è un processo simile al Nemawashi: si lavora intorno alle aspirazioni delle persone, alle loro necessità, ai loro desideri. Il processo formativo poi passa al cambiamento e alla valutazione molto realistica delle proprie abilità, capacità e possibilità di imparare nel tempo.

La persona è un albero che cresce, se lavoriamo dalle radici abbiamo la possibilità che cresca meglio e più forte: in tempi difficili come questi, tutti abbiamo bisogno di radici forti per poterci meglio adattare alle situazioni e ai cambiamenti.

domenica 6 novembre 2011

Samurai Lab su “Crescita personale”

Crescita personale è un sito web che che aggrega contenuti, persone, aziende e professionisti su diversi temi di taglio psicologico (counseling, coaching, comunicazione pnl ed altri argomenti utili al miglioramento delle prestazioni professionali e non solo).
Sono stato intervistato dalla loro Redazione e qui potete leggere l’articolo.

giovedì 3 novembre 2011

Pensiero del fine settimana

"Sarebbero necessarie dosi minori di analgesici, di sonniferi, di tranquillanti e magari di insulina nei diabetici se i pazienti potessero essere ascoltati; alleggerendo la loro solitudine che esaspera e aggrava ogni condizione di sofferenza psicologica ma anche di malattia". 


Questo "pensiero del fine settimana" mi è stato suggerito dall'amico e collega Massimo Ferrario che ringrazio.

martedì 25 ottobre 2011

SIN e BrainFactor: E-book "L'Agenda del Cervello"

In occasione del congresso della Società Italiana di Neurologia (SIN), che si svolgerà a Torino dal 22 al 25 Ottobre, BrainFactor ha pubblicato l'e-book "L'Agenda del Cervello", con prefazione del presidente SIN Prof. Antonio Federico che raccoglie, fra gli altri, anche i miei articoli "Relazione d’aiuto, solidarietà e piani di azione" e "Solidarietà, specchio dell’anima" scritti in l'occasione della "Settimana del cervello".

L'e-book è scaricabile direttamente dal sito BrainFactor

Sono molto contento di questa iniziativa e ringrazio Marco Mozzoni e Alessandra Gilardini per la rinnovata stima e fiducia.

domenica 23 ottobre 2011

Ascoltare? 5 ways to listen better

E se per ascoltare meglio dovessimo imparare ad utilizzare il nostro cervello come un mixer? Il trucco è escludere ciò che non ci interessa diminuendone il volume e alzare invece quello di ciò che ci interessa.

Questo è solo uno dei vari consigli che Julian Treasure, esperto di comunicazione, propone nel suo intervento "5 ways to listen better" a Ted Conference.

Un video breve, dura meno di 8 minuti, nel quale ci dimostra che per comunicare, ma soprattutto per ascoltare bene, bastino pochi essenziali accorgimenti.

Da vedere, ascoltare, ma soprattutto, mettere in pratica.

venerdì 21 ottobre 2011

Pensiero del fine settimana

"E debbasi considerare come non è cosa più difficile a trattare, né più dubia a riuscire, né più pericolosa a maneggiare, che farsi a capo ad introdurre nuovi ordini. Perché lo introduttore ha per nimici tutti quelli che delli ordini vecchi fanno bene, et ha tepidi defensori tutti quelli che delli ordini nuovi farebbono bene. La quale tepidezza nasce, parte per paura delli avversarii, che hanno le leggi dal canto loro, parte dalla incredulità delli uomini li quali non credano in verità le cose nuove, se non ne veggono nata una ferma esperienza".


Questo pensiero mi è stato segnalato da Maria Cristina che ringrazio.

martedì 18 ottobre 2011

Lavorerai con fatica

"Lavorerai con fatica"; ma a quanto pare, oggi, abbiamo ancora molto di più da sopportare oltre a questo. Oggi il lavoro è pressoché introvabile, per chi affronta il mercato per la prima volta il dramma ancora più profondo e chi ce l'ha si vede limitato nelle possibilità di crescere.

Ne parlo su Braifactor nell'articolo "Lavorerai con fatica" perché non possiamo non lavorare, ma questo non significa che il lavoro debba essere per forza un inferno, prima di trovarlo, quando lo si ha e quando lo si vuole cambiare, crisi inclusa.


domenica 16 ottobre 2011

Lezioni di piano: formazione e passione

Siamo nella seconda metà del diciannovesimo secolo. Ada, una donna vedova con una figlia è muta dall'età di sei anni, lascia la Scozia, per andarsi a sposare in Nuova Zelanda: il matrimonio è avvenuto per procura e non conosce lo sposo. Nel viaggio porterà, oltre alla figlia di nove anni, la sua dote e un pianoforte; la musica è infatti la sua più grande passione. 

Purtroppo far arrivare il pianoforte dalla spiaggia dove sbarcano alla nuova casa di Ada è pressochè impossibile: il marito si rifiuta anche solo di provare. Un vicino di casa, europeo, ma che vive secondo le usanze Maori, capisce l’importanza del pianoforte per la donna, lo recupera, lo acquista e si propone di prendere delle lezioni di piano proprio da Ada. 
In realtà il desiderio di quest’uomo per questa donna e quello di lei per il suo pianoforte li renderanno complici in una trattativa che da amanti e li unirà poi per tutta la vita.

E’ la trama del film “Lezioni di piano”  a cui fanno da sfondo magnifici scenari di terre vergini e lussureggianti. Il pianoforte unisce le passioni di un uomo e di una donna che si insegnano vicendevolmente ciò in cui più credono: il loro amore per qualcosa di profondo che va al di là di loro stessi. 

E, mentre tasto dopo tasto, Ada riconquista il suo piano lui impara a innamorarsi e lei a vivere una vita di musica che la salva da una realtà dove tutto sembra inesorabilmente affondare nel fango presente ovunque. 
L’incanto si rompe quando i due amanti vengono scoperti, segnale di inizio di una vita nuova: significativa la scena in cui Ada decide di far gettare il piano nell’oceano, simbolo della sua passata esistenza. 

Come sempre è la passione a farla da padrona, a dirigere menti e cuori verso destini mai pensati, a governare la vita, riempendola, e a portare musica anche nelle profondità degli abissi dove regnano solo freddo e silenzio proprio come nei cuori avidi.

Un film per riscoprire in noi le passioni più nascoste, per risentirci vivi e dal fango che spesso dobbiamo affrontare, tornare a vivere nella luce del sole parlando, suonando e amando noi stessi e gli altri.

venerdì 14 ottobre 2011

Pensiero del fine settimana

“Due sorelle litigavano per un’arancia. Una di loro riteneva di averne più diritto in quanto l’aveva presa per prima, invece l’altra argomentava che il diritto corrispondeva a lei essendo la primogenita. La loro madre, nel tentare una soluzione imparziale, offrì di tagliare il frutto a metà: le bambine rifiutarono fermamente la soluzione proposta e continuarono a litigare. La nonna, che osservava attenta la scena, decise di chiedere ad ognuna delle bambine perché volevano l’arancia. La più piccola rispose che aveva sete, l’altra che voleva la buccia per preparare una torta perché aveva fame. Così la nonna grattugiò la buccia dell’intera arancia e la offrì alla nipote per la sua torta, e spremette la polpa dell’intera arancia e la offrì all’altra” 

mercoledì 12 ottobre 2011

Le parole che ti ho detto: consilienza

“La consilienza è stata definita - con efficace metafora- come "l'orchestrazione delle Scienze", nella innovativa intuizione della convergenza olistica e finalistica di tutte, verso una Summa Universale. Il termine è stato coniato dal filosofo ed educatore britannico William Whewell (1794-1866. In: "La filosofia delle scienze induttive"), che definisce la consilienza come "l'inferenza che occorre quando un'induzione ottenuta da una classe di realtà, coincide con un'altra induzione , sorta da una diversa classe di realtà"(…). La consilienza, ripresa dal biologo vivente americano Edward Osborne Wilson nel suo libro “Consilience: the unity of knowledge, 1998 è la più alta manifestazione d'effetto del tra-mandare migliorativo in ciascun passaggio. Rappresenta la finalizzazione (telos in Greco) dei diversi Saperi e l' aggregazione relazionale e interconnessa degli stessi in unambito umano condiviso”. (fonte studio Boccanegra).

Ha senso parlare di “consilienza” nella formazione? Secondo me assolutamente si. Infatti credo che uno dei compiti del formatore sia quello di finalizzare i saperi, pur sempre limitati della sua personale esperienza, condividerli con quelli dei partecipanti ai corsi e cercare, attraverso un lavoro comune, di proporre strade e possibilità alternative alla risoluzione dei problemi. 

Gian Marco Boccanegra cita come esempio pratico di consilienza Internet, dove sconosciuti di ogni parte del mondo possono comunicare e scambiarsi idee, ma ciò può realizzarsi ogni volta che si cerca di “unire” anziche lasciarsi “dividere” dai pareri discordanti. Serve una grande dose di umiltà, una grande voglia di imparare e soprattutto di pensare che in questo grande mondo siamo in tanti e il sapere non è esclusiva di nessuno.

lunedì 10 ottobre 2011

Le parole che ti ho detto: eupetenza

Lo confesso, sto barando. 

Questa parola (come la parola “consilienza” di cui vi parlerò nel prossimo post con questo tag) non sono mie, ma sono frutto delle riflessioni di un amico, Gian Marco Boccanera conosciuto su LinkedIn, titolare di uno studio di commercialisti e avvocati, ma con una evidente grande passione per la linguistica.

Quello che mi ha colpito è l’attualità dei due termini, per cui ho deciso di proporveli.

Il primo termine “coniato” da Gian Marco è EUPETENZA, un neologismo di provenienza semantica dall'aggettivo greco ευπετης ,ες (eupetes, eupetes = facile, agevole). Sta a significare il possesso di un atteggiamento mentale e d'animo propenso alla facilitazione di ciò che appare difficile. Quindi potremmo dire che l’eupetenza è l’arte del semplificare le situazioni e del cercare un miglioramento continuo. 

Credo che in un mondo orientato alla complessità e all’ostruzionismo un po’ di eupetenza faccia bene a tutti e possa portare risultati evitandoci la fatica per la loro mancata realizzazione.

giovedì 6 ottobre 2011

Pensiero del fine settimana

Quando avevo diciassette anni lessi una frase che diceva “Se vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo, uno di questi giorni avrai ragione”. Mi fece abbastanza effetto, e da allora, negli scorsi 33 anni, ogni mattina mi sono guardato allo specchio chiedendomi “Se oggi fosse l’ultimo giorno della mia vita, vorrei fare quel che sto per fare oggi?”. Nel caso la risposta fosse “No” per troppi giorni di seguito, sapevo che dovevo cambiare qualcosa.

martedì 4 ottobre 2011

Precious: tutti siamo preziosi

Harlem, sebbene siamo negli anni 80, violenza, povertà, ignoranza e disagio sono all’ordine del giorno per Precious una sedicenne obesa, di colore. 
Violentata dal padre (dal quale ha una figlia con la sindrome di Down), umiliata e vessata dalla madre, a causa di una seconda gravidanza viene inserita in una “scuola alternativa” per ragazzi con problemi sociali. 

Grazie alle cure amorevoli dell’insegnante e di una assistente sociale, Precious imparerà a leggere e scrivere e soprattutto a riprendersi i sogni e la sua vita di sedicenne pur sieropositiva e con due figli a carico.

Come sempre di fronte alle brutalità più ributtanti che ancora esistono in questo mondo è la fiducia e l’amore a farla da padrone. Precious durante il film è come un bruco che pian piano si trasforma in farfalla, accetta i suoi figli anche se frutto di violenze atroci, si affida a chi le dimostra affetto e attenzione, e attende con pazienza tra botte e insulti di poter accendere in sé la luce della vita che le è sempre stata negata.

Precious è un film da vedere per capire come nulla è scontato e come dietro ad ogni azione, anche più terribile, c’è sempre una mano pronta ad aiutarti e a ritrovare quel briciolo di felicità che può dare senso a una vita intera.

Consigliato a chi non sa sperare e pensa di non avere avuto abbastanza in questo mondo.
Voto 9

domenica 2 ottobre 2011

Sindrome Steve Jobs

Non ho la pretesa di descrivere una nuova sindrome, voglio semplicemente fare delle riflessioni su quello che sta accadendo ad alcuni miei clienti.
L’uscita di diversi libri che parlano di Steve Jobs, della sua vita, dei suoi successi, del suo metodo di lavoro hanno letteralmente elettrizzato il popolo dei manager alla ricerca di se stessi provocando le reazioni più strane e differenziate. Ma si può essere Steve Jobs?

Ne parlo nel mio ultimo articolo su BrainFactor: per leggere l'articolo clicca qui.

giovedì 29 settembre 2011

Pensiero del fine settimana

"Il valore del capo è che lasci dietro in altri uomini 
la capacità e la volontà di proseguire la sua opera"

martedì 27 settembre 2011

L’ottimismo fa sempre bene

“Gli adolescenti ottimisti hanno meno probabilità di incorrere in diversi problemi di salute, tra cui la depressione”. Non sono io a dirlo, ma è quanto emerge da uno studio pubblicato su Pediatrics dai ricercatori dell'Università di Melbourne e del Royal Children's Hospital, in Australia, guidati da George Patton

Più di 5.634 ragazzi australiani tra i 12 e i 14 anni sono stati studiati prima di arrivare a questa conclusione che, a detta di molti e, soprattutto in tempi di crisi, sembra una pazzia.

Eppure l’ottimismo (che non significa non saper riconoscere le difficoltà, ma il voler trovare delle soluzioni per superarle) ancora una volta dimostra la sua forza: il messaggio è “se si è ottimisti fin da giovani ci si ammalerà meno da adulti e anziani”. 

A questo punto l’ottimismo va insegnato, va affrontato nelle scuole e perché no anche nelle aziende, aiutando le persone a vedere oltre le previsioni negative, imparando a credere nei propri punti di forza e soprattutto lavorando sui propri punti di debolezza. 

Questa mia opinione, che sostengo da tempo anche su diversi social network, è spesso criticata, a fronte di un pessimismo cosmico che costringe le persone a vedere tutto nero prima, a non volere tentare soluzioni poi, e a chiudersi definitivamente nell’apatia e nel disinteresse nell’ultima fase. 
Ogni situazione va aiutata, coltivata e fatta crescere con pazienza: non si possono raggiungere risultati senza continuità e senza sforzi e proprio per questo serve ottimismo e fiducia: se non altro per la nostra salute.

lunedì 26 settembre 2011

Un cliente ci chiede...

Un nostro cliente richiede con urgenza una persona per la sua azienda. 
Ho pensato di condividere questa sua richiesta nel caso che qualche lettore di formazionezero possa essere  interessato; divulgate pure la notizia se conoscete qualcuno che abbia o possa avere questi requisiti.

Questo quanto richiesto:

"La figura di cui siamo alla ricerca deve occupare il ruolo di direttore d'albergo, età max 35 - 42 anni con adeguate capacità professionali maturate in alberghi di pari livello, meglio se in strutture leisure - termali - ; dovrà possedere ottime capacità operative, organizzative e comunicative; una naturale predisposizione al sorriso, eleganza e gentilezza nei modi ed una spiccata propensione al problem solving. Richiesta indispensabile la buona conoscenza delle lingua inglese e tedesca.
L' eventuale conoscenza della lingua Russa ed un background internazionale verranno considerati un plus ai fini della selezione finale.
Ella/Egli sarà alle dirette dipendenze del direttore generale / amministratore delegato.
L'albergo non offre alloggio". 

C.V da inviare a info@termesanlorenzo.it
c.attn: Camillo Iacono (rif.to PGB)

giovedì 22 settembre 2011

Pensiero del fine settimana

L'egoismo non consiste nel vivere 
secondo i propri desideri, 
ma nel pretendere che gli altri vivano 
a quel modo che noi vogliamo. 
L'altruismo consiste 
nel vivere e lasciar vivere. 

martedì 20 settembre 2011

Last Minute Market

"Sul nostro pianeta il cibo è una risorsa mal distribuita. 1 miliardo di persone non ha cibo per sopravvivere mentre un altro miliardo e mezzo è capace di mangiare così tanto da ammalarsi a causa del sovrappeso e 1/3 di quello che comprano finisce regolarmente nella spazzatura" (fonte Superquark).

Lo spreco di cui parliamo non riguarda solo il cibo scaduto che dimentichiamo nel frigo ma anche tutti quei prodotti che, dannaggiati nel trasporto o nello stoccaggio, per la legge non possono più essere messi in vendita anche se, ad essere rovinato, è solo l'involucro esterno. 
Nel primo caso, è una questione di educazione: bisogna imparare a organizzare meglio la propria spesa programmando meglio gli acquisti ed evitando gli sprechi.
Nel secondo caso la soluzione è arrivata con il progetto Last Minute Market, con un recupero di cibo per un importo di migliaia di Euro ogni mese. 

Last Minute Market ha come obiettivo il recupero del cibo ancora buono, ma per i supermercati ormai inutilizzabile commercialmente, per destinarlo a chi non può permettersi di comprarlo. Il progetto permette un incontro diretto tra "domanda" e "offerta" e si occupa della scrupolosa messa in sicurezza di tutte le fasi del sistema attraverso una catena che rispetti sia le esigenze dei fornitori che che fruitori; in mezzo una lunga catena di solidarietà fatta dal volontariato.

Una risposta intelligente alle esigenze di tutti e che tiene presente chi non ha nulla: equo, solidale ed ecologico. Se volete conoscere meglio Last Minute Market cliccate qui e qui.

domenica 18 settembre 2011

Counseling e donne che corrono coi lupi

La maggior parte delle persone che frequenta le mie sessioni di counseling sono donne: mi sono chiesto varie volte quale potesse essere la motivazione.

Leggendo “Donne che corrono coi lupi” sono riuscito a ritrovare qualche risposta che uscisse dagli stereotipi “Le donne sono più aperte”, oppure “Le donne sono più attente a loro stesse” o “Sono più pratiche” (risposte che, peraltro, pur essendo uomo, condivido appieno).

Clarissa Pinkola Estès, psicanalista junghiana e autrice del libro, non è nuova a questo genere di trattazioni e in un mondo di uomini che fanno carriera e ancora detengono le leve del potere cerca di dare risposte su sull’universo femminile che per molti di noi è ancora tutto da scoprire.

In questo libro, la trattazione è già diversa dal solito e intrigante: ogni argomento parte da una favola che ha per protagonista una donna. Andando nel profondo di queste favole (scritte da uomini) Clarissa indaga quella parte repressa del femminino che ha provocato lo è a tal punto da aver reciso i contatti tra la psiche individuale e l’anima del mondo: il risultato è una donna addomesticata, timorosa, bisognosa di tutto, priva di iniziative e soprattutto senza di autostima.
Così, per riscattarsi, questa donna ha bisogno di ritornare alle savane e alle praterie per correre ancora in mezzo ai lupi, seguirne le regole per poi ritornare ad essere la donna madre, l’archetipo che dà energia attraverso la vita e protegge i figli fino all’autonomia.

La lettura di questo libro è stato per me un viaggio antico tra favole e realtà, tra miti lontani e scene selvagge nel quale ho ritrovato molte delle donne che quotidianamente mi raccontano durante le sedute di counseling le loro storie, le loro perplessità e le loro speranze prima di ritornare ai loro “branchi” o dai loro “cuccioli” e riprendere quell’eterna caccia per la sopravvivenza che è la vita.

Un libro affascinante, anche se a volte complesso, che consiglio a tutte le donne che vogliono ritrovare se stesse e la loro natura selvaggia e a tutti quegli uomini che si sentono dei capobranco solo perché sanno ululare alla luna.

martedì 13 settembre 2011

Vizi e virtù dentro e fuori la formazione

Mi capita spesso di affrontare il tema delle virtù, soprattutto quando parlo di leadership o durante le sessioni di counseling. Ma abbiamo chiara l’idea di cosa sia una virtù e come possa essere l’uomo che la possiede? 

Quando si parla di virtù, anche affiancandole a dei modelli e a degli stili di vita, le persone si sentono spiazzate, e riconoscono che oggi le virtù sono sempre più difficili da trovare e soprattutto da coltivare. Eppure nella nostra mente, ognuno di noi, senza essere un filosofo, ha un’idea di cosa sia l’umiltà o la speranza, la fede o l’etica anche se le virtù cambiano da cultura a cultura e quella che per noi può essere una virtù per un altro può diventare un vizio. 

Ultimamente mi sono dedicato alla lettura di un libro, piccolo ma complesso, di Salvatore Natoli: “dizionario dei vizi e delle virtù”  e devo dire che come uomo prima e come formatore poi ho raccolto qualche nuova riflessione e spunto sia come uomo che come formatore.

Per imparare ad essere liberi e felici è importante saper rimettere al proprio posto le cose: roporre al loro posto i vizi e le virtù può sicuramente aiutarci a raggiungere questo obiettivo e scoprire che anche se fuori moda parlare di virtù ha ancora un peso e un valore. La buona condotta non basta. Virtù è “arte discreta del viver bene” siamo disposti a farlo?

lunedì 12 settembre 2011

Counseling e Regola benedettina

In seguito al grande successo dei quattro articoli ultimamente pubblicati da Brainfactor su "Counseling e Regola benedettina" ho deciso di riunirli in un unico e-book. Questo si arricchisce sia della prefazione di Marco Mozzoni (neuropsicologo e direttore di Brainfactor) sia della postfazione di Padre Norberto Villa (Abate dell'abbazia di Praglia)

Per passare dalla teoria alla pratica, come richiesto da molti lettori, nell'e-book trovate gli Esercizi del tempo presente - 10 esercizi per allenarci al benessere del "qui e ora".


Buona lettura

venerdì 9 settembre 2011

martedì 6 settembre 2011

Samurai Lab su Ticonzero


Ticonzero – Knowledge and Ideas for Emerging Leaders, è il magazine on-line che dal 1997 si propone attraverso un approccio alternativo di fare incontrare manager e creatori di idee in un laboratorio di rinnovamento continuo.

Questo mese Giovanni Lucarelli, professore di Sociologia dei Sistemi Organizzativi presso la Facoltà di Economia dell’Università Politecnica delle Marche e di Psicologia del Lavoro presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Urbino, nonché collaboratore di Ticonzero, mi ha dedicato una lunga intervista dove parlo di Samurai Lab e di come le antiche tecniche di addestramento dei samurai siano indispensabili per un manager di successo.

domenica 4 settembre 2011

Accidia, esiste ancora?

Riconosciuta tra i vizi capitali più dilaganti, Dante, Petrarca, Jacopone da Todi, i Padri del Deserto - che ne hanno fatto un cavallo di battaglia - Santi e teologi di tutte le epoche l’hanno considerata uno dei maggiori nemici da sconfiggere. Invece, parlando con le persone, mi accorgo, spesso, che molti non sanno nemmeno cosa sia.

Ma cos’è l’accidia? E soprattutto esiste ancora?
Come la si riconosce e la si combatte? E come aiutare chi ne soffre?



martedì 30 agosto 2011

Voyager 1 va nella Via Lattea

Il Disco d'oro

Questa mattina un'amica mi ha segnalato l'articolo "Il clandestino delle stelle Voyager 1 va nell'universo: dopo trentaquattro anni la sonda sta lasciando il Sistema solare per la Via Lattea. Con sé porta il celebre "Disco d'oro", con la speranza che anche gli altri abitanti dell'Universo possano ascoltare Chuck Berry e Beethoven”.

Ve lo confesso, lo scritto di Zucconi mi ha fatto tenerezza; la sonda interspaziale è descritta come un bimbo un po’ cresciuto che lascia casa per la prima volta verso un universo misterioso in cui non ci sono né mamma, né papà o qualche guru a dirti cosa devi fare. Ma la cosa più bella è che Voyager 1, una sonda ormai da rottamare come una vecchia Fiat 126, viaggia senza meta nel mare del silenzio, carica di quelli che per noi sono solo ricordi. Ricordi che possono essere eterni, come i suoni della natura, e quelli resi eterni ad esempio dalla musica di Bach, scienziato dell’anima che ha restituito emozioni dalla matematica profonda che è alla base della sua musica. Poco importano i discorsi solenni di uomini che sono stati potenti e che, oggi come oggi, non so nemmeno se siano ancora vivi. Il suono delle loro voci è stato un barlume di eternità rispetto a tutto il resto.
Chissà se incontrerà qualcuno, chissà se sarà più arretrato o avanzato tecnologicamente di noi, chissà se quel sogno di incrociare lo sguardo con un abitante intergalattico si avvererà. Voyager 1 continua, con la sua obsolescenza tecnologica, il suo viaggio infinito.
Voyager, come Colombo nel mare oceano, sogna una vita tutta nuova e come lui forse dovrà fare i conti con il fatto che non c’è niente di nuovo se non il nostro rinnovarci qui e ora. E qui dove siamo, guardando lassù, speriamo che qualcuno, alieno o Eterno, ci guardi con dolcezza e ascoltando Bach su un vecchio grammofono ci faccia sentire meno soli.

domenica 28 agosto 2011

Mandala…la porta dell’armonia

I mandala sono un potente strumento usato anche in psicoterapia: Jung aveva dedicato anni di studio sul loro valore spirituale e rivelatore dell’anima. Personalmente li utilizzo durante i miei percorsi di Counseling, soprattutto per aiutare le persone a ritrovare calma e concentrazione. Ieri ho ricevuto da Ilaria Bartolucci, un mio contatto in LinkedIn, l’invito a una sua personale mostra di pittura dove espone i mandala da lei creati. Trovo questa iniziativa molto interessante e per questo la condivido con gli amici del blog. Brava Ilaria e a te la parola:

“Accettare l’invito di una cara amica Gabriella Niero, curatrice dell’evento, a condividere le opere create in vari anni, è l’inizio di questa avventura. Onorare lo spazio speciale che conterrà i miei Mandala, l’Oratorio Donati Stecchini di Borbiago-Olmo di Mira (Padova) dall’11 al 25 settembre, è l’altro motivo che mi ha spinta ad accettare senza indugio.

Dipingo mandala da tempo. Per me il Mandala non è solo un disegno. Il Mandala è uno “Spazio Sacro” nel quale posso contattare una parte di me più intima e delicata, ove posso far emergere quello che c’è nel momento, posso lasciare che ciò che è sia e si manifesti. Ancora, lavorando con il mandala e con i colori, posso sperimentare varie emozioni, posso lavorare su stati d’animo speciali o difficili. Posso capire me stessa lasciando nel contempo un’espressione di me.

Ed anche se non c’è nulla da esprimere, posso aprirmi al vuoto e lasciare che dal lavoro emerga una sensazione. I mandala sono per me la porta per la creatività, per un mondo altro, perché la gioia del fare irrompa nella mia vita e in quella di chi guarderà la mia opera. Quando lavoro su questo “pezzo di carta” e con questi elementi colorati rimango nell’adesso e posso partecipare dell’energia del mondo, della creatività riuscendo nel contempo a gustare il presente con quello che c’è, senza necessità di un dover essere diverso”.
Qui potete scaricare la locandina dell’evento  e qui un articolo pubblicato dalla rivista Livein Magazine dal titolo: “Mandala, un disegno liminare”  dove Ilaria parla dell’atto creativo dal quale scaturiscono i suoi mandala.