Tutti,
più o meno, conosciamo la storia biblica di Giobbe, uomo giusto e retto che, privato
di tutto e tutti, subisce la prova più terribile, quella della fede, prova che
riesce a superare grazie alla sua proverbiale pazienza. In realtà
credo che la pazienza di Giobbe sia ascrivibile più ad una fiducia superiore
alla media anche nelle disgrazie più totali.
Oggi
siamo tutti costantemente messi alla prova nel lavoro, nella vita sociale e
familiare. La velocità di domanda e risposta che ci viene costantemente
richiesta è talmente alta che a volte non riusciamo a sostenerne l'andamento,
non riusciamo a raggiungere risultati e diventiamo vittime di stress e ansia.
Nulla
di diverso dal buon Giobbe. Ma come vincere tutto questo? La formula che il
testo sacro ci propone è non venire meno a ciò in cui crediamo, a non lasciarci
sopraffare dalla tristezza e dallo sconforto, a non fidarci troppo di chi ci
propone inutili consigli, ma confidare sulle proprie energie continuando ad
alimentarle di propositi. Certo posso sembrare utopistico, ma alla fine è la
speranza a cui ci aggrappiamo che fa la differenza e fissa quel punto oltre il
quale le cose non possono andare oltre. E’ un testo interessante che in momenti
di sconforto può aiutarci a pensare e ri-credere in noi stessi. Per il resto,
come sempre, servono determinazione, continuità, spirito di dedizione e perchè
no? anche un po' di fortuna che, creata, voluta o caduta dal cielo, non guasta
mai.