sabato 26 dicembre 2015

Cambiare: l'augurio per il 2016

Cambiare è possibile soprattutto quando ci poniamo nuovi obiettivi e si vogliono affrontare nuove sfide.
 
Anche quest’anno è ormai agli sgoccioli ed è arrivato il momento di fare bilanci e fissare nuovi obiettivi per il 2016. È innegabile che se vogliamo evitare gli errori già commessi o se abbiamo l’ambizione di costruire qualcosa di nuovo, bisogna fare dei cambiamenti.
Cambiare è possibile? E quanto bisogna saper cambiare e adattarsi in tempi così difficili come i nostri?

Cambiare è la parola d’ordine ma dobbiamo aggiungere “voglio cambiare” per essere efficaci.

Molti pensano che per ottenere dei risultati sia necessario amplificare gli sforzi già fatti, altri che si debba ricominciare tutto da capo, cercando di fare esperienza di quanto già realizzato e creare nuove idee. Per altri ancora un cambiamento è indispensabile per appagare il gusto dell’avventura e dell’ignoto.

Per cambiare veramente servono volontà, concentrazione, attenzione soprattutto quando si vuole evitare di ripetere errori già commessi in passato; una buona capacità di organizzazione e soprattutto di pianificazione faranno poi il resto.

I libri che parlano di cambiamento e i “guru” del settore non mancano, ma alla fine la domanda che ci si deve sempre porre è la stessa: “Che cosa voglio veramente?”. Ogni persona di buon senso sa che per cambiare e raggiungere un obiettivo bisogna rendersi conto che è indispensabile crederci con tutte le proprie forze.
Incontro molte persone che si dicono disposte a cambiare pur di vedere migliorata la loro vita, ma non sono così sicuro che lo vogliano veramente e soprattutto che credano che attraverso qualche cambiamento riescano a raggiungere un maggiore stato di realizzazione. Basta una semplice domanda per capire che cambiare è possibile, ma è sempre più difficile trovare persone che lo vogliano veramente e seriamente.

La maggiore difficoltà è il primo passo, il primo approccio; la consapevolezza di ciò che si è e ciò si vuole diventare.

Ma come sempre l’uomo è restio alle novità, e si lascia intimorire da molti preconcetti e condizioni limitanti fermando così uno dei processi più belli dell’esistenza: cambiare e migliorare.

Per l’anno che verrà auguro a tutti noi di poter cambiare, migliorare e soprattutto raggiungere quella realizzazione personale che possa permetterci di guardare le cose e i fatti della vita “da un’altra prospettiva” nella quale realizzare quel nostro destino al quale tutti siamo chiamati, ma che pochi riescono a raggiungere.

Un felice e buon 2016 per cambiare

mercoledì 16 dicembre 2015

Genitori spazzaneve


Gli inglesi li chiamano “genitori spazzaneve”. Perché “ripuliscono ogni cosa davanti ai loro figli in modo che nulla possa andare loro storto e possa minacciare la loro autostima”. L'obiettivo è fare in modo che i figli non soffrano, ma in realtà è l'ansia dei genitori a riversare sui figli iperprotettività per evitare qualsiasi incontro/scontro con i problemi. 
 
Se l'atto in sé può essere mosso dai migliori sentimenti, il mondo dei terapeuti è concorde nell'evidenziarne gli enormi danni. Qualsiasi processo pedagogico infatti prevede fatica, costanza e soprattutto dedizione per arrivare a dei risultati; lo scontro con la dura realtà è necessario per crescere, determinare il carattere, imparare a conoscersi nei punti di forza e di debolezza. Facendo così questi genitori impediscono ai figli di mettersi alla prova e soprattutto di diventare adulti nel vero senso della parola.

In questo articolo de "Il Corriere della Sera" se ne parla ampiamente e posso solo confermare che questo tema del volere facilitare la strada ai figli deresponsabilizzandoli è tema all'ordine del giorno anche tra i miei consultanti: un vecchio insegnamento orientale diceva che solo quando si inciampa si può imparare qualcosa e soprattutto è nella forza di rialzarsi che si misura il carattere della persona.

venerdì 11 dicembre 2015

Riflessologia e mali di stagione: autunno

E' di questi giorni l'uscita dell'ultimo numero di Olos e Logos, dialoghi in medicina integrata,  sul tema "Le malattie dell'autunno in medicina integrata" a pag. 18 potete trovare il mio quarto articolo sul tema "riflessologia ed emozioni"
nel quale parlo dell'autunno e dell'emozione tristezza.

Qui potete scaricare l'intero numero della rivista
Qui potete scaricare il mio intervento


giovedì 3 dicembre 2015

Ripicche di adulto

La ripicca è l'arma tipica del bambino: quando non riesce ad ottenere qualcosa utilizza tutti i mezzi in suo possesso per richiamare l'attenzione degli adulti alle sue necessità o alle sue volontà.
Purtroppo questo tipo di ricatto è molto utilizzato anche fra gli adulti e la forma non è molto differente da quella dei bambini se non per metodi più affinati e subdoli: musi lunghi, frasi dette a metà, per non parlare di sintomi più o meno reali che vengono utilizzati per attirare l'altro a sè e renderlo schiavo della propria volontà.
Certo questo non rende felici nè chi deve utilizzare tali mezzi nè, tantomeno, chi li subisce.
Chi fa uso della ripicca infatti, deve utilizzare tutte le energie in suo possesso per realizzare i suoi scopi andando sempre alla ricerca di nuove forme; chi subisce si trova schiavizzato e succube fino al punto in cui non decide di ribellarsi.
La ripicca dell'adulto è l'arma tipica di chi non vuole crescere e quando il dispetto si presenta come un'abitudine bisogna intervenire. Il dialogo fermo, adulto con il quale esprimere le contrarietà è sempre la soluzione vincente, ma soprattutto da ambo le parti
l'importante è ricordare che l'adultità è fatta di assunzione di responsabilità, di vittoria sulle proprie paure grazie ad una sana autostima e all'umiltà del saper chiedere le cose in modo aperto e diretto, senza ricorrere ai ricatti.