venerdì 5 dicembre 2025

Gaslighting: ti ha già colpito?

 


 

 

C’è un tipo di luce che non illumina, ma acceca.
Non proviene dal sole, né da una lampada: nasce dallo sguardo di chi, invece di cercare la verità, vuole dominarla. È la luce del gaslighting, un fuoco sottile che, come quello di un lume tremolante, distorce i contorni della realtà fino a far dubitare di sé stessi.

Il termine affonda le sue radici nel teatro e nel cinema: Gas Light, opera teatrale del 1938 e film del 1944, raccontava di un uomo che manipolava la moglie convincendola di stare impazzendo, mentre lui, di nascosto, abbassava l’intensità delle luci a gas di casa. Da allora, “gaslighting” è diventato sinonimo di una delle più sottili e pervasive forme di violenza psicologica.

Il gaslighter non grida, non impone con la forza.
Opera con l’arma più raffinata: la parola che confonde.
Negare i fatti, invertire le colpe, insinuare dubbi.
L’obiettivo non è distruggere, ma possedere: far sì che l’altro smetta di credere ai propri sensi, per accettare come unica verità quella del manipolatore.

Lo psicologo Harold Searles definì questo processo come “alienazione del Sé relazionale”, dove l’identità dell’altro viene progressivamente riscritta. In termini più poetici, è l’eco dell’anima persa di cui parla Jung: quando la psiche cede terreno, la propria ombra viene colonizzata da un’altra volontà.

Nella letteratura e nell’arte occidentale, il tema della realtà manipolata è antico quanto l’uomo. Platone, nel Mito della caverna, descrive gli uomini incatenati che scambiano ombre per verità: un’immagine perfetta del gaslighting contemporaneo.
Shakespeare, in Otello, mostra come Iago riesca a insinuare il dubbio nella mente del protagonista fino a condurlo alla rovina — “O beware, my lord, of jealousy; it is the green-eyed monster which doth mock the meat it feeds on.”

Nel Romanticismo, l’illusione diventa ancora più interiore: l’altro non è solo ingannatore, ma specchio deformante del proprio bisogno di essere amati. Kierkegaard direbbe che “l’inganno più profondo è credere di amare quando si teme la libertà dell’altro”.

Il gaslighting non avviene solo nelle coppie o nelle relazioni familiari, ma anche in contesti educativi e professionali.
Quando un docente svaluta sistematicamente l’allievo, o un leader mette in discussione ogni intuizione dei collaboratori, si genera una pedagogia del dubbio sterile: quella che non forma, ma frammenta.
La pedagogia autentica, come ricordava Paulo Freire, si fonda sulla coscientizzazione: il processo attraverso cui l’essere umano diventa consapevole della propria realtà per trasformarla, non per rinnegarla.

Nella visione della MTC, la mente (Shen) e l’energia vitale (Qi) sono indissolubilmente unite.

ll gaslighting agisce come una forma di vento interno — un movimento caotico che scompagina il dialogo tra Cuore e Milza, tra pensiero lucido e stabilità emotiva.
Il Cuore, sede dello Shen, perde il suo radicamento: la persona non riesce più a “vedere chiaramente”.
La Milza, che governa la riflessione e la fiducia in sé, viene indebolita dal rimuginare continuo e dal senso di colpa indotto.

Da questa prospettiva, la manipolazione psicologica non è solo un trauma mentale, ma anche una disarmonia energetica: il Qi viene deviato, e la percezione si offusca.
Il riequilibrio, dunque, passa non solo attraverso la presa di coscienza psicologica, ma anche tramite il recupero dell’integrità energetica e spirituale dell’individuo.

Riconoscere il gaslighting significa riaccendere la propria luce interiore.
È un atto di consapevolezza e di responsabilità verso se stessi: ricordare che la realtà non è ciò che ci viene detto, ma ciò che sentiamo con autenticità.

Scriveva Eraclito: “Il carattere dell’uomo è il suo destino.”
Recuperare il proprio carattere, la propria percezione, è il primo passo per spegnere la fiamma ingannevole del gaslighter.

In un mondo dove le voci si moltiplicano ma l’ascolto si rarefa, il rischio del gaslighting collettivo è reale: la manipolazione delle emozioni, delle informazioni, delle identità.
La vera rivoluzione è tornare al corpo, al respiro, al sentire.
Rieducarsi alla percezione autentica — quella che unisce mente, cuore e respiro — è oggi un atto politico e spirituale insieme.

Riconosci la tua luce. Difendila.
Non lasciare che nessuno ti insegni a dubitare della tua verità.

 

Bibliografia essenziale

 

  • Jung, C.G., L’uomo e i suoi simboli, Bollati Boringhieri.
  • Platone, La Repubblica, Libro VII.
  • Shakespeare, W., Otello.
  • Freire, P., Pedagogia degli oppressi.
  • Kierkegaard, S., Aut-Aut.
  • Searles, H., Collected Papers on Schizophrenia and Related Subjects.
  • He, Y., Nei Jing (Canone Interno dell’Imperatore Giallo).
  • R. Pine, The Heart of Chinese Medicine.
  • Eraclito, Frammenti.

 

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