C’è un tipo di luce che non
illumina, ma acceca.
Non proviene dal sole, né da una lampada: nasce dallo sguardo di chi, invece di
cercare la verità, vuole dominarla. È la luce del gaslighting, un fuoco
sottile che, come quello di un lume tremolante, distorce i contorni della
realtà fino a far dubitare di sé stessi.
Il termine affonda le sue radici nel teatro e nel cinema: Gas Light, opera teatrale del 1938 e film del 1944, raccontava di un uomo che manipolava la moglie convincendola di stare impazzendo, mentre lui, di nascosto, abbassava l’intensità delle luci a gas di casa. Da allora, “gaslighting” è diventato sinonimo di una delle più sottili e pervasive forme di violenza psicologica.
Il gaslighter non grida, non impone con la forza.
Opera con l’arma più raffinata: la parola che confonde.
Negare i fatti, invertire le colpe, insinuare dubbi.
L’obiettivo non è distruggere, ma possedere: far sì che l’altro smetta
di credere ai propri sensi, per accettare come unica verità quella del
manipolatore.
Lo psicologo Harold Searles definì questo processo come “alienazione del Sé relazionale”, dove l’identità dell’altro viene progressivamente riscritta. In termini più poetici, è l’eco dell’anima persa di cui parla Jung: quando la psiche cede terreno, la propria ombra viene colonizzata da un’altra volontà.
Nella letteratura e nell’arte occidentale, il tema
della realtà manipolata è antico quanto l’uomo. Platone, nel Mito della
caverna, descrive gli uomini incatenati che scambiano ombre per verità:
un’immagine perfetta del gaslighting contemporaneo.
Shakespeare, in Otello, mostra come Iago riesca a insinuare il dubbio
nella mente del protagonista fino a condurlo alla rovina — “O beware, my lord,
of jealousy; it is the green-eyed monster which doth mock the meat it feeds
on.”
Nel Romanticismo, l’illusione diventa ancora più interiore: l’altro non è solo ingannatore, ma specchio deformante del proprio bisogno di essere amati. Kierkegaard direbbe che “l’inganno più profondo è credere di amare quando si teme la libertà dell’altro”.
Il gaslighting non avviene solo nelle coppie o nelle
relazioni familiari, ma anche in contesti educativi e professionali.
Quando un docente svaluta sistematicamente l’allievo, o un leader mette in
discussione ogni intuizione dei collaboratori, si genera una pedagogia del dubbio
sterile: quella che non forma, ma frammenta.
La pedagogia autentica, come ricordava Paulo Freire, si fonda sulla coscientizzazione:
il processo attraverso cui l’essere umano diventa consapevole della propria
realtà per trasformarla, non per rinnegarla.
Nella visione della MTC, la mente (Shen) e l’energia vitale (Qi) sono indissolubilmente unite.
ll gaslighting agisce come una forma di vento interno — un movimento
caotico che scompagina il dialogo tra Cuore e Milza, tra pensiero lucido e
stabilità emotiva.
Il Cuore, sede dello Shen, perde il suo radicamento: la persona non
riesce più a “vedere chiaramente”.
La Milza, che governa la riflessione e la fiducia in sé, viene indebolita dal
rimuginare continuo e dal senso di colpa indotto.
Da questa prospettiva, la manipolazione psicologica
non è solo un trauma mentale, ma anche una disarmonia energetica: il Qi
viene deviato, e la percezione si offusca.
Il riequilibrio, dunque, passa non solo attraverso la presa di coscienza
psicologica, ma anche tramite il recupero dell’integrità energetica e
spirituale dell’individuo.
Riconoscere il gaslighting significa riaccendere la
propria luce interiore.
È un atto di consapevolezza e di responsabilità verso se stessi: ricordare che
la realtà non è ciò che ci viene detto, ma ciò che sentiamo con autenticità.
Scriveva Eraclito: “Il carattere dell’uomo è il suo
destino.”
Recuperare il proprio carattere, la propria percezione, è il primo passo per
spegnere la fiamma ingannevole del gaslighter.
In un mondo dove le voci si moltiplicano ma l’ascolto
si rarefa, il rischio del gaslighting collettivo è reale: la manipolazione
delle emozioni, delle informazioni, delle identità.
La vera rivoluzione è tornare al corpo, al respiro, al sentire.
Rieducarsi alla percezione autentica — quella che unisce mente, cuore e respiro
— è oggi un atto politico e spirituale insieme.
Riconosci la tua luce. Difendila.
Non lasciare che nessuno ti insegni a dubitare della tua verità.
Bibliografia essenziale
- Jung, C.G., L’uomo e i suoi simboli, Bollati Boringhieri.
- Platone, La Repubblica, Libro VII.
- Shakespeare, W., Otello.
- Freire, P., Pedagogia degli oppressi.
- Kierkegaard, S., Aut-Aut.
- Searles, H., Collected Papers on Schizophrenia and Related Subjects.
- He, Y., Nei Jing (Canone Interno dell’Imperatore Giallo).
- R. Pine, The Heart of Chinese Medicine.
- Eraclito, Frammenti.
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