"E' una malattia di questi ultimi tempi: l'ipocrisia
Credo che le cause siano d'origine morale.
Alla gran maggioranza di noi si richiede un'ipocrisia costante, eretta a sistema.
Ma non si può, senza conseguenze, mostrarsi ogni giorno diversi da quello che ci si sente: sacrificarsi per ciò che non si ama, rallegrarsi di ciò che ci rende infelici.
Il sistema nervoso non è un vuoto suono o un'invenzione.
La nostra anima occupa un posto nello spazio e sta dentro di noi come i denti nella bocca. Non si può impunemente violentarla all'infinito."
Boris Pasternak
ipocrita(cit. Treccani)
ipòcrita (ant. ipòcrito) s. m. e f. e agg. [dal lat. tardo hypocrĭta, gr. ὑποκριτής «attore», quindi «simulatore»; v. ipocrisia] (pl. m. -i).
– Chi parla o agisce con ipocrisia, fingendo virtù, buone qualità,
buoni sentimenti che non ha, ostentando falsa devozione o amicizia, o
dissimulando le proprie qualità negative, i proprî sentimenti di
avversione e di malanimo, sia abitualmente per carattere, sia in
particolari circostanze, e sempre al fine di ingannare altri, o di
guadagnarsene il favore: è un i., è una vera i.; non posso sopportare gli i.; fare l’i., assumere l’atteggiamento proprio degli ipocriti; ogni tanto mi si presenta con quella sua aria da ipocrita; guarda che faccia da ipocrita che ha! Come agg.: un ragazzo i.; un impiegato i. e strisciante; quanto siete ipocriti!; e riferito agli atti, alle parole, al comportamento: un modo di fare i.; discorsi i.; congratulazioni i.; con i. condiscendenza. Con quest’uso aggettivale, è usata talvolta l’ant. variante ipocrito: mostrare un ipocrito servilismo; Sì bei doni del cielo No, non celar, garzone, Con ipocrito velo (Parini). ◆ Accr. ipocritóne (f. -a); spreg. ipocritùccio; pegg. ipocritàccio. ◆ Avv. ipocritaménte, con ipocrisia, da ipocrita: parlare, comportarsi ipocritamente.
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