martedì 16 ottobre 2007

La parola “grazie”

Dire “grazie” sembra sempre molto difficile anche per noi formatori. Ci sentiamo depositari di conoscenze superiori che impartiamo alle persone e amiano molto parlare più di noi stessi che dei problemi da risolvere.
La parola “grazie” è molto bella perché dà il senso del fermarsi e ammirare qualcosa che è stato fatto per noi: sia solo la cena, il più grande favore del mondo o una considerazione utile all’interno di un corso.

Nei monasteri la si dice spesso, con la logica della disponibilità e dell’attenzione comune. Nelle palestre di arti marziali la si dice al maestro all’inizio e al termine della lezione perché gli insegnamenti si trasmettano in continuo.

Ricordo un presidente della Repubblica che nel discorso di inizio anno ringraziava la gente che gli dava forza e speranza.
La forza che riceviamo, infatti, ci viene sempre da coloro a cui la trasmettiamo.

Ogni leader è tale perché sa infondere coraggio nelle sue persone e riceve da loro stima e consenso: è per questo che ogni vero leader non misura mai quanto dà al suo gruppo. Esprimere gratitudine è il primo dovere di un capo: io non lo sono, comunque…grazie a tutti voi.

1 commento:

Anonimo ha detto...

...grazie a te.
mi serviva qualcosa su questa straordinaria parola e ti ho "saccheggiato", citandoti come fonte naturlamnete.
a breve ti inviero' il trimestrale comunale di Monteforte d'Alpone dove ti ho nominato.
spero non ti dispiaccia.
cordialmente

Itala Savio
Consigliere delegato Cultura e Turismo