domenica 21 ottobre 2007

Ratatouille: essere se stessi e vincere in squadra

E’ uscito il nuovo film di Walt Disney “Ratatouille”: non ho resistito e sono già andato a vederlo.

Il protagonista è un topo di nome Remy che ha un sogno impossibile, quello di diventare un rinomato cuoco in un ristorante a cinque stelle. Impossibile, direte voi… e invece ci riesce insieme allo sguattero Linguini e alla sua fidanzata Colette.
Remy ha le capacità e la sensibilità di uno chef, ma è un topo, Linguini ne ha la possibilità perché umano, ma non è capace di cucinare.

I due imparano a comunicare in maniera efficace e condividono i loro obiettivi: tra avventure e fughe rocambolesche il piccolo topo-chef e il suo compagno sperimentano il senso della vera amicizia, della famiglia ma soprattutto la scelta del saper essere sempre se stessi nel continuo rispetto vicendevole.
Nella cucina lavorano in team e, nella diversità, hanno bisogno l’uno dell’altro per essere forti. Gli ostacoli sono tanti, naturalmente, ma se la squadra è affiatata, come ogni manuale di management insegna, si vince sempre.

Finchè Anton Ego, il più potente critico culinario di Parigi conclude: “Il critico d’arte non è un artista, ma un invidioso che ha il solo talento di guadagnarsi da vivere nutrendosi dell’artista… non tutti possono essere dei grandi artisti, ma chiunque può diventare un artista”.

Nella mia professione incontro tanti uomini che sognano di diventare artisti, ma che si lasciano stroncare dalle critiche, altri che potrebbero essere degli artisti, ma che si lasciano fermare dagli eventi.
Ho conosciuto anche tante persone che non sapevano di essere degli artisti, e che sognavano una vita diversa: alcuni ce l’hanno fatta e ora sono felici.

Il segreto? Sono stati loro stessi e nonostante questo hanno rispettato la squadra in cui erano e il gioco che facevano e ora sono diventati dirigenti, professionisti e persone di responsabilità.

Forse mi stanno leggendo: grazie a loro ho imparato come Remy che tutti “possiamo diventare grandi cuochi se amiamo la cucina”.

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