domenica 6 aprile 2008

Il formatore e la semina

Quali caratteristiche deve avere il formatore più adatto? Me lo chiedo da anni e, pur avendo pensato di trovare varie risposte, ogni volta che vedo o sento la performance di un collega, le domande rimangono aperte. Ho anche navigato tra siti e blog e, chiaramente, ognuno sostiene di essere il migliore o di avere la tecnica più efficace.

La tentazione più grande di noi formatori è la facilità di dipingerci sempre come dei guru. Chi fa formazione tradizionale, di solito snobba il mondo dell’outdoor e della formazione esperienziale e viceversa; io invece penso che ci possano essere delle continuità interessanti. E’ un discorso che ho già affrontato in un mio precedente post; qui aggiungo che, secondo me, il bravo formatore deve insegnare a pensare prima che ad agire, deve aiutare le persone a conoscersi dentro. Per questo sono sempre perplesso di fronte ai guru che urlano slogan e utilizzano tecniche da psicoterapia di gruppo per motivare la gente… quanto dura la motivazione? Fino al prossimo corso se va bene.

Ultimamente mi hanno chiamato per tenere dei “seminari”. Mi piace questo termine perché racchiude in se “seminare”, condividere pensieri e azioni con le persone, per aspettare poi il raccolto.

Sto imparando che il seme deve essere buono, la terra va preparata con attenzione e pazienza e le piante vanno lasciate crescere, ognuna col suo tempo, e curate costantemente. E quando si raccoglie ce n’è veramente per tutti. Io credo che il bravo formatore semini sempre parlando con il cuore. E se qualche volta si perde il cliente, dispiace, ma i terreni incolti sono infiniti e il viaggio continua.

1 commento:

ste76 ha detto...

Condivido l'aver utilizzato la parola "seminare", il formatore deve curare costantemente le persone a poi attenderne il "raccolto".