domenica 20 luglio 2008

L'ozio creativo

Recentemente un dirigente di una grossa azienda farmaceutica mi ha detto che rimpiange quei lunghi e caldi pomeriggi estivi della sua infanzia, nel Sud Italia, passati nell’inerzia ad aspettare le ore più fresche.

Questa affermazione mi ha fatto riflettere perché è proprio quello che manca ad ognuno di noi: riappropriarci dei nostri tempi, soprattutto quelli biologici. Sono momenti importanti che ci permettono di riacquistare i nostri equilibri: sono numerosi i formatori e gli studiosi che condividono questa opinione. Il sociologo De Masi, per esempio, li chiama “ozio creativo”, proprio perché in quell’ozio apparente il nostro cervello costruisce e crea.

Da sempre durante i corsi Abbey Programme® parlo della necessità degli “stacchi”, durante i quali ci si ferma lasciando scorrere liberamente i nostri pensieri senza preoccuparsi del tempo che passa.
Nelle arti marziali i pieni e i vuoti danno senso al tutto come completezza, proprio come la stasi serve per preparare l’azione.

Mi sento quindi di fare un elogio alla pennichella, ovviamente quando possibile, con la ferma convinzione che non è sempre vero che “chi dorme non piglia pesci”.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Elogio che condivido in pieno. Così come ritengo il viaggiare un momento creativo, allo stesso modo penso che un sano ozio, inteso come un vuoto di pensieri, un lasciar andare, un lasciar scorrere... possa essere ugualmente un grande arricchimento creativo!
un saluto,
Marina