domenica 24 agosto 2008

Gianni Bonadonna, un medico nei panni del paziente

“Inizia così una carrellata di ritratti della sua fulgida carriera (…) i premi a non finire, le punte di un prestigio indiscusso nel mondo (…) poi appare un’immagine strana sul megaschermo, un foglio di quaderno strappato, su cui una mano infantile ha tracciato delle incerte e tremolanti serie diasticelle e bastoncini. La voce del grande oncologo finalmente ci arriva roca e pesante: io ero quello che avete visto prima, oggi non so più neppure fare le asticelle.”

Tra le mie letture estive mi ha colpito la testimonianza di Gianni Buonadonna nel libro “Medici umani, pazienti guerrieri”.
È la storia della sua vita: prima oncologo di fama internazionale poi malato, colpito dall’ictus all’apice della sua carriera. Dopo anni di lavoro scientifico si trova dall’altra parte della barricata; tante domande, poche risposte e due grandi illuminazioni che diventano certezze. La prima che nelle facoltà di medicina italiane si dovrebbe aggiungere un esame: quello di umanità, la seconda che il medico deve insegnare al paziente a combattere per la sua vita.

In questo libro ho ritrovato il grande insegnamento benedettino che l’uomo deve sempre essere al centro di ogni sistema e comunicazione infatti quello di Bonadonna è un messaggio di umanità in netto contrasto con quella parte del mercato della salute che privilegia il business a tutti i costi invece dell'onestà e del tempo donato.

Un grazie a questo medico-paziente che tra tutti i premi ora può annoverare quello più importante: “maestro di umanità”.
Spero venga letto da tanti medici, ma che possa essere utile anche a tanti pazienti. Voto 9

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