Vi sono barriere apparentemente
insormontabili e sono quelle sulle quali costruiamo i nostri preconcetti. Ogni
scienza, arte o disciplina ne è piena, ma spetta sempre a noi, con i nostri
gesti e la nostra anima, abbassare queste barriere e lasciare che il vero
spirito dell'uomo possa emergere dando risultati per tutti e soprattutto
umanizzando i processi nei quali siamo coinvolti.
La medicina è un'arte in cui un corpo
parla e quando segnala il malessere, un altro corpo, quello del medico,
interviene per aiutarlo nel processo di guarigione.
Tante volte ci immaginiamo macchinari
complessi, tecnologie all’avanguardia, ma il primo passo verso la comprensione
della malattia è sempre fatto da cose semplici, dal dialogo, da gesti sapienziali
come auscultare o controllare il battito cardiaco appoggiando le dita sul polso...non
sto sminuendo tutta la complessità moderna che ci aiuta a guarire, ma sto sottolineando,
come potete leggere in questo articolo l’importanza di quei piccoli gesti
che rendono umana la paura dello star male e accrescono in noi la speranza o ci
aiutano a superare le difficoltà. Questa è l'arte medica: un'arte in cui si
parla col cuore e si ascolta con l'anima e che fa ancora sentire l'uomo come
tale.
Grazie a tutti quei medici che vivono ancora la loro professione in
questo modo e che la sentono tale nel loro cuore: sono gli ultimi missionari di
un sapere che ci dice che viviamo tutti avvolti nel grande mistero, quello
della vita.
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