mercoledì 1 dicembre 2021

IL DIALOGO MUTO - COUNSELING


 

 

"Qualunque monaco girovago può fermarsi in un tempio Zen, a patto che sostenga coi preti una discussione sul Buddhismo e ne esca vittorioso. Se invece perde, deve andarsene.

In un tempio nelle regioni settentrionali del Giappone vivevano due fratelli monaci. Il più anziano era istruito, ma il più giovane era sciocco e aveva un occhio solo.

Arrivò un monaco girovago e chiese alloggio, invitandoli secondo la norma a un dibattito sulla sublime dottrina. Il fratello più anziano, che quel giorno era affaticato dal molto studio, disse al più giovane di sostituirlo. “Vai tu e chiedigli il dialogo muto” lo ammonì.

Così il monaco giovane e il forestiero andarono a sedersi nel tempio.

Poco dopo il viaggiatore venne a cercare il fratello più anziano e gli disse: “Il tuo giovane fratello è un tipo straordinario. Mi ha battuto”.

“Riferiscimi il vostro dialogo” disse il più anziano.

“Bè,” spiegò il viaggiatore “per prima cosa io ho alzato un dito, che rappresentava Buddha, l’illuminato. E lui ha alzato due dita, per dire Buddha e il suo insegnamento. Io ho alzato tre dita per rappresentare Buddha, il suo insegnamento e i suoi seguaci, che vivono la vita armoniosa. Allora lui mi ha scosso il pugno chiuso davanto alla faccia, per mostrarmi che tutti derivano da una sola realizzazione. Sicchè ha vinto e io non ho nessun diritto di fermarmi”. E detto questo, il girovago se ne andò.

“Dov’è quel tale?” domandò il più giovane, correndo dal fratello anziano.

“Ho saputo che hai vinto il dibattito”.

“Io non ho vinto un bel niente. Voglio picchiare qull’individuo”.

“Raccontami la vostra discussione” lo pregò il più anziano.

“Accidenti, non appena mi ha visto lui ha alzato un dito, insultandomi con l’allusione che ho un occhio solo. Dal momento che era un forestiero, ho pensato che dovevo essere cortese con lui e ho alzato due dita, congratulandomi che avesse due occhi. Poi quel miserabile villano ha alzato tre dita per dire che tra tutti e due avevamo soltanto tre occhi. Allora ho perso la tramontana e sono balzato in piedi per dargli un pugno, ma lui è scappato via e così e finita”. (Storia ZEN)


Non sempre le cose  sono ci come sembrano. La realtà ha sempre diverse facce e sfaccettature e dipende sempre da come viene interpretata. 

Questo accade perchè sono le nostre percezioni, i nostri preconcetti, i nostri stati d'animo a farci immaginare cose e situazioni che poi, alla riprova dei fatti si verificano ben diverse.

Per questo è importante, come in questa storia, saper dialogare, avere pazienza, ma soprattutto avere rispetto dell'interlocutore partendo dal rispetto per se stessi.

Cosa significa? Significa che ogni momento va accettato come tale e da lì partire per capire analizzando senza fermarsi alle apparenze, mantenendo la calma e frenando gli stati d'nimo che possano ostacolare il risultato.

Dialogare è difficile, ma è tutto: se si imparasse a dialogare di più saremmo tutti più felici e soprattutto meno influenzabili da cose, situazioni e persone perchè sapremmo usare meglio la nostre armi più temibili: il nostro cervello e la nostra conoscenza.

 

 

Terapie olistiche e bionaturali - Lomazzo (CO) - Buttrio (UD) - Mestre (VE)

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Percorsi di crescita e benessere personale


 

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