giovedì 5 maggio 2022

E TU CHE OCCHI HAI? - COUNSELING


 

Il primo giorno dell’esperimento, Elliott si presentò in classe indicando tutti i bambini con gli occhi castani come “gruppo inferiore”.

L’esperimento (REALE) iniziò proprio così e continuò per giorni.

Agli studenti con gli occhi azzurri consegnò dei collari di colore marrone che avrebbero dovuto mettere al collo dei compagni con gli occhi castani come simbolo della loro “inferiorità”. Durante questa prima fase, per i bambini con gli occhi azzurri erano previsti dei privilegi: furono fatti sedere nelle prime file in classe – mentre chi aveva gli occhi castani fu relegato in fondo.

L’esperimento proseguiva poi incrementando premi per il primo gruppo e aumentando segregazione e privazioni per il secondo con l’aiuto anche di qualche bugia a base pseudoscientifica. Inutile dire che dopo poco le prestazioni del primo gruppo aumentavano, mentre quelle del secondo diminuivano notevolmente, ma non solo. Infatti nei confronti del secondo gruppo il primo dimostrava odio e risentimento…

Il giorno dopo Elliott invertì totalmente i ruoli dei gruppi.

Gli esiti dell’esperimento, insieme alle riflessioni degli studenti, furono pubblicati sul quotidiano locale Riceville Recorder, e costarono a Jane Elliott aspre critiche. In particolare, molti contestarono la scelta di sottoporre dei bambini così piccoli a un’esperienza che metteva così a dura prova la loro emotività e autostima e i cui effetti negativi avrebbero potuto perpetuarsi negli anni successivi.

I risultati dell’esperimento di Elliott servono ancora oggi per comprendere la pericolosità dei comportamenti discriminatori e di qualsiasi forma di emarginazione o ghettizzazione sociale – basate su pregiudizi o stereotipi – che procurano ferite profonde agli individui che ne sono vittime e sortiscono effetti devastanti sulla loro autostima.

Il giudizio e l’atteggiamento degli altri interferisce più di ogni altra cosa sulla strutturazione dell’identità sociale e della personalità.

Grazie a Dio l’esperimento di Elliot servì a ravvicinare i due gruppi perché entrambi avevano provato il senso di discriminazione portando a pensare che solo chi ha subito determinate scelte può capire come evitarle…

Pensiamoci quindi bene prima di emarginare, ghettizzare o dare giudizi sugli altri e le loro azioni senza conoscerne i fatti concreti e soprattutto le logiche che muovono in certe direzioni, ma soprattutto ricordiamoci che ciò che subiamo non sempre è un bene soprattutto se mina la nostra identità e la nostra libertà di pensiero e di azione: e questo vale in ogni tempo e ogni situazione.

Provare per credere.

 

Se vuoi saperne di più sull’esperimento leggi qui

https://thevision.com/attualita/influenza-giudizio-altrui/

 

 

 

 

 

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