domenica 22 giugno 2025

VERO O NON VERO?



Lo specchio e la nebbia: percezione e realtà tra Occidente, Oriente e Medicina Tradizionale Cinese

 

"Non vediamo le cose come sono, le vediamo come siamo."
— Anaïs Nin

 

La storia dell’umanità è attraversata da un interrogativo profondo: ciò che percepiamo è reale o è solo un’illusione del nostro apparato sensoriale e mentale? Se in Occidente la questione è diventata una sfida epistemologica e scientifica, in Oriente si è trasformata in una via spirituale. La Medicina Tradizionale Cinese (MTC), figlia di una visione energetico-relazionale del mondo, incarna una sintesi raffinata di percezione e realtà, integrando corpo, spirito e ambiente in un’unica danza vitale.

 

Nella civiltà occidentale, la frattura tra percezione e realtà si è acuita a partire dal pensiero cartesiano. René Descartes, nel celebre cogito ergo sum, separa il pensiero (res cogitans) dalla materia (res extensa), inaugurando una visione dualistica che domina tuttora la scienza moderna.

 

"La percezione non ci dà mai l’essenza delle cose, ma solo il loro fenomeno."
— Immanuel Kant, Critica della ragion pura

 

Da allora, l’esperienza sensoriale è vista con sospetto: ciò che vediamo potrebbe essere un’illusione. L’oggettività diventa il parametro della realtà, e la soggettività – e con essa la percezione – qualcosa da superare o correggere. La scienza contemporanea, pur ammettendo l’influenza dei bias cognitivi e dell’osservatore (come dimostrato dalla meccanica quantistica), tende a ridurre la percezione a un artefatto biologico.

 

"Non percepiamo il mondo: lo interpretiamo."
— Varela, Thompson & Rosch, The Embodied Mind (1991)

 

Le filosofie orientali rovesciano l’equazione. Il mondo percepito è un’illusione (Māyā, nella tradizione indiana), ma non per questo è falso: è solo parziale, impermanente. Il fine non è separare soggetto e oggetto, ma trascenderli nella loro interconnessione.

 

"Ciò che per l’ignorante è il mondo, per il saggio è l’apparenza di un sogno." 
Upanishad

 

Nella tradizione taoista, la realtà non è fissa ma mutevole, governata dal Dao, l’indefinibile principio che regola ogni trasformazione. La percezione non è illusione ma parte del processo conoscitivo, da affinare piuttosto che respingere.

 

"Il Dao che può essere detto non è l’eterno Dao."
— Laozi, Dao De Jing

 

Il cuore della questione orientale è la pratica: meditazione, respirazione, silenzio. La realtà si svela quando la mente smette di afferrare. Come scrive Alan Watts:

"Il problema non è che la percezione inganni, ma che vogliamo definire l’indefinibile."
— Alan Watts, La via dello Zen

 

In MTC, percezione e realtà si incontrano nel concetto di Qi (energia vitale). Il medico non cerca tanto la realtà oggettiva della malattia, quanto la qualità della relazione tra interno ed esterno, tra yin e yang, tra cielo e terra.

 

"La malattia non è un’entità, ma uno squilibrio nella rete di relazioni."
— Elisabeth Rochat de la Vallée, The Essential Book of Chinese Medicine

 

La diagnosi in MTC si basa sulla percezione profonda: osservazione, ascolto, palpazione, interrogatorio. Ogni tecnica è un affinamento dei sensi e della consapevolezza.

 

La realtà del corpo non è mai separata dallo spirito (Shen), e la percezione dell’altro – del suo volto, della sua voce, del suo polso – è già parte della cura. Non si tratta di “vedere la verità”, ma di percepire l’armonia o la disarmonia nel flusso del Qi.

 

"Là dove il Qi scorre libero, non c'è dolore. Dove c'è dolore, il Qi è bloccato."
— Su Wen (Testo fondamentale di MTC)

 

La realtà in MTC è processuale, in divenire, legata al tempo (ritmi circadiani, stagioni, cicli vitali) e al contesto. Il terapeuta è testimone di un’armonia che si è persa, e guida – con aghi, erbe, parole o silenzio – il paziente verso una nuova coerenza energetica.

 

L’Occidente misura, l’Oriente ascolta. Ma oggi, grazie alle neuroscienze, si apre uno spiraglio di convergenza. Studi recenti dimostrano che la percezione modifica la realtà cerebrale e corporea: ciò che crediamo influenza ciò che siamo (Benedetti, 2021).

 

"Il cervello costruisce il mondo a partire da ipotesi predittive."
— Andy Clark, The Experience Machine (2023)

 

Anche la fisica quantistica suggerisce che l’osservatore modifica il sistema osservato, avvicinandosi alla visione taoista della realtà come co-creazione.

 

"Non è il mondo a essere oggettivo, ma l’esperienza condivisa."
— Carlo Rovelli, Helgoland (2020)

 

La verità non è mai solo “là fuori” né solo “dentro di noi”. È in quella zona intermedia dove percezione e realtà si toccano, come due mani in preghiera. Forse, come suggerisce la MTC, la vera guarigione inizia quando smettiamo di inseguire la realtà assoluta e impariamo ad ascoltare i mutamenti del Qi, le sfumature dello Shen, la vibrazione del mondo.

 

"Non si tratta di capire, ma di accordarsi."
— François Jullien, Une seconde vie (2022)

 

Bibliografia

  1. Clark, A. (2023). The Experience Machine: How Our Minds Predict and Shape Reality. Penguin.
  2. Rovelli, C. (2020). Helgoland. Adelphi.
  3. Varela, F. J., Thompson, E., & Rosch, E. (1991). The Embodied Mind. MIT Press.
  4. Jullien, F. (2022). Une seconde vie. Grasset.
  5. Rochat de la Vallée, E. (2010). The Essential Book of Chinese Medicine. Singing Dragon.
  6. Watts, A. (2021). La via dello Zen (nuova edizione). Adelphi.
  7. Benedetti, F. (2021). Placebo: Il potere della mente. Carocci.
  8. Laozi. (2020). Dao De Jing (trad. contemporanea). Mondadori.
  9. Kant, I. (2022). Critica della ragion pura (ed. commentata). Laterza.
  10. Descartes, R. (2021). Discorso sul metodo (ed. critica). Einaudi.

 

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