martedì 17 aprile 2007

Chi dovrebbe partecipare a un corso di formazione?

La lista dei possibili partecipanti sul tavolo del direttore del personale ha sempre qualche punto di domanda. Scegliere chi rema contro le direttive aziendali o chi è sempre d’accordo? Forse è meglio fare formazione solo ai commerciali perché così si aumentano gli ordini. Quanto al management… non lo so, bisognerebbe trovare qualcosa di speciale… ma la direzione ha poco tempo da dedicare ad altro: forse è meglio fare formazione al solito gruppo, del resto hanno iniziato un percorso e quindi che vadano avanti…
A questo proposito voglio citare alcuni casi che mi sono capitati.

Una partecipante ad un corso sull’attenzione al cliente mi dice di avere saputo solo all’ultimo momento di dover partecipare per sostituire una collega. Il suo responsabile le aveva detto: “il corso è pagato per 15 persone, quindi domani vai tu.” Mi dice di essere demotivata, il suo lavoro non è gratificante, è noioso, ripetitivo, non ha relazioni con nessuno e non ha nemmeno una scrivania fissa dove svolgerlo, deve “adattarsi”. Venire ad un corso perché serve “per fare numero” è oltremodo avvilente: piange e la capisco.
Le suggerisco di prendere il corso come un momento di stacco dal solito lavoro, di vedere le cose per due giorni come un gioco: potrebbe diventare stimolante e utile. Sono passati 5 anni, sento questa persona regolarmente, mi dice di avere scoperto il rapporto con i clienti come una sfida e che i clienti stessi sono molto soddisfatti.
Quella persona oggi dirige un ufficio con 40 collaboratori e il suo ex responsabile è in pensione.

Un’altra situazione: all’apertura di un corso sull’approccio e la motivazione al lavoro di gruppo una partecipante mi dice subito che preferisce essere lasciata in disparte: ha dovuto partecipare per forza e il suo week-end di tutto riposo è rovinato per causa mia. Non vuole nemmeno parlarne perché crede che il lavoro si debba concentrare solo nei soliti orari.
Pensa di contrariarmi, invece condivido appieno il suo punto di vista e le propongo di vivere le due giornate per imparare ad organizzarsi meglio per guadagnare più tempo per se stessa.
Non è molto convinta e durante il pranzo mi rivela di essere stata mandata al corso per punizione a causa del suo carattere ribelle. E’ una persona molto decisa, che sa quello che vuole, poco propensa ai compromessi e che odia il suo lavoro.
A questo punto perché non cambiare il punto di vista sul lavoro che svolge? Mi ride in faccia e io accetto la sfida. Riesco a coinvolgerla in quello che succede e al termine della prima giornata dice di essersi divertita molto, che il tempo è passato in fretta e che vuole vedere come finiranno le cose. Si dimostra curiosa e mi accorgo che incomincia a sorridere.
Sono passati alcuni mesi, l’ho sentita per gli auguri di Pasqua: dice che sta “reimparando” a lavorare e che presto avrà una promozione perché si è dimostrata più aperta con i clienti e questi l’hanno trovata cambiata. Credo abbia imparato a sorridere e non riesca più a farne a meno…

Infine un ultimo caso: il gruppo dei partecipanti al corso Samurai Lab® è compatto, la titolare ha saputo provocarli emotivamente e motivarli. La voglia di provare qualcosa di diverso in questo Samurai Lab® è palpabile, tante domande, tante risposte, tanto coinvolgimento, tanto divertimento: per tutti tranne che per una persona che non ha voluto saperne di partecipare.
Il gruppo risponde molto bene: io mi adeguo alle loro esigenze, loro si lasciano guidare nel percorso. Mi accorgo che la fiducia cresce e anche la motivazione. Il corso si conclude benissimo e il gruppo esce ancora più compatto e motivato dall’esperienza: si sentono dei samurai pronti ad affrontare con coraggio ogni cosa e vicini a chi li guida.
Il giorno seguente ricevo una telefonata dalla titolare: corso ha fatto bene a tutti e soprattutto a quella persona che non ha voluto partecipare perché è stata messa di fronte ad una scelta: o condividere un lavoro di gruppo con tutti o restarsene da sola. Ha scelto il gruppo.

Non possiamo mai sapere cosa può succedere al temine di un corso di formazione: per questo è importante non partire mai prevenuti, ogni persona in qualsiasi ruolo aziendale può trovare degli spunti interessanti e dei motivi di riflessione e di rinnovamento. Tutti abbiamo bisogno di imparare, sempre, e da tutti: bisogna avere il coraggio non solo di ammetterlo, ma di farlo.

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