domenica 10 febbraio 2008

San Benedetto negli affari

Sono riuscito finalmente a leggere il libro di Q. R. Skrabec “La Regola di San Benedetto per il successo negli affari” di cui vi avevo parlato in un mio precedente post.
Ero curioso di scoprire "l'approccio americano" alla Regola e devo dire che l’ho trovato molto interessante, ricco di spunti e con molti
riferimenti sia storici che manageriali.
Tuttavia, penso che il tipico pragmatismo americano, con il voler cercare una soluzione a tutti i costi, finisca con il soffocare uno degli aspetti fondamentali della Regola: l’umanità.


Skrabec analizza la Regola più come un insieme di tecniche da adottare che come una fonte di ispirazione per trovare quelle più idonee.
Anche i tanti riferimenti ad altri modelli manageriali e di leadership sono calzanti ma, alla fine, diventano solo applicazioni di una fredda strategia. Pur condividendo i contenuti, che peraltro sono gli stessi di Abbey Programme®, non mi convincono né il metodo né la modalità di approccio: manca l’anima, la passione per l’uomo, l’invito alla riflessione.

Benedetto parlava di uomini, delle loro forze e delle loro debolezze, di uomini che dovevano essere sì governati, ma con pietà e giustizia. Ho sempre sostenuto che la Regola sia il primo manuale di management della storia e sono convinto che sia diverso dagli altri perché parla con l’anima e con il cuore prima di considerare obiettivi o budget. E sono anche convinto che i monaci riescono nei loro affari perché conoscono il valore dell’anima e del cuore.

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