martedì 4 novembre 2008

Formatore di cani: un libro eccezionale


Una storia del Devon dice: “Dio stava assegnando i nomi a tutti gli animali mentre lo seguivano e poiché gli animali erano moltissimi l’operazione durò molti giorni, finché non ne rimase solo uno. Aveva le lacrime agli occhi che gli scendevano lungo il muso e Dio gli chiese perché piangesse. “Perché non ho un nome fu la risposta”. E Dio disse:“Vedi, il tuo l’ho tenuto per ultimo perché tu sarai il migliore amico dell’uomo e quindi devi avere un nome molto speciale, il tuo nome sarà uguale al mio (GOD) ma sarà scritto al contrario (DOG)”.

È un grande amore quello che guida da anni Graeme Sims nel suo lavoro di addestratore di cani, amore che lo ha portato a parlare della sua esperienza nel libro “L’uomo che sussurrava ai cani” di recente pubblicazione in Italia.
Perché parlare di cani in un blog sulla formazione?

L’esperienza di Grame mi ha colpito molto e mi ha fatto scoprire molti parallelismi tra il suo e il mio lavoro. Non che i miei clienti siano dei cani, ovviamente, ma voglio spiegarvi a cosa mi riferisco raccontandovi quello che mi è capitato oggi.


Una dirigente di un’importante azienda mi ha detto che spesso, nelle relazioni con i collaboratori, si è accorta che, dove possibile, privilegia la comunicazione non verbale. In altre parole segue più l’istinto che la ragione. Non sempre ha successo; infatti la tecnica è complessa, va affinata, necessita di grande attenzione ai dettagli e di molta osservazione.

E’ una comunicazione che va colpire quegli istinti primordiali che tutti possediamo e sui quali spesso ci basiamo per articolare la prima impressione, quella sensazione che la ragione non potrebbe definire.


Se volete saperne di più leggete questo libro: è avvincente e vi assorbirà subito fin dall’inizio. Scoprirete come nell’affascinante lavoro dell’addestratore servano umiltà, umanità e tanta leadership.

Del resto di alcuni cani si dice che gli manchi la parola: noi umani, a volte, ne usiamo troppe e male.

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