domenica 12 dicembre 2010

Misurare la felicità

Oggi voglio commentare un articolo apparso sul Corriere della Sera dal titolo "L'indice di felicità al posto del PIL" .

Quello che è interessante notare è che anche i governi incominciano ad accorgersi che la felicità delle persone non è data solo da quanto producono o da quanto incamerano.

Il PIL non misura la felicità, molti altri fattori entrano in gioco, la difficoltà sta nel quantificarli.
Quando le aspettative delle persone si traducono in risultati, il grado di felicità è molto alto: si può essere felici per una cena ben riuscita come per un buon affare andato in porto. L’importante è sempre misurarsi con la realtà e sapersi destreggiare tra i mille desideri indotti che ci vengono proposti quotidianamente.

Non è necessario avere tutto per essere felici, ma come ci insegnano i maestri zen e i saggi dell'antichità, saper dare valore a ciò che abbiamo e capire ciò che siamo in grado di costruire per noi e per gli altri.

Quando il metro di misura si trasforma da “economico” a “umano” tutto cambia perché, in fondo, ricchi, potenti, o uomini comuni, tutti saremo ricordati per quanto abbiamo saputo dare e fare per gli altri

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