Mai come ora ho sentito nelle mie sessioni di counseling tante persone con “voglia di svolta”.
Non parlo delle svolte decisive che portano miglioramento o realizzano passioni, ma svolte che sanno di “fuga”.
Si tratta soprattutto di persone deluse dal loro lavoro, impegnate a rincorrere non più i loro sogni, ma una realtà e una concretezza molto diversa dagli ideali di partenza. La sfiducia serpeggia fomentando rancori e allontanando le persone dalla loro umanità più profonda, spersonalizzandole e riducendole a meri esecutori.
La voglia di svolta non si attua cambiando totalmente vita o sognando lidi lontani, ma cercando il cambiamento prima di tutto in noi stessi, ricercando valori più profondi che sappiano nutrirci ogni giorno di speranze e di voglia di fare.
I grandi della storia che hanno costruito qualcosa di veramente valido hanno sempre creduto in questo e non hanno abbandonato il campo sperando in un raccolto migliore lontano.
Mio nonno è stato emigrante in Argentina, ma i suoi sogni erano qui, e per questo è tornato, ha fatto la guerra, si è sposato, ha avuto figli...
Mai più di ora la frase di Gandhi ispiratrice del mio blog (e della mia vita) è veritiera: "Dobbiamo essere il cambiamento che vogliamo vedere" per noi stessi e per gli altri.
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