mercoledì 12 ottobre 2011

Le parole che ti ho detto: consilienza

“La consilienza è stata definita - con efficace metafora- come "l'orchestrazione delle Scienze", nella innovativa intuizione della convergenza olistica e finalistica di tutte, verso una Summa Universale. Il termine è stato coniato dal filosofo ed educatore britannico William Whewell (1794-1866. In: "La filosofia delle scienze induttive"), che definisce la consilienza come "l'inferenza che occorre quando un'induzione ottenuta da una classe di realtà, coincide con un'altra induzione , sorta da una diversa classe di realtà"(…). La consilienza, ripresa dal biologo vivente americano Edward Osborne Wilson nel suo libro “Consilience: the unity of knowledge, 1998 è la più alta manifestazione d'effetto del tra-mandare migliorativo in ciascun passaggio. Rappresenta la finalizzazione (telos in Greco) dei diversi Saperi e l' aggregazione relazionale e interconnessa degli stessi in unambito umano condiviso”. (fonte studio Boccanegra).

Ha senso parlare di “consilienza” nella formazione? Secondo me assolutamente si. Infatti credo che uno dei compiti del formatore sia quello di finalizzare i saperi, pur sempre limitati della sua personale esperienza, condividerli con quelli dei partecipanti ai corsi e cercare, attraverso un lavoro comune, di proporre strade e possibilità alternative alla risoluzione dei problemi. 

Gian Marco Boccanegra cita come esempio pratico di consilienza Internet, dove sconosciuti di ogni parte del mondo possono comunicare e scambiarsi idee, ma ciò può realizzarsi ogni volta che si cerca di “unire” anziche lasciarsi “dividere” dai pareri discordanti. Serve una grande dose di umiltà, una grande voglia di imparare e soprattutto di pensare che in questo grande mondo siamo in tanti e il sapere non è esclusiva di nessuno.

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