domenica 2 ottobre 2011

Sindrome Steve Jobs

Non ho la pretesa di descrivere una nuova sindrome, voglio semplicemente fare delle riflessioni su quello che sta accadendo ad alcuni miei clienti.
L’uscita di diversi libri che parlano di Steve Jobs, della sua vita, dei suoi successi, del suo metodo di lavoro hanno letteralmente elettrizzato il popolo dei manager alla ricerca di se stessi provocando le reazioni più strane e differenziate. Ma si può essere Steve Jobs?

Ne parlo nel mio ultimo articolo su BrainFactor: per leggere l'articolo clicca qui.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Io sono già io. Non ho bisogno di essere Steve Jobs.

Ho già trovato me stesso. Io e me stesso ci conosciamo fin troppo bene.

Non mi cerco, mi propongo per essere trovato.

Paolo G. Bianchi ha detto...

Caro Anonimo,
beato te che sei già te stesso, io dopo 48 anni di lunga ricerca continuo a cercarmi, trovarmi, ritrovarmi, crescere...
Nemmeno io ho bisogno di esere Steve Jobs e, se hai letto l'articolo, è quello che sostengo...per tutti!
grazie
paolo

Anonimo ha detto...

Caro Paolo,

sul crescere sono d'accordo con te al 100%, come pure sul non dover essere SJ:

Ovviamente conoscermi non vuol dire fermarmi, anzi quello che so di me è anche quello che mi suggerisce in cosa cercare di continuare a crescere.

E poi ... mi conosco, ma non è detto che quello che so sia tutto;)

Maurizio Domolato ha detto...

Grazie Paolo ,ben detto ! E' ora che le aziende si rinnovino dalla testa, l'innovazione deve partire da qui perché il pesce puzza dalla testa .

Non è lui al centro perché rende protagonista il suo prodotto, non ha tempo per darsi arie perché il prodotto è il suo amore, perché dedica tutto al suo amore. Questo è il successo di Steve "il prodotto è la prima donna" nessun altro è una star alla Apple. Tutti nel mirino lavorano per il cliente, per dare un prodotto ottimo, unico. Questo è amore. L'altra parte che completa la radice "Apple " è la "spiritualità" il pensiero spirituale che comprende, giustifica, e ha compassione nel lavoro verso tutti i collaboratori come una famiglia,come fratelli . Questa è la vera innovazione benedetta da Dio, questo è il compito che Dio ha dato a Steve jobs assumendolo come servo per mostrare al mondo imprenditoriale mondiale come si può' lavorare senza la furbizia, senza modi di basso grado di maturità, nell'onestà. Chi lavora così è benedetto da Dio,.....e gli altri? Gli altri poco a poco si inaridiscono nella loro "furbizia" . Nel 2011 le parole chiave sono : "ONESTA', SPIRITUALITA' E LUNGIMIRANZA" . Grazie Paolo bell' articolo

Maurizio F. Brera ha detto...

Caro Paolo,
intanto è un piacere risentirti.
Il manager è di per sè un essere alla costante ricerca di sè stesso, perchè non smetterà mai di chiedersi cosa fare da grande, essendoci sempre qualcuno più grande di lui.
La sindrome da te descritta può trovare, secondo me, guarigione, oltre a persone illuminate che capiscono i loro limiti e diventano manager di sè stessi e non alla ricerca di sè stessi, nel saper condensare il lavoro senza dispersione, e quindi, quando giunge il momento di staccare la spina e rientrare da ciò che veramente è il carburante che li ritempra: la famiglia.
Perchè, se sono stati avveduti, capiranno che, dopo giornate intere di battaglie aziendali, non c'è nulla di meglio del sorriso e dell'amore di tua moglie e dei tuoi figli.
Ti sembrerà sdolcinato, ma la progenie è la continuazione della specie, la carriera sola in sè stessa è l'inizio dell'avidità ed il fallimento della tua umanità.
Arrivederci a presto.

Maurizio F. Brera

Omero Pesenti ha detto...

Molto interessante Paolo, condivido .
Sai mi pare che anche in queste vicende si riveli l'abituale "revisionismo" e "particolarismo" che l'individuo applica sempre a piene mani. Un pò come l'auto diagnosi e l'autocura. Si seguono consigli di parenti ed amici sulle cure da fare senza minimamente preoccuparsi di rivolgersi al proprio "curante" professionista.
Fast cares, fast remedies, fast life ... mah!
VALE Paulus!

Claudia Guastalla ha detto...

no non si può essere Steve Jobs semplicemente perchè lui ha creato qualcosa che altri non sono stati capaci di farlo come non si potrà essere mai Michelangelo quando nascono determinate persone sono uniche nel loro genere irripetibili ecco perchè entrano nella storia altrimenti tutti noi saremmo nella storia e sarabbe una storia banalissima . Queste persone sono predistinate dalla nascita a creare nel bene o nel male qualcosa che rimarrà per sempre e ciò rappresenta l'unicità della persona per fortuna.