mercoledì 7 dicembre 2011

Ama il prossimo tuo: team building

In un’antica disputa Akivà, un saggio rabbino sosteneva che il principio fondamentale della Torà fosse: “Ama il prossimo tuo come te stesso”. 
Al contrario, un altro rabbino, Ben Azai, era convinto che il fulcro di tutta la Torà fosse nella frase “a immagine di Dio lo creò (Genesi 5:1)”. Quest’ultimo, infatti, riteneva che la profonda incapacità di molte persone ad amare veramente se stesse portasse come conseguenza la relativa impossibilità ad amare gli altri.

Le persone che incontro in azienda sono spesso invidiose le une delle altre, le gelosie bloccano lo spirito di collaborazione alimentando l’arrivismo e la difesa ad oltranza dei propri spazi e dei propri territori. 
Questi comportamenti evidenziano come l’uomo a volte sia incapace di amare se stesso e di vedere nella competizione, che è normale nella vita, una possibilità di crescita e non di rivalsa. Quando siamo troppo attaccati a noi stessi e al nostro ruolo non ci amiamo perché non ci permettiamo di imparare: a volte la scusante è che lo si fa per il bene dell’azienda. 
Ma quale guadagno ci può essere nell’essere uno contro l’altro? Ed è per questo che la richiesta di corsi sul team bulding è sempre crescente: lo scopo non è aiutare alla costruzione di un gruppo, ma aiutare i singoli a ritrovare pace in se stessi e a relazionarsi in modo diverso e più costruttivo. A volte basta poco, un po’ di pazienza, attenzione, una comunicazione più efficace e soprattutto il non mettersi al centro del mondo. 
Vedere nell’altro qualcosa di buono aiuta: vi assicuro che qualcosa di buono c’è veramente in tutti, ma bisogna volerlo trovare!

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