martedì 30 ottobre 2012

Ripartiamo dalle idee

"Uno su 35 ce l'ha fatta. Erano partiti in 350, in finalissima sono rimasti in 30, e ieri sono stati scelti i 10 vincitori. Dieci progetti, dieci idee giovani di ragazzi e ragazze che - il lavoro - non lo cercano ma lo creano". 

E' l'esito dell'iniziativa "Ripartiamo dalle idee" che vede coinvolto Corriere , Armando Testa, Sda Bocconi e Intesa Sanpaolo in una start up per neo imprenditori. 

"Tra gli obiettivi e le ragioni del concorso non c'è solo quello - concreto - di dare un aiuto alle giovani promesse alle prese con l'ingresso nel mondo del lavoro, in un momento particolarmente difficile per l'economia. Ma anche, per esempio, la necessità di rilanciare la fiducia. «Siamo convinti - ha spiegato il direttore del Corriere Ferruccio de Bortoli - che servano segnali positivi concreti per aiutare il Paese a far emergere energie e processi di crescita". 

Una iniziativa a mio avviso positiva che apre alla speranza e dà modo comunque di continuare a costruire nonostante le difficoltà del periodo e i cattivi presagi dei tanti. 

Fare impresa resta sempre un sogno, ma realizzare un sogno è sempre la mèta a cui tutti vogliamo aspirare.

domenica 28 ottobre 2012

Abbey Programme al Badoni di Lecco



All’Istituto Tecnico Industriale Badoni di Lecco  ho appena terminato un ciclo di quattro incontri dal titolo “La Regola benedettina come modello di management” rivolto alle classi quinte dell’indirizzo di “meccanica”. 
L’iniziativa, promossa dal Prof. Carlo Polvara, ha riscosso un grande successo da parte degli studenti. Il loro coinvolgimento li ha portati, con l’affiancamento del Prof. Valerio Sala, a iniziare l’elaborazione di un e-book con i risultati dei lavori svolti in aula. 

L’intervento formativo continuerà il prossimo 19 novembre con la visita all’Abbazia di Praglia. Sarà un momento “esperienziale” in cui incontreranno l’Abate, si cimenteranno in una giornata all’insegna del lavoro comune, dello spirito di gruppo, del silenzio e della voglia di imparare dalla Regola quello che può rendere il loro domani più consapevole. 

Appena pronto potrete trovare l’e-book anche qui su Formazionezero.

giovedì 25 ottobre 2012

Pensiero del fine settimana



"Molto tempo fa in questo paese era buio fitto. Gli abitanti, tennero un'assemblea e decisero che occorreva una persona che fosse veloce a correre.: Scelsero Ghiandaia Azzurra. 

Esso, si mise subito in moto in direzione di levante e finalmente giunse in una capanna di terra in un villaggio molto abitato a giudicare dalla quantità di capanne, ma nessuno in realtà era li, perché se ne erano andati ad una festa non molto distante. 

Entrato nella capanna trovò un bambino.. Ghiandaia Azzurra chiese al bambino: "Dove sono andati?'". Il ragazzo rispose: "Sono andati via".

Nella capanna c'erano delle ceste di provviste contro la parete: Ghiandaia Azzurra indicò la prima cesta che vide li vicino e chiese: "Che c'è in quella cesta?". Il bambino rispose: "Prima sera". 
Poi indicò la cesta accanto dicendo: "Che c'è in quella cesta?". E il ragazzo rispose: "Appena buio". 
Le domande alternate dalle risposte si susseguirono, fino all’ ultima:: "Che c'è in quella cesta?". 
Il fanciullo rispose: "Aurora". Allora Ghiandaia Azzurra afferrò lesto la cesta e se ne scappò di corsa! Il bambino cominciò a gridare: "Ci hanno rubato l'Aurora!". La gente non fece caso alle urla del bambino poco distante, e continuarono a danzare.
Finalmente l’ attenzione di un abitante cadde sulle urla e disse: "Il ragazzo grida che hanno rubato l'Aurora". Tutti accorsero allora alla capanna e, spiegato l’ accaduto si misero presto ad inseguire Ghiandaia Azzurra verso ponente. 

Egli andava verso ponente, sempre verso ponente. Vicino alla Grande Valle lo raggiunsero. Stavano per prenderlo; eran proprio sul punto di farcela, quando egli aprì la cesta e la luce volò fuori". 


antica leggenda Sioux

giovedì 18 ottobre 2012

L'angolo di Tiziano

Cosa significa "compiere il nostro dovere?". Nel suo Angolo, Tiziano oggi ci invita a rileggere questo meraviglioso e attualissimo passo di Marco Aurelio: "Quando sei riluttante ad alzarti, al mattino, pensa subito: “È per adempiere il mio dovere di uomo che mi alzo...." continua qui

domenica 14 ottobre 2012

Samurai Lab: la pratica alla resilienza

Di questi tempi tutti abbiamo bisogno di essere “resilienti” (qui puoi leggere il mio articolo pubblicato in proposito da BrainFactor)  e soprattutto di essere motivati e di saper motivare gli altri. E chi più degli antichi samurai sapevano affrontare con determinazione e coraggio le difficoltà?

Per questo in collaborazione a Lbdi training, società di comunicazione di Milano, proponiamo un percorso pratico dal titolo “La pratica alla resilienza, motivarsi e motivare in tempo di crisi” basato proprio sul metodo Samurai Lab con un modulo appositamente studiato della durata di una giornata.

 Il seminario si svolgerà a Milano venerdi 26 ottobre 2012, e si rivolge a Dirigenti di qualsiasi funzione aziendale che desiderano comprendere come governare meglio le proprie emozioni e trasformarle in energie positive per sé e per i propri gruppi di lavoro.
Gli iscritti a FONDIR potranno usufruire di un Voucher formativo

giovedì 11 ottobre 2012

Pensiero del fine settimana



….."C’era una volta un giovane che andò da un saggio in cerca di aiuto: “Sono venuto qui, maestro, perché mi sento così inutile che non ho voglia di fare nulla. Mi dicono che sono un inetto che sono incapace, maldestro e stupido. Come posso migliorare? Cosa posso fare affinché mi apprezzino di più?”. 
Il maestro gli rispose distrattamente, senza nemmeno guardarlo: “mi dispiace, ragazzo, non posso aiutarti perché prima ho un problema da risolvere. Dopo magari…” fece una pausa e poi aggiunse: “ma se tu mi aiutassi magari potrei risolvere il mio problema più in fretta e poi aiutare te”. 
“Con piacere, maestro” disse il giovane esitante e un po’ deluso perché la soluzione del suo problema era stata nuovamente rimandata. 
“Bene” continuò il maestro, togliendosi dal dito un anello e porgendolo al ragazzo “prendi il cavallo e va’ al mercato. Ho bisogno di vendere questo anello perché devo pagare un debito. Vorrei ricavarne una buona sommetta per cui non accettare meno di una moneta d’oro. Va’ e torna con la moneta d’oro il più presto possibile”. 
Il giovane prese l’anello e partì. Appena fu giunto al mercato iniziò ad offrire l’anello ai mercanti che lo guardavano con un certo interesse finché non diceva il prezzo. 
Quando il giovane menzionava la moneta d’oro alcuni si mettevano a ridere, altri lo ignoravano. Soltanto un vecchio gentile si prese la briga di spiegargli che la moneta d’oro era troppo preziosa in cambio di un anello. Pur di aiutarlo qualcuno gli offrì una moneta d’argento e un recipiente di rame, ma il giovane aveva istruzioni di non accettare meno di una moneta d'oro e rifiutò le offerte. Dopo aver offerto l’anello a chiunque incontrasse, rimontò a cavallo e riprese la via del ritorno, demoralizzato per il fallimento. 
Quanto avrebbe desiderato avere una moneta d’oro per regalarla al maestro e liberarlo dalle sue preoccupazioni, così avrebbe finalmente ottenuto il suo aiuto! Entrò nella stanza. “Maestro” disse “mi dispiace… Non è possibile ricavare quello che chiedi. Magari sarei riuscito ad ottenere due o tre monete d’argento, ma credo di non poter ingannare nessuno riguardo al vero valore dell’anello”.
 “Quello che hai detto è molto importante, giovane amico” rispose il maestro sorridendo. “prima dobbiamo conoscere il vero valore dell’anello! Rimonta a cavallo e vai dal gioielliere. Chi lo può sapere meglio di lui? Digli che vorresti vendere l’anello e chiedigli quanto ti darebbe. Ma non importa quanto ti offre, non glielo vendere. E ritorna qui con il mio anello”. 
Il giovane riprese di nuovo a cavalcare e lo portò dal gioielliere che lo esaminò alla luce della lanterna, lo guardò con la lente, lo soppesò e disse al ragazzo: “dì al maestro, ragazzo, che se vuole vendere oggi stesso l’anello, non posso dargli più di cinquantotto monete d’oro, ma se ha urgenza di vendere…” il giovane si precipitò dal maestro emozionato e gli raccontò l’accaduto. 
“Siediti” disse il maestro dopo averlo ascoltato. “tu sei come questo anello: un gioiello unico e prezioso. E come tale puoi essere valutato solo da un vero esperto. Perché pretendi che chiunque sia in grado di scoprire il tuo vero valore?” 
E così dicendo si infilò di nuovo l’anello al dito"

martedì 9 ottobre 2012

Gli italiani non amano il silenzio

Lo dico da tempo e ne ho la riconferma ogni volta che in monastero tengo un seminario Abbey Programme: la gente odia il silenzio e per questo tende a riempirlo con un fiume di parole inutili.  

Il silenzio è una dimensione pressochè scomparsa che a quanto pare sta diventando rara anche durante le ore notturne. Il silenzio finisce con il farci fa paura perché significa stare soli con noi stessi, con i nostri pensieri e le nostre paure. 

Per riempire il vuoto, per superare il disagio facciamo diventare tutto assordante. Bisogna riabituarci alla dimensione del silenzio e per farlo mi piace ricordare un antico motto benedettino: “Parla solo quando hai qualcosa di più prezioso del silenzio da dire”. Solo una cosa può aggiungersi a questa indicazione già di per sé preziosa: se dobbiamo parlare facciamolo con il cuore. Sempre.

domenica 7 ottobre 2012

50 posti di lavoro


Più cinquanta posti di lavoro in meno di un anno, uguale infinita soddisfazione. È quello che campeggia a chiare lettere su una pagina de “Il Corriere della Sera”
È la proposta che l’imprenditore sessantenne Angelo Corigliano offre per “dare un piccolo contributo al rilancio del nostro Paese”. Angelo, scopertosi malato, ha deciso di raggiungere questo ambizioso obiettivo e l’ha voluto dichiarare in modo ufficiale pubblicandolo sul Corriere.
Mi sembra un bell’esempio, soprattutto in un momento in cui la tendenza è pensare al breve, brevissimo periodo o, peggio, chiudersi a riccio senza neanche provare a cercare delle soluzioni che possano portare al bene comune. E noi cosa stiamo facendo?

giovedì 4 ottobre 2012

L'angolo di Tiziano

Tutti, prima o poi, cadiamo in una qualche azione riprovevole o semplicemente meschina. Anche i migliori di noi. Non c’è da stupirsene, è la natura dell’uomo.
Il problema è che queste cadute, nelle persone migliori, sono devastanti, perché è come se interrompessero un percorso di crescita, come se ci mettessero a nudo di fronte alla poca cosa che siamo.

Tiziano Cornegliani ci aiuta a riflettere su questo nel suo "Angolo di Tizano". Scarica qui il suo intervento.

martedì 2 ottobre 2012

La mente che sogna

Sono molte le culture in cui il sogno ha un valore sacro. Da millenni si tenta di interpretarli con modalità, approcci e soprattutto finalità differenti. C’è chi affida i propri sogni ad altri per averne un’interpretazione, chi sogna ad occhi aperti e chi fa dei suoi sogni motivo di vita, chi li realizza e chi si arrende lasciandoli in un cassetto. Ne parlo nel mio ultimo articolo su Brainfactor.
Nella speranza di aiutare a costruire nuovi sogni che possano diventare solide realtà.