martedì 23 aprile 2013

L'invidia



“L’esistenza è puntuazione di forza e come tale non solo tende a conservarsi, ma riesce a conservarsi solo se è capace di espandersi: nel contempo ogni puntuazione di forza è sempre una forza limitata. Da qui discende che il bisogno di espansione genera insofferenza non solo nei confronti di quello che ci limita, ma anche rispetto al proprio limite. In questa dinamica risiedono le condizioni strutturali per l’impiantarsi dell’invidia” (Salvatore Natoli).

L’invidia scatta quando ci sentiamo impotenti di fronte alle situazioni e perdiamo il rapporto con la realtà soffermandoci più sulle apparenze e sui pregiudizi che sulla concretezza dei fatti.
Molte volte incontro persone che mi parlano dei successi degli altri soffermandosi solo sugli aspetti esteriori quali ricchezza, vita agiata, carriere brillanti.

Che il mondo non si basi su un concetto di giustizia sociale è una grande verità, ma ciò non significa che anche nel nostro piccolo dobbiamo continuamente incrementare questa convinzione: il perseguirla porta solo ad un impoverimento crescente partendo dalla propria auto-de-valorizzazione.

Cosa fare? Le maggiori filosofie del mondo ci insegnano a:

1. vivere in serenità migliorando le proprie condizioni sulla base degli effettivi bisogni
2. mettersi in gioco costantemente
3. vedere i risultati sempre in un’ottica di crescita
4. non lasciarsi vincere dall’invidia: se nessuno invidiasse gli altri questi non avrebbero niente di cui farsi invidiare
5. evitare di diventare motivo di invidia cercando di produrre sempre effetti positivi con spirito solidale e gratuito.

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