“Pensiamo, a volte correttamente, che
il tempo degli smartphone ci abbia consegnato libertà, ma la gioia di essere
liberati dal lavoro stanziale spesso ci impedisce di capire che lo stesso
strumento ci imprigiona nel lavoro permanente e senza fine, nell’incubo della
reperibilità totale, nel bombardamento degli impulsi senza tregua…”
La necessità di essere sempre collegati
ci impedisce di vedere la realtà, o meglio, ci limita a una sola realtà.
Tiziano, oggi, ci aiuta a riflettere su questo: scaricate qui il suo intervento.
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