domenica 6 ottobre 2013

Formazione? No grazie


Sono sempre stato dell'idea che le statistiche vadano prese con le pinze e valutate attentamente, ma quello che emerge da questo articolo pubblicato da La stampa Economia credo debba aprire una riflessione.

L'Italia credo non abbia mai brillato nella formazione del personale e la classe dirigente e imprenditoriale ha sempre trattato la formazione più come un "sasso in una scarpa" che non come un’opportunità.

Un Paese che non investe in formazione è destinato a rimanere al palo. Non bastano la buona volontà, la necessità di fare e il superamento del disperato bisogno di trovare mercati. L'impresa può sopravvivere solo se esistono delle politiche di crescita e sviluppo del personale continue. Lo sforzo di quei pochi, che continuano ancora a credere in questo, si può leggere nel medio e lungo periodo ed è evidente di come abbia aiutato, anche nella crisi, a produrre idee e soluzioni alternative capaci di innovare.

Formare è solo l'inizio, ma bisogna voler partire.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

concordo. nicolò boggian

Anonimo ha detto...

In generale concordo al mille per cento.
Nell'ultimo periodo, purtroppo nella foga di riqualificare si erogano corso totalmente anacronistici e slegati alle vere necessità del mercato.
Questo solo per compiacere politici mediaticizzati e operatori del settore che hanno a cuore solo i propri interessi.
E' vero che la formazione è un business ma più degli altri business si dovrebbe basare sull'etica. Perciò penso che formare i formatori sugli scopi della formazione sia la priorità di questo periodo così difficile.
Grazie

Anonimo ha detto...

è così. la sufficienza con la quale si guarda alla formazione - e alle persone che lavorano in quanto importanti risorse - è cronica, da noi.