Sono
sempre stato dell'idea che le statistiche vadano prese con le pinze e valutate attentamente,
ma quello che emerge da questo articolo pubblicato da La stampa Economia credo debba
aprire una riflessione.
L'Italia credo non abbia mai brillato nella formazione del personale e la classe dirigente e imprenditoriale ha sempre trattato la formazione più come un "sasso in una scarpa" che non come un’opportunità.
Un Paese che non investe in formazione è destinato a rimanere al palo. Non bastano la buona volontà, la necessità di fare e il superamento del disperato bisogno di trovare mercati. L'impresa può sopravvivere solo se esistono delle politiche di crescita e sviluppo del personale continue. Lo sforzo di quei pochi, che continuano ancora a credere in questo, si può leggere nel medio e lungo periodo ed è evidente di come abbia aiutato, anche nella crisi, a produrre idee e soluzioni alternative capaci di innovare.
Formare è solo l'inizio, ma bisogna voler partire.
3 commenti:
concordo. nicolò boggian
In generale concordo al mille per cento.
Nell'ultimo periodo, purtroppo nella foga di riqualificare si erogano corso totalmente anacronistici e slegati alle vere necessità del mercato.
Questo solo per compiacere politici mediaticizzati e operatori del settore che hanno a cuore solo i propri interessi.
E' vero che la formazione è un business ma più degli altri business si dovrebbe basare sull'etica. Perciò penso che formare i formatori sugli scopi della formazione sia la priorità di questo periodo così difficile.
Grazie
è così. la sufficienza con la quale si guarda alla formazione - e alle persone che lavorano in quanto importanti risorse - è cronica, da noi.
Posta un commento