lunedì 14 aprile 2014

Overwhelmed: la gara degli impegni


Si chiama overwhelmed e sta spopolando tra tutti noi. Il suo successo è dovuto al fatto che siamo sempre reperibili e, mare o montagna, vacanza o lavoro, tutti ci possono rintracciare e, a quanto pare ci aiuta a sentirci importanti. Non sto parlando di un gioco, né di una nuova applicazione per smartphone, ma di quello che ci sta accadendo per i troppi impegni che prendiamo.
Tutto questo è ben descritto in questo articolo di Anna Meldolesi per I Blog del Corriere.
Oggi è sempre più frequente trovare persone che "non hanno tempo" distrutte da impegni reali e "fittizi". Qui non stiamo parlando del tempo libero che dedichiamo ai nostri hobbies, ma della costante rincorsa delle cose da fare per renderci onnipresenti e, quindi, importanti.
Nelle sessioni di counseling parlo spesso del tempo libero, o meglio del tempo per se stessi, non come una conquista, ma come un vero e proprio dovere personale. Alla fine emerge sempre che è una mera questione di organizzazione, di spirito collaborativo tra coniugi e familiari, di voglia di stare con se stessi; ma a quanto pare è più facile andare in overwhelming che stare con se stessi perchè ci si potrebbe scoprire diversi, migliori e più appagati. Nell'articolo si parla di 30 ore settimanali che dovremmo riuscire a dedicare a noi stessi: credo ne valga la pena.

Per approfondire: intervista con Brigid Schulte autrice del libro Overwhelmed: Work, Love, and Play When No One Has the Time

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