Quando
un punto del nostro corpo è dolente ci viene spontaneo toccarlo e massaggiarlo.
Questo lo avevano capito anche gli uomini primitivi e da allora i procedimenti
si sono via via affinati, perfezionati e codificati fino a diventare vere e
proprie terapie.
La
digitopressione è una di queste terapie, conosciuta anche come agopuntura senza
ago, ha almeno 3000 anni di storia e nell’antica Cina era praticata dai medici
come forma curativa, ma soprattutto come prevenzione.
La
teoria si basa su un presupposto: il corpo umano è percorso da energie che
scorrono lungo 14 canali ben definiti. Quando il corpo è un salute questa
energia, detta “Qi”, circola liberamente.
Il problema si pone quando il Qi
trova degli intoppi: scopo del terapeuta è quello di capire dove sono questi
intoppi, quali ne sono state le cause psicosomatiche, quali organi o visceri
interessano e rimuoverli.
Le
modalità, oltre al dialogo, alla visita della lingua e dell’iride, sono
tipicamente meccaniche e avvengono tramite aghi (agopuntura), oggetti appuntiti
(per esempio litopressione – fatta con una pietra) o semplicemente con le dita.
La
prima difficoltà è quella di conoscere la rete dei punti (361 ufficiali), dove
ognuno ha una sua logica ben precisa e poi saperli combinare tra loro (in una
serie limitata) in modo da ripristinare la circolazione dell’energia.
È un
po’ come il lavoro di un elettricista che accende o spegne le luci di una casa
a seconda degli interruttori, cambia quelli guasti o trova dove non sono
connessi alla corrente elettrica ripristinandone la circolazione.
Come
dicevo ogni malattia ha una serie di “schede sintomatiche” nelle quali gli
antichi maestri hanno individuato veri e propri “protocolli” di lavoro. La vera
bravura del terapeuta è però quella di saper personalizzare l’intervento
partendo dal presupposto che ogni persona ha la sua storia, il suo vissuto e le
risposte che dà agli eventi sono differenti per ognuno.
In
ogni caso, facendo parte della grande famiglia della Medicina Tradizionale
Cinese, lo scopo è quello di prevenire ogni malattia e di impedire che il Qi si
blocchi.
Per questa ragione anche la digitopressione va affiancata ad uno stile
di vita sano da punto di vista psicologico, sociale, affettivo, culturale e
materiale.
Questo
benessere psicofisico si realizza con una forte disciplina, ma anche con la
convinzione che trattamenti e terapie debbano essere fatti quando si sta in
salute. La tradizione vuole che periodicamente
si faccia visita al terapeuta che, fatte le sue valutazioni, attui con
la digitopressione e altre tecniche lo stato di benessere continuativo del
corpo del paziente.
Ed è
sempre la tradizione che vuole che il terapeuta si pagato per fare questo e non
quando la persona si ammala poiché, in quel caso, significa che ha sbagliato la
diagnosi.
Molti
dei protocolli di digitopressione hanno avuto e continuano ad avere grande
utilizzo per la loro efficacia e la bravura dei terapeuti di Medicina
Tradizionale Cinese vuole che abbiano saputo adattarli a svariate epoche e
situazioni.
In questo senso proprio durante l’emergenza Covid19 il personale
sanitario impiegato ha utilizzato protocolli antichissimi per aumentare le
difese immunitarie e prevenire quindi la possibilità di contagio. Dialcuni di questi protocolli ho già parlato in un mio precedente post (che sta avendo notevole successo) e che è a disposizione qui
Dal
mal di testa, al mal di schiena, alla cattiva digestione e reflusso
gastroesofageo alla difficoltà a procreare come tutte le terapie anche la
digitopressione ha delle risposte.
La
più famosa? Un punto specifico sul piede che serve a fare girare i feti quando
sono podalici, evitando così il taglio cesareo. Ma non solo questo…
A
proposito, la digitopressione non è solo una pratica “strana”, ma grazie al
riconoscimento di tutta la Medicina Tradizionale Cinese da parte
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è una terapia a tutti gli effetti.
Vuoi
approfondire? Sono a tua disposizione
“TI
ASCOLTO, PARLAMI”
servizio di counseling gratuito emergenza
COVID19
Paolo G. Bianchi
cell. 328 8755091
skype: paolo giuseppe bianchi
Lomazzo
(CO), via Unione 2,
Buttrio
(UD), c/o Romina Tulissi, Via Divisione Julia 14/2
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