lunedì 24 agosto 2020

PENSANDO A JUNG - ESSERE NEL FLOW

 

 

...delle profonde respirazioni ogni mattina. 

 Credo che i miei polmoni non abbiano mai raggiunto una tale forza. 

La sera era l'ora delle preghiere, l'ora di ringraziare una qualche entità che tutto regola, per non avermi dato il destino di avere privazioni serie per tutta la mia vita. 

Sempre l'indiano mi consigliò, anni prima, di prendere l'abitudine di immaginare della luce entrarmi dentro e rendermi più forte. Poteva funzionare anche per quei cari che mi erano lontani, e così, anche questa pratica, fece la comparsa in ogni giorno che passai sulla nave. Invece di pensare a tutto ciò che non potevo fare, pensai a ciò che avrei fatto una volta sceso. 

Vedevo le scene ogni giorno, le vivevo intensamente e mi godevo l'attesa. Tutto ciò che si può avere subito non interessante. L' attesa serve a sublimare il desiderio, a renderlo più potente. 

Mi ero privato di cibi succulenti, di tante bottiglie di rum, di bestemmie ed imprecazioni da elencare davanti al resto dell'equipaggio. Mi ero privato di giocare a carte, di dormire molto, di oziare, di pensare solo a ciò di cui mi stavano privando. 

Come andò a finire, Capitano?
 

Acquisii tutte quelle abitudini nuove, ragazzo. 

Mi fecero scendere dopo molto più tempo del previsto. 

Vi privarono anche della primavera? Sì, quell'anno mi privarono della primavera, e di tante altre cose, ma io ero fiorito comunque, mi ero portato la primavera dentro, e nessuno avrebbe potuto rubarmela più. 

 (Dal Libro Rosso di Carl Gustav Jung)

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