mercoledì 21 dicembre 2022

LA PROPRIA OMBRA - COUNSELING


 

 "L'incontro con se stessi significa innanzitutto l'incontro con la propria Ombra.


L'Ombra è in verità come una gola montana, una porta angusta la cui stretta non è risparmiata a chiunque discenda alla profonda sorgente.


Ma dobbiamo imparare a conoscere noi stessi per sapere chi siamo, poiché, inaspettatamente al di là della porta si spalanca una illimitata distesa, piena di inaudita indeterminatezza, priva in apparenza di interno e di esterno, di alto e di basso, di qua e di là, di mio e di tuo, di buono e di cattivo.


E' il mondo dell'acqua, in cui è sospesa, fluttua ogni vita,dove comincia il regno del "simpatico", l'anima di tutto ciò che è vivo, dove io sono inseparabilmente questo e quello, dove io sperimento in me l'altro e l'altro-da-me sperimenta sé stesso. 

L'inconscio collettivo non è affatto un sistema personale incapsulato, è oggettività ampia come il mondo, aperta al mondo. Li vi sono l'oggetto di tutti i soggetti, nel più pieno rovesciamento della mia coscienza abituale, dove io sono sempre soggetto che "ha" oggetti; là mi trovo talmente e direttamente collegato con il mondo intero che dimentico (anche troppo facilmente) chi io sia in realtà. "Perduto in sé stesso" è un'espressione efficace per descrivere questo stato. 

Ma se una coscienza potesse vedere questo "sé stesso", vedrebbe il mondo, o un mondo. Ecco perché dobbiamo sapere chi siamo. Basta infatti che l'inconscio ci sfiori, perché noi ci trasformiamo in esso, in quanto diveniamo inconsci di noi stessi. E' questo il pericolo primigenio, istintivamente noto e oggetto di terrore per il primitivo che si trova ancora così vicino a questo pleroma (principio primo dell'universo). 

La sua coscienza è ancora insicura e poggia su basi barcollanti: è ancora infantile, appena emersa dalle acque primordiali. E' facile che un'ondata dell'inconscio la travolga, e che egli dimentichi chi è, e faccia allora cose nelle quali non si riconosce. 

Perciò i primitivi temono gli affetti incontrollati, nei quali più che facilmente la coscienza naufraga cadendo in preda a fenomeni di possessione. Per questo gli sforzi dell'umanità sono stati interamente volti al consolidamento della coscienza mediante i riti, le reprèsentations collectives e i dogmi: che erano le dighe, le muraglie erette contro i pericoli dell'inconscio, i perils of the soul…..

Per quanto riguarda la coscienza, siamo padroni di noi stessi, sembriamo addirittura noi i "fattori" (dèi); ma se varchiamo la porta dell'ombra, ci accorgiamo con spavento che di questi "fattori" siamo oggetto. Apprendere questa verità è decisamente sgradevole; nulla ci delude più della scoperta della nostra insufficienza. 

Essa può perfino far nascere un panico primitivo, in quanto la supremazia della coscienza, oggetto della nostra fede e della nostra timorosa cura, segreto del successo umano, si trova pericolosamente messa in dubbio. 

Siccome però l'ignoranza non è garanzia di sicurezza, ma anzi aumenta l'insicurezza, è molto meglio, nonostante la paura, renderci conto che siamo minacciati. Un problema ben impostato è già mezzo risolto. In ogni caso, sappiamo allora che il pericolo maggiore che ci minaccia sta nel non poter prevedere le reazioni della psiche…"

♨️Jung, Gli archetipi dell'inconscio collettivo

Terapie olistiche e bionaturali - Lomazzo (CO) - Buttrio (UD)  www.paologbianchi.com  

 

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