sabato 31 maggio 2025

SINGLE O IN COPPIA?

 


Soli o in coppia: tra equilibri moderni e armonie ancestrali. Un dialogo tra la società contemporanea e la Medicina Tradizionale Cinese

“Chi guarda fuori sogna, chi guarda dentro si sveglia.”
Carl Gustav Jung

 

Viviamo in un tempo in cui la scelta di essere single o di vivere in coppia non è più dettata esclusivamente da norme sociali, religiose o di sopravvivenza economica, ma da una tensione interiore tra libertà e connessione, tra autorealizzazione e appartenenza. In questa danza di desideri e paure, la società contemporanea e la Medicina Tradizionale Cinese (MTC) offrono due visioni differenti e, al tempo stesso, profondamente comunicanti.

 

Nel contesto occidentale attuale, il concetto di “single” ha subito una metamorfosi. Se fino a pochi decenni fa era spesso sinonimo di “non ancora sistemato”, oggi può rappresentare una scelta consapevole, un cammino verso l’individuazione di sé. Zygmunt Bauman, nella sua analisi della “modernità liquida”, sottolineava come le relazioni moderne si siano trasformate in “connessioni deboli” in cui “l’amore diventa fragile quanto un oggetto di cristallo” (Bauman, 2003). La paura del legame si accompagna alla paura della solitudine, creando un cortocircuito affettivo.

 

La cultura popolare e i media celebrano da un lato l’indipendenza del single realizzato – basti pensare a serie come Sex and the City o Fleabag – e dall’altro sublimano la coppia come meta ideale dell’autenticità e della felicità. Il paradosso, come sempre, è fertile: mai come oggi siamo liberi di scegliere, eppure spesso ci sentiamo più soli che mai. Lo conferma il crescente aumento delle convivenze temporanee, delle “relazioni aperte” e della terapia di coppia preventiva.

 

La Medicina Tradizionale Cinese, lontana dalle fluttuazioni sociologiche, considera la relazione – con sé stessi e con gli altri – come un’espressione della salute dell’intero sistema. La relazione amorosa è vista come riflesso dell’equilibrio tra lo Shen (mente/spirito) e il Qi (energia vitale). Secondo la MTC, vivere da soli o in coppia non è in sé né patologico né virtuoso: è l’armonia o la disarmonia interna a determinare la qualità del vivere.

 

Il Cuore (Xin ) è l’imperatore degli organi, sede dello Shen e del pensiero consapevole. Quando il Cuore è in equilibrio, l’individuo è capace di amare senza perdersi e di stare solo senza sentirsi vuoto. Il Meridiano del Cuore governa la gioia (Xi ), ma se in eccesso o in difetto, può condurre a irrequietezza, insonnia, ansia, oppure apatia e distacco.

 

Essere single in armonia, secondo la MTC, significa che il Cuore è stabile e lo Shen è radicato; l’energia fluisce liberamente. Vivere in coppia, invece, implica uno scambio tra due sistemi energetici: due Qi che si incontrano e si influenzano, nel bene e nel male. La relazione sana è quella in cui i due sistemi energetici si sostengono senza invadersi, come suggerisce il principio taoista del wu wei (non forzare, lasciare che le cose seguano il loro corso naturale).

 

“Il Tao genera l’Uno, l’Uno genera il Due, il Due genera il Tre e il Tre genera tutte le cose.”
Tao Te Ching, cap. 42

 

Nel pensiero orientale, l’essere umano è visto come un microcosmo che cerca costantemente di mantenere l’equilibrio tra le polarità: Yin e Yang, Fuoco e Acqua, Cielo e Terra. L’amore, in questa visione, non è la ricerca della “metà mancante”, ma l’incontro tra due completezze che si modulano.

 

La psicologia occidentale – da Jung a Hillman – ha proposto analoghe riflessioni. Jung scriveva che l’integrazione dell’anima (Anima e Animus) è un passaggio necessario verso l’individuazione. In questo senso, l’amore diventa un luogo alchemico di trasformazione. Ma ciò è possibile solo se non si proietta sull’altro ciò che non si è ancora integrato in sé. E qui, ancora una volta, si sfiora il cuore della MTC: la malattia dell’amore nasce quando lo Shen è smarrito e si cerca fuori l’equilibrio che manca dentro.

 

Molti maestri di Qi Gong e Tai Chi consigliano ai loro allievi di praticare da soli prima di unirsi in esercizi a coppie: è una metafora sottile del vivere. Prima di incontrare l’altro, è necessario fare esperienza del proprio vuoto, del proprio respiro, del proprio centro. In questo senso, la solitudine non è un difetto ma un passaggio. Come scrive Hermann Hesse: “Chi possiede se stesso è più grande di colui che possiede il mondo”.

 

D’altro canto, vivere in coppia può essere una forma elevata di pratica spirituale, dove i difetti reciproci diventano maestri e le crisi opportunità di mutazione. La relazione diventa allora un laboratorio alchemico, un bagno Maria dove il piombo dell’ego può, col tempo e la dedizione, trasformarsi in oro.

 

In ambito clinico, non sono rari i casi di pazienti che, a seguito di separazioni o lutti affettivi, manifestano squilibri energetici rilevanti: dal vuoto di Sangue del Cuore (Xin Xue Xu) a un Fuoco del Fegato che assale il Cuore (Gan Huo Rao Xin), causando palpitazioni, insonnia e agitazione.

 

In tali casi, le tecniche di armonizzazione energetica – riflessologia, moxibustione sul punto Shenmen, cromopuntura con luce verde sui punti del Meridiano del Cuore, o uso di rimedi come il fiore australiano Flannel Flower o il fiore di Bach Holly – aiutano a ristabilire una corretta percezione del sé relazionale. La biorisonanza può aiutare a rilasciare memorie emozionali legate a vecchie relazioni, mentre le meditazioni sul Cuore – come quelle della tradizione taoista – riportano lo Shen al suo trono interiore.

 

Essere single o vivere in coppia, oggi, non è più una questione di convenzioni, ma di consapevolezza. La MTC non impone un modello, ma insegna a riconoscere gli squilibri e a tornare a sé. La relazione – come lo stare soli – può essere medicina o veleno, a seconda di quanto siamo presenti a noi stessi.

 

“Amare non è guardarsi l’un l’altro, ma guardare insieme nella stessa direzione.”
Antoine de Saint-Exupéry

 

La via è dunque una sola: tornare al Cuore, ascoltarne i battiti, e da lì decidere se aprire le braccia o rimanere in raccoglimento. Non c’è risposta giusta, c’è solo il ritmo del proprio Qi, da onorare.

 

 

Bibliografia

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