“Chi non sa governare sé stesso, sarà sempre in balìa di
chi sa governare.”
— Lucio Anneo Seneca
C’è una linea sottile, eppure sostanziale, tra chi è travolto dalla corrente della vita e chi, invece, si lascia trasportare con consapevolezza, fluttuando nel flusso dell’esistenza.
Viviamo tempi in cui le parole “controllo” e “incertezza” si combattono ininterrottamente nella psiche collettiva. Ma cosa significa veramente "essere nel flusso"? E qual è la differenza tra il fluire e l’essere in balìa?
Questa riflessione ci chiama a confrontarci con antiche filosofie, simboli letterari e mappe energetiche che da secoli guidano l’uomo verso una comprensione più profonda di sé e del mondo.
Nella filosofia taoista, fondamento spirituale della Medicina Tradizionale Cinese (MTC), il concetto di Wu Wei 無為 – “non agire” o meglio “agire senza forzare” – indica un modo di essere nel mondo che non resiste al corso naturale delle cose.
Il Tao Te Ching di Laozi recita: “Il saggio non si oppone al corso degli eventi. Egli si adatta, come l'acqua che prende la forma del recipiente.” (Tao Te Ching, cap. 8)
Seguire il flusso, nel senso taoista, non è passività ma profonda sintonia con l’ordine cosmico. È un'arte sottile che richiede ascolto, osservazione, pazienza. È comprendere quando è il momento di agire e quando di attendere, quando spingere e quando retrocedere.
La non-azione attiva del saggio è frutto di radicamento, di equilibrio interno, non di apatia.
La letteratura classica ci offre figure iconiche che incarnano entrambe le polarità.
Ulisse, l’eroe omerico, affronta venti contrari, naufragi, inganni. Ma non è forse egli stesso, a volte, in balìa degli dèi e dei propri desideri? Eppure, nel suo continuo viaggiare, egli matura, trasforma la sofferenza in sapienza. Non si arrende al fato: lo piega, lo ascolta, lo attraversa.
In Siddhartha di Hermann Hesse, ispirato alla filosofia orientale, il protagonista abbandona l’ascetismo e la mondanità, trovando la pace solo quando si arrende al fiume. È nel fluire delle acque che intuisce l’unità del tutto: “Il fiume è dappertutto allo stesso tempo, alla sorgente e alla foce, alla cascata e al traghetto, al mare e alla montagna.”
La vera libertà non risiede nel dominio degli eventi, ma nella capacità di restare centrati dentro l’impermanenza.
In Medicina Tradizionale Cinese, l’essere “in balìa” ha una corrispondenza energetica: è lo stato di squilibrio tra i movimenti di Shen (mente-cuore), Hun (anima eterea), e Po (anima corporea).
Quando il Cuore non governa più gli spiriti, si genera agitazione, ansia, perdita di direzione.
Il Qi si disperde, il Fegato – legato alla
pianificazione e alla visione – si blocca o va in eccesso, la Milza – legata
alla centratura – si svuota. I soggetti che “subiscono la vita” spesso
presentano questi schemi: Vuoto del Cuore, Stasi del Fegato, Umidità
interna.
Il trattamento non è solo fisico, ma anche energetico e
spirituale: si lavora su punti riflessi come Shenmen (Cuore 7), Yintang,
Zusanli (Stomaco 36), si usano piante che armonizzano l’umore e tecniche
come Qi Gong, Tuina.
Non esiste una formula unica.
A volte è necessario resistere per difendere un valore, un confine, un’identità. Altre volte è necessario cedere, per non spezzarsi. È in questo continuo movimento che si rivela la saggezza: saper ascoltare la corrente per decidere quando nuotare, quando galleggiare, quando lasciarsi trasportare.
In epoca moderna, il concetto di flow è stato ripreso dallo psicologo Mihaly Csikszentmihalyi, che lo descrive come quello stato in cui mente e corpo sono immersi in un’attività significativa, perdendo la nozione del tempo e accedendo al benessere più autentico (Csikszentmihalyi, 2021).
È un modo occidentale per descrivere ciò che i maestri orientali già sapevano: la presenza è l’unico antidoto al caos.
Non possiamo controllare gli eventi esterni, ma possiamo imparare a coltivare la presenza, la centratura, il respiro, la connessione con il nostro Qi profondo. Pratiche come il Qi Gong, la meditazione, la riflessologia e la fitoterapia cinese possono essere strumenti potenti per armonizzare l’essere e imparare l’arte del fluire.
Se ti senti spesso in balìa degli eventi, inizia da un respiro consapevole. Un passo, un punto, una pratica possono riportarti nel flusso dell’esistenza.
Contattami per iniziare un percorso di riequilibrio energetico personalizzato, tra saggezza orientale e cura del presente: i miei studi di Lomazzo (CO) e Buttrio (UD) sono pronti ad accoglierti.
Bibliografia
- Csikszentmihalyi,
M. (2021). Flow: The Psychology of Optimal Experience. Harper
Perennial Modern Classics.
- Zhu,
Y., et al. (2021). “Traditional Chinese Medicine: A comprehensive review
of its philosophy, therapy, and evidence.” Integrative Medicine
Research, 10(2), 100541.
- Li,
S. et al. (2020). “A New Perspective for Traditional Chinese
Medicine-Based Hypertension Therapy: Focusing on the Gut Microbiota.” Frontiers
in Pharmacology, 11, 559996.
- Wang,
Y. et al. (2023). “Herbal Medicine in Mental Health: From Traditional Use
to Modern Evidence.” Chinese Medicine, 18(1), 1-14.
- Sun,
Y., et al. (2022). “Mind–Body Practice, Flow State, and Mental Health: A
Comparative Study Between Qi Gong and Mindfulness.” Frontiers in
Psychology, 13, 875692.
- Jiang,
J., et al. (2020). “Traditional Chinese Medicine and Mind–Body
Interventions: A New Approach for Preventing Mental Disorders.” Evidence-Based
Complementary and Alternative Medicine, 2020, 1–9.
1 commento:
Grazie dott Paolo, sempre chiaro e saggio.
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