giovedì 31 luglio 2008

Pensiero del fine settimana

Quando uno non è in grado di prendere una adeguata decisione da sé, è bene che chieda consiglio a una persona sapiente. Costui, trattandosi di cose che non lo riguardano, darà un giudizio oggettivo ed equilibrato. Quando si metterà in pratica, questa decisione apparirà a tutti accurata. un tale sapiente giudizio è paragonabile a una grande pianta dalle molte radici, mentre il giudizio di una sola persona è simile a un bastone infilato per terra.

martedì 29 luglio 2008

Morte e resurrezione di un manager

Si chiama Well Dying, viene dalla Korea ed è un corso di formazione basato sulla logica del morire bene. Il manager, dopo aver scritto le ultime volontà viene aiutato ad elaborare il lutto. Chiuso in una bara di vetro e ascoltando le parole di un officiante, il morto-vivo subisce una pseudo tumulazione con qualche manciata di terra gettata sulla bara e lo spegnimento delle luci per 15 minuti. Se al termine del percorso non è morto di paura può risorgere ad una nuova vita.

Pare che questa nuova tecnica stia spopolando, soprattutto in oriente. Scopo del corso? Motivare la persona ad un cambiamento di tendenza e diventare più operativo e propositivo.

Ho conosciuto gente disposta a morire per il proprio lavoro, ovviamente nel nel senso della dedizione, qualcuno ha dato veramente la vita mentre lavorava, magari per salvare altri.
L’uomo cerca da sempre di vincere la morte e in questo tutte le religioni o le fedi lo aiutano, ma non avrei mai pensato di dover esorcizzare il lavoro morendo per finta.

Majakowsky scriveva “In questo mondo non è difficile morire. Vivere questo
sì che è difficile.” A questo punto ha proprio ragione.

domenica 27 luglio 2008

Armonia d'impresa

Spesso sono stato chiamato, in grandi aziende, o anche in strutture di tipo familiare a preparare le persone a ragionare oltre il loro ambito specifico.
Infatti anche se si parla tutti la stessa lingua molto spesso in azienda è necessario un “traduttore” che, per esempio faccia comunicare i venditori con l'ufficio acquisti oppure che metta d’accordo funzioni diverse come l’ufficio del personale e le relazioni esterne.
Perché si creano queste situazioni? Come si possono superare?
Il problema si crea quando le persone da una parte sono convinte che solo il loro ruolo sia fondamentale per fare funzionare l’azienda e dall’altra non adeguano il loro linguaggio operativo al collega di un altro ufficio.
Il maggiore ostacolo è l’incapacità di visione globale del processo. Ogni fase si rallenta perché ognuno se ne sente il padrone assoluto e scattano rivalità tra una funzione e l’altra per dimostrare chi ha più potere decisionale. Chi paga le conseguenze? L’azienda stessa perché non comunica credibilità.
Il formatore deve, in questo caso, lavorare come facilitatore di dialogo e evidenziare i punti di forza del lavoro in squadra: gli sforzi condivisi fanno produrre con meno fatica. Ognuno è sempre cliente di qualcuno.

In musica questo si chiama fare armonia: nel coro, ciascuno canta con la sua voce, ma ascoltando quella del vicino è più facile rendere l’effetto finale più bello per tutti sia per chi canta che per chi ascolta.

giovedì 24 luglio 2008

L'uomo prudente sa prevenire il male
in modo da non farlo avvenire;
l'uomo coraggioso lo sopporta
senza lamentarsi quando è avvenuto.
Pittaco (650 a.c. - 570 a.c.)

martedì 22 luglio 2008

Il cambiamento quotidiano

Spesso mi richiedono degli interventi o dei seminari incentrati sul cambiamento e mi rendo conto che per molti il cambiamento è quasi sinonimo di rivoluzione, di ribaltamento completo di abitudini e stile di vita.

Tutto questo è vero, però mi piace sempre ricordare che esis
te anche il cambiamento nella quotidianità fatto di micro variazioni, di rotture di routine ormai sclerotizzate dal tempo che possono farci riacquistare il gusto di giornate che sembravano sempre uguali a se stesse.

Questa filosofia del cambiamento quotidiano è stato anche la fonte di inspirazione per il Progetto Eureka di Coop che ha l’obiettivo di rivedere gli oggetti di uso comune con occhi diversi e renderne più semplice il loro uso.

Avete mai pensato che sarebbe più comodo avere la spugna da cucina sempre a
portata di mano? O a togliere i pelucchi dalle giacche con un guanto?
Sono solo alcune idee creative che combinando estetica, ergonomia, praticità, riciclabilità, funzionalità possono cambiare le nostre abitudini d’uso quotidiano.
Ben venga allora la creatività nelle piccole cose che ci aiuta a guadagnare tempo per noi stessi e per pratiche più divertenti.

domenica 20 luglio 2008

L'ozio creativo

Recentemente un dirigente di una grossa azienda farmaceutica mi ha detto che rimpiange quei lunghi e caldi pomeriggi estivi della sua infanzia, nel Sud Italia, passati nell’inerzia ad aspettare le ore più fresche.

Questa affermazione mi ha fatto riflettere perché è proprio quello che manca ad ognuno di noi: riappropriarci dei nostri tempi, soprattutto quelli biologici. Sono momenti importanti che ci permettono di riacquistare i nostri equilibri: sono numerosi i formatori e gli studiosi che condividono questa opinione. Il sociologo De Masi, per esempio, li chiama “ozio creativo”, proprio perché in quell’ozio apparente il nostro cervello costruisce e crea.

Da sempre durante i corsi Abbey Programme® parlo della necessità degli “stacchi”, durante i quali ci si ferma lasciando scorrere liberamente i nostri pensieri senza preoccuparsi del tempo che passa.
Nelle arti marziali i pieni e i vuoti danno senso al tutto come completezza, proprio come la stasi serve per preparare l’azione.

Mi sento quindi di fare un elogio alla pennichella, ovviamente quando possibile, con la ferma convinzione che non è sempre vero che “chi dorme non piglia pesci”.

venerdì 18 luglio 2008

martedì 15 luglio 2008

Le zebre e l’ulcera

“Vi siete mai chiesti perchè alle zebre, ai babbuini, alle iene o ai roditori non viene l’ulcera mentre agli esseri umani sì?”.
Nella giungla degli affari la sopravvivenza degli uomini è paragonabile a quella della zebra che deve fuggire dagli artigli del leone.
C’è solo una grande differenza: la zebra oltre ad avere poche possibilità di essere sbranata dal leone non soffrirà mai d’ulcera o di colite, d’infarto o di diabete. Perché?
La risposta ce la dà il libro di Robert M. Sapolsky, “Perché alle zebre non viene l’ulcera?” neuroscenziato col pallino per gli aneddoti e il dono della chiarezza.
L’uomo di fronte allo stress attiva le stesse risposte fisiologiche degli animali, ma non è altrettanto rapido nel disattivarle. Lo stress psicologico crea depressione perché non produce lo stato della fuga tipico della zebra che scappa dal leone. La zebra oltre a salvarsi, accumula quella salutare fatica fisica che le permetterà di riposarsi ed essere pronta nuovamente ad una eventuale fuga.

E’ un libro ricco di informazioni scientifiche alla portata di tutti, capace di farci capire come gli animali nella savana, per noi tanto spietata, sappiano vivere meglio degli umani nei loro comfort.
Voto 8, divertente, pratico e istruttivo.

domenica 13 luglio 2008

Abbey Programme® su Meeting e Congressi

Meeting e Congressi, rivista del Gruppo Edimann, specializzata per il turismo congressuale, (tiratura media 11.000 copie), nel numero di giugno/luglio 2008 pubblica una mia intervista.
Il dossier nel quale è inserita parla di quanto le location alternative siano importanti per i retreat aziendali.
Abbey Programme® viene citato come esempio nel quale non solo è importante il contesto ma soprattutto l'interazione con la comunità monastica ospitante e i momenti di lettura della Regola Benedettina quale fonte di ispirazione per l'organizazzione e la leadership aziendale. Il mio compito è quello di facilitare questo processo facendo scoprire ai partecipanti come gli aspetti determinanti del lavoro siano presenti all'interno nel mondo benedettino già da 1500 anni.

Per chi fosse interessato all'intervista la può scaricare qui.

giovedì 10 luglio 2008

Pensiero del fine settimana


Imparare significa scoprire quello che già sai.
Fare significa dimostrare che lo sai.
Insegnare è ricordare agli altri che sanno bene quanto te.
Siete tutti allievi, praticanti, maestri.
Richard Bach

mercoledì 9 luglio 2008

Un altro Samurai Lab® a Roma

Lo scorso 27 giugno ho tenuto un corso Samurai Lab® a 150 Informatori Scientifici del Farmaco di una nota casa farmaceutica italiana. Eccovi il feedback del Responsabile Formazione e Addestramento e una foto scattata durante il corso.

Caro Paolo,
nel corso che stavo organizzando per i migliori informatori scientifici della mia azienda, avevo bisogno di un momento in grado di trasferire loro una grande carica energetica, emotiva e motivazionale, affinché potessero in seguito contagiare positivamente anche tutti gli altri colleghi non presenti all’evento: è in questo modo che ho pensato a te ed al tuo intervento formativo Samurai Lab®, così alternativo rispetto ai classici interventi di aula ma così profondamente vicino ai valori condivisi dalla nostra professione.
Il tuo supporto con Samurai Lab® è stato incredibile: per tutti quanti noi è stata la prima volta che sperimentavamo un’esperienza del genere....

Per scaricare l’intero feedback, clicca qui.

domenica 6 luglio 2008

La passione nel lavoro

Ho letto un post molto interessante nel blog “Il mestiere di scrivere”. Questo post parla del rapporto tra lavoro e passione.
Da sempre sono convinto che la passione è quella molla che è in grado di trasformare la monotonia del lavoro quotidiano in una successione di momenti creativi e appaganti.
Ce lo insegnano i monaci cercando nella ripetitività delle loro giornate sempre motivazioni nuove attraverso il gusto della riscoperta.
Ce lo insegnano le arti marziali dove la perfezione si può raggiungere solo con un lungo percorso di ricerca, di correzione dei propri gesti e atteggiamenti.
Come un pianista che riprova sempre lo stesso pezzo prima di riuscire ad intepretarlo interamente, la passione ci permette di fare del nostro lavoro un lavoro unico nel suo genere, ma non solo.

Anche le passioni che coltiviamo al di fuori del nostro lavoro si possono rivelare preziose per sviluppare e arricchire la nostra personalità. È per questo che suggerisco sempre di dare molta importanza nel curriculum agli hobby e agli interessi personali. Saranno questi a salvarci nei momenti di crisi o a farci venire l’idea giusta quando siamo nell’indecisione.

Università, master e formazione sono importanti perché creano la nostra cultura di base, ma saranno solo le nostre passioni a dare un’impronta che ci distinguerà sempre dagli altri.

giovedì 3 luglio 2008

Pensiero del fine settimana

Quanto più spirito ha una persona, tanto più spesso le capita di trovare gli altri originali.
Le persone comuni non vedono differenze tra gli uomini.

Pascal (1623-1662), I pensieri

martedì 1 luglio 2008

Cambiamento: “A civil action”

Jan Schlichtmann è un avvocato americano di successo specializzato in processi per lesioni personali, un uomo senza scrupoli che si vanta di vincere cause su cause. Un giorno gli viene affidata una causa piuttosto delicata: deve difendere otto famiglie di una cittadina del Massachusetts che, per colpa degli scarichi industriali di due aziende, hanno perso i loro figli per leucemia. Jan decide di accettare perché, cinicamente, vede la possibilità di far soldi. Purtroppo il processo va per le lunghe, le spese per i capi di accusa sono tali da ridurlo in bancarotta. Solo a questo punto si rende conto che il valore delle persone che assiste supera quello del denaro e il suo cambiamento lo porta a vedere la sua professione come un mezzo per aiutare gli altri.
Sembra retorica americana, ma il fatto è realmente accaduto e i protagonisti sono ancora vivi.
Alla fine, alcuni anni dopo, un’intuizione aiuterà Jan a vincere la causa e a risollevarsi lentamente dai debiti.

Significativa è la scena in cui Jan è di fronte al giudice che gli chiede l’ammontare dei suoi beni per risarcire i debiti fatti. Alla domanda: “Dove sono finite tutte le cose sulle quali si misura il successo di un uomo?” Jan risponde solo con un sorriso: per lui, ora, contano solo gli uomini. Un bel film che mostra come cambiare sia possibile e dare il vero valore alle cose non sia solo un’illusione.