martedì 10 marzo 2009

Il cibo come cultura

Vi ho già parlato in un mio precedente post di Massimo Montanari. Oggi voglio parlarvi di un suo libro che ho trovato molto interessante: “Il cibo come cultura”.

Scrive Montanari: “Il cibo è cultura perché ha inventato e trasformato il mondo. E’ cultura quando si produce, quando si prepara, quando si consuma. E’ il frutto della nostra identità, è uno strumento per esprimerla e comunicarla”.

La civiltà umana si esprime in quello che produce e in quello che mangia e il gusto è un prodotto sociale. Per questo penso che la cultura del cibo è fondamentale anche all’interno di una cultura d’impresa.

Quando i partecipanti ai miei corsi Abbey Programme® pranzano e cenano nel refettorio con i monaci possono proprio constatare di persona questo fatto.
I monaci infatti mangiano con la giusta calma, i cibi prodotti vengono dai loro campi o dalle loro stalle e c’è una grande attenzione che, da una parte, non ne manchi a nessuno, e che, dall’altra, non vi siano sprechi.

Una cultura d’impresa che parte dal cibo ci insegna il rispetto proprio per quello che consumiamo e come lo consumiamo: in un’azienda è importante che le risorse vengano distribuite in modo ottimale e che non vadano sprecate.

Per usare le parole di Massimo Monatanari “Il prodotto è alla superficie, visibile, chiaro, definito: siamo noi. Le radici sono sotto, ampie, numerose, diffuse: è la storia che ci costruiti”.
Dietro ogni impresa c’è una produzione, ma dietro ogni produzione ci sono sempre gli uomini… e quello che mangiano.

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