"La privazione della noia potrebbe equivalere a
un grave impoverimento antropologico…Non è uno stato da combattere ma linfa per
la fantasia: ci insegna a scegliere, nell'oceano delle cose, ciò che per noi ha
significato".
Lo sostiene la Dr.ssa Belton scienziata inglese di chiara fama che si schiera
apertamente contro tutti quei genitori che contendono i loro figli al lento
fluire del tempo con ogni possibile attività ludica, sportiva o culturale.
Già Domenico Masi, nel suo libro "La fantasia e la concretezza", faceva un chiaro elogio dell’ "Ozio
creativo" quale spazio necessario all'uomo per ritemprarsi e soprattutto per
maturare quelle che saranno le scelte cruciali delle sua vita.
A quanto pare la frenesia nella quale siamo tutti immersi
e che ci risucchia inesorabilmente come un vortice non fa bene. Un amico
psicologo mi faceva notare come spesso le persone, pur di non ascoltarsi e
darsi soluzioni, si riempiono l'esistenza di cose da fare, rendendo tutto una
corsa contro il tempo. Una corsa che in realtà è una fuga da se stessi e dalla
profondità della propria anima.
Allora non ci resta che cogliere gli inviti e trovare e
ritagliarci degli spazi adatti a fermarci e, perché no?, ad annoiarci. Del
resto se questa noia produce pensiero creativo credo che per affrontare i tempi
che corrono ne serva molto:
- Non disprezziamo i momenti di noia, ma viviamoli come tali e come un lusso
- Rivalutiamo il tempo: se non sappiamo annoiarci che senso ha correre continuamente?
- Nella lentezza sviluppiamo la capacità di analizzare, intuire, essere sensibili a ciò che ci circonda
Fermarsi è capire veramente da cosa scappiamo: fissare
l'obiettivo da raggiungere è più concreto che ricercarlo in un oceano di cose
spesso mal fatte.
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