lunedì 16 dicembre 2013

Google, il miglior posto di lavoro al mondo


“Superfluo citare gli innumerevoli studi secondo cui i dipendenti felici hanno una produttività addirittura del 31% superiore alla media”.
Qui puoi leggere l'articolo sui "Great place to work 2013".

Continuiamo a dirlo, ma a quanto pare non facciamo proprio niente per realizzarlo considerando che nella classifica dei migliori ambienti di lavoro non compare nemmeno un’azienda italiana.
I sogni di Olivetti e tanti altri imprenditori illuminati sembrano ormai essersi spenti di fronte alle necessità di fare fronte alla giornata. E così, in Italia, le aziende dove è bello poter lavorare in Italia sono sostituite da quelle che possano garantirti ancora la continuità di un lavoro; non importa come purché sia un lavoro!

Che dire? E’ triste che in un panorama come il nostro in cui continuiamo ad esportare “materia grigia” non si riesca a creare qualcosa di favorevole alla crescita autentica spesso bloccati da apparati, burocrazia, invidie e associazionismi.
Le responsabilità sono tante, ognuno ha le sue, ma alla riprova dei fatti siamo lontani da certi standard: “È il differente approccio, fanno sapere dalla società che stila la graduatoria, sempre teso a conquistare la fiducia e la soddisfazione dei dipendenti con strategie di welfare e di conciliazione dei tempi vita-lavoro”. Non ci resta che rimboccarci le maniche e volerci credere fino in fondo, ma questo forse è la parte più dura.

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