domenica 15 marzo 2015

Disabilità, un business?


"Da Robomate, il robot amico dei bambini autistici frutto della Robotics Life di Catania, ai facilitatori sociali con disagio psichico assunti dalla cooperativa Scacco Matto di Portomaggiore (Ferrara). Passando per l’idea di chi – per ora volendo restare anonimo – la prossima estate gestirà uno stabilimento balneare e il relativo bar/ristorante a Cesenatico (sulla riviera romagnola). In tempi di crisi, anche la disabilità o la salute mentale diventa sempre più un modo per fare impresa". Lo potete leggere in questo articolo del Corsera.

E’ certo che, per anni, la disabilità è stato un tema di scarso interesse, limitato all'assistenza sociale, un compito di cui le istituzioni pubbliche dovevano farsi carico. Oggi, invece, il disabile è sempre più visto come una risorsa preziosa da inserire nei piani operativi e pertanto da preparare e aiutare ad un inserimento nella normale vita di tutti i giorni.
E’ il caso di molte imprese cooperative che aprono per esempio ristoranti gestiti da ragazzi diversamente abili che si sono rivelati all'altezza del compito e anche oltre.

Certamente qualcuno vedrà nella disabilità un grosso business; io continuo a pensare a tutto quel mondo impegnato nel volontariato e nella professione di aiuto che vedendo nel disabile prima di tutto una persona vuole fondare la relazione, di lavoro o interpersonale, su quei valori e sentimenti che mettono tutti sullo stesso piano: l'essere umani.

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