"Ti
vedo" così esprimevano il loro affetto i personaggi del noto film
"Avatar". Vedere è un principio vitale e l'esperienza del vedere è indispensabile
per la vita di tutti i giorni. Ricordo sempre con affetto e nostalgia la
bellissima esperienza con i ciechi (così volevano essere definiti) del Centro
di Lugano i quali hanno partecipato con entusiasmo a un mio Samurai Lab.
Oggi,
è una notizia recentissima, sono i cellulari ad entrare in azioni per aiutare i
non vedenti. Come? Con una semplice app.
"Il
funzionamento è semplicissimo: si scarica la app, ci si registra inserendo il
proprio nome, la propria mail, la propria categoria di appartenenza (se si è un
non vedente o un volontario vedente) e le lingue che si parlano, si accettano
le condizioni e si è pronti al primo utilizzo. A questo punto, quando chi non
vede ha bisogno di aiuto apre la app, clicca su connetti, e viene stabilita una
connessione audio-video col primo volontario disponibile. Il volontario, grazie
alla fotocamera del telefono, vede dove si trova la persona non vedente e che
cosa sta facendo, e può così aiutarla come se le due persone fossero insieme,
dando indicazioni, istruzioni, dicendo dove spostarsi".
Sostengo
da sempre che le tecnologie debbano aiutare l'uomo a vivere meglio. Questa
tecnologia mi piace in modo particolare perchè resta "umana" e fa
leva sul senso della solidarietà: mette in contatto chi ha bisogno di aiuto con
chi si propone di rendersi utile. Cosa ci può essere di più straordinario di
due persone che non si conoscono, ma che entrano in contatto a distanza anche
solo per schiacciare il pulsante di un citofono? Questi sono i miracoli di oggi.
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