martedì 22 marzo 2016

Le emozioni in medicina tradizionale cinese: la paura

E' di questi giorni l'uscita dell'ultimo numero di Olos e Logos, dialoghi in medicina integrata,  sul tema "Le malattie dell'autunno in medicina integrata". A pag. 18 potete trovare il mio quinto articolo sul tema "riflessologia ed emozioni" nel quale parlo dell'inverno e dell'emozione della paura.

QUI potete scaricare l'intero numero della rivista
QUI potete scaricare il mio intervento

giovedì 10 marzo 2016

Le discipline bionaturali per gli anziani: la floriterapia___3


La floriterapia è una disciplina olistica che ha lo scopo di riequilibrare le emozioni negative permettendo alla persona di gestire il proprio comportamento e le proprie reazioni in modo più consapevole.

Differentemente da quello che tutti pensano la floriterapia è una pratica che richiede molta attenzione e molta disciplina nella consulenza (test di Bach), nella preparazione del composto (bouquet), nella somministrazione (uso quotidiano) e nelle continue revisioni. Vediamo perché.

Il metodo dei “fiori di Bach” su cui si basa tutta la floriterapia aiuta a purificare i sentimenti negativi, i pensieri dolorosi repressi attraverso un percorso bio-energetico di armonizzazione che si basa sul sistema vibrazionale dell’acqua.

La scoperta che Bach fece a suo tempo riguardava la proprietà dell’acqua di distillazione (o anche la semplice rugiada che si posava sui fiori) dopo dovuta diluizione e fissaggio di creare nell’organismo, una volta ingerita, un sistema micro-vibrazionale capace di aiutare il corpo nei processi di autoguarigione. La floriterapia è quindi il frutto di conoscenze scientifiche che implicano conoscenze anche nel campo naturalistico e soprattutto botanico. In genere si usano più i fiori che le erbe in quanto sono espressione massima della capacità riproduttiva sessuale della pianta, sono cioè al culmine della sua potenza energetica.

L’approccio alla floriterapia è molto semplice: la prima consulenza floriterapica prevede un incontro di un’ora nel quale, attraverso un colloquio mirato con domande chiuse, vengono individuate le situazioni di difficoltà da superare. La competenza del floriterapeuta sta nell’individuare tra i 38 fiori prescelti da Bach quelli capaci di rispondere alle necessità della persona. Il preparato finale, detto bouquet, verrà poi predisposto in laboratorio e stabilizzato con alcool, pronto per essere utilizzato.
Si consiglia una revisione periodica ogni due, tre mesi nei quali verificare con il floriterapeuta lo sviluppo dell’azione del preparato sulla persona in termini di umore, gestione delle emozioni, reazione proattiva alla vita di tutti i giorni.

Molte scuole moderne indicano la floriterapia non solo per via orale, ma per via osmotica come nella balneoterapia o nell’utilizzo del bouquet per esempio sui punti della riflessologia corporea, della medicina cinese, sui chakra o più semplicemente in creme neutre sulle parti del corpo interessate. Particolarmente efficace si rivela l’uso di crema alla base del “Rescue Remedy” un composto studiato da Bach per gli usi di emergenza, prima di definire il bouquet più adatto.

Come si può vedere, anche se la floriterapia può sembrare complessa per gli aspetti chimici e scientifici, dal punto di vista pratico è semplice: basta prendere la posologia in gocce direttamente sulla lingua per un determinato numero di volte al giorno: Bach suggeriva 4 gocce per 4 volte al giorno lontano dai pasti.
L’intento di Bach era quello di creare qualcosa di molto semplice e pratico oltre che di assolutamente naturale: niente di più semplice soprattutto per gli anziani e per i loro diversificati acciacchi: la bravura sta solo nell’individuare il giusto bouquet.

Anche se dal 1983 la floriterapia nel metodo del dr. Bach è riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità non è da ritenersi in alcun modo di carattere medico e o terapeutico in senso stretto: sempre più medici e professionisti della salute la prescrivono proprio per la sua semplicità d’uso e soprattutto perché non ha dato luogo  né a intolleranze né a controindicazioni di alcun genere.

mercoledì 2 marzo 2016

Le discipline bionaturali per gli anziani - 2 la riflessologia


La riflessologia è una metodologia olistica molto antica.



La Medicina Tradizionale Cinese, da cui proviene anche l’arte della riflessologia, ritiene che alla base di ogni malattia e di ogni scompenso fisico vi sia una cattiva gestione delle emozioni primarie (tristezza, gioia, rabbia, riflessione, paura) in quanto ognuna è collegata ad un organo o a un gruppo di organi e alle loro relative funzioni.


La riflessologia, attraverso la stimolazione di punti riflessi sul corpo (e non solo sul piede come si è portati a credere) riattiva le energie bloccate e avvia il naturale processo di riequilibrio energetico che ogni persona possiede rimuovendo così blocchi e tensioni che creano stress e disagi psicofisici.

Il risultato prodotto dalla riflessologia è un profondo stato di benessere, di rilassamento e di ri-energizzazione anche prolungato nel tempo che aiuta a essere più sereni, ad affrontare le difficoltà con maggiore vigore ed energia e soprattutto a vivere in modo più autentico e armonico con se stessi e gli altri.

Anche se la riflessologia non è una terapia in quanto tale, ma una metodologia olistica, può essere integrata non solo alla medicina tradizionale allopatica, ma anche alle medicine integrate quali l’agopuntura o la medicina ayurvedica o altre pratiche olistiche. È per questo che la si può considerare come un ottimo ausilio non solo per giovani e adulti, spesso impegnati in una vita frenetica, ma anche e soprattutto per gli anziani che devono affrontare i primi acciacchi o che hanno bisogno di aumentare le loro energie per fare fronte ai loro impegni.

Il tempo che una persona deve dedicare a una seduta di riflessologia non è molto, basta un’ora ogni 15/30 giorni per poterne già sentire e vivere i notevoli benefici: la pratica non richiede alcuno sforzo, ci si distende e si lascia che l’operatore, sulla base delle specifiche esigenze e di una approfondita analisi, vada a sollecitare i punti riflessi. Anche il dialogo gioca un ruolo fondamentale diventando sia valvola di sfogo che strumento di utilizzo per l’operatore nell’identificazione e risoluzione delle problematiche.

La riflessologia è insomma particolarmente adatta agli anziani anche come momento da dedicare a se stessi, al proprio benessere: una pausa meritata tra i vari impegni o un momento nel quale dedicarsi semplicemente al rilassamento e alla ri-energizzazione.

Sono sempre più i medici che consigliano la riflessologia, proprio per il suo stato non invasivo, a persone anziane sia come integrazione a cure mediche in atto, sia come prevenzione quando lo stato di salute è comunque buono.

I risultati dati dalle sedute di riflessologia sono veramente importanti: persone che recuperano flessibilità nel loro corpo, ma anche maggiore serenità, ottimismo e voglia di vivere e affrontare le normali difficoltà della vita: la riflessologia proprio per la sua semplicità di ricezione è a volte un vero toccasana soprattutto per gli anziani che, attraverso le dita sapienti del riflessologo, imparano anche ad accettare il proprio corpo e i proprio malanni come una normale progressione della vita da affrontare in modo cosciente e consapevole.

Non resta che provare. Ad esempio fissando una seduta con un riflessologo e partendo dal piede… per continuare a camminare e progredire nella vita…



Per approfondire: qui potete scaricare il mio articolo "Il benessere parte dal piede".