Sembra
un grido disperato, ma siamo già giunti a questo?
Non
lo so, ma sono concorde con una frase che tutti attribuiscono a Darwin: “Non è la specie più forte o
la più intelligente a sopravvivere, ma quella che si adatta meglio al cambiamento”.
Siamo riottosi al
cambiamento, anche se ci viene chiesto per pochi giorni e, anche se ci viene
chiesto per salvarci o salvare chi ci sta vicino.
C’è ancora qualcosa da
salvare oltre alle nostre vite?
E se la risposta è
affermativa chi si salverà?
Semplice, chi saprà adattarsi
e trovare un giusto spazio in ciò che ci sta accadendo.
Mi vengono in mente a Genova
i Palazzi dei Rolli ed anche i palazzi nobiliari padovani: esternamente austeri
non danno adito al pensare che all’interno esistano stanze lussuose o magnifici
giardini, atrii imponenti che preannunciano qualcosa di bello e di inatteso,
qualcosa già da respirare nel profondo. Tu entri e poi piano ti si rivela tutto
lo splendore.
Non sappiamo quanto durerà
questa pandemia, stiamo provando a demolirla impedendone il diffondersi così come
nel passato si faceva per la peste, il colera o altri contagi.
Ci consigliano di proteggerci
con l’igiene, la cura della persona, l’alimentazione, l’isolamento, tenendo
alta l’attenzione su noi stessi in modo da stimolare il nostro essere a creare
difese immunitarie più potenti. Tutto sacrosanto.
SI SALVI CHI PUO’
COME POSSIAMO SALVARCI?
Ci hanno dato delle regole
alle quali attenerci. Facciamolo.
Ricostruiamo il nostro
carattere.
E’ il momento per pensare,
leggere, studiare, dedicarci al riposo (noi che possiamo e che non siamo in
prima linea a combattere… e qui va il mio GRAZIE ai tanti medici, paramedici,
operatori, volontari, forze dell’ordine, ma anche chi ci permette di avere - direttamente
e indirettamente - i nostri viveri…).
Ci salveremo veramente se
sapremo ritrovare noi stessi, la nostra identità più profonda, alimentare la
voglia di ricostruire. Saremo insomma come quei palazzi di Genova o Padova
sopravvissuti a secoli di lotte, guerre e carestie: magnificamente tutti da
scoprire.
Come e cosa possiamo fare?
Possiamo meditare insieme,
parlare delle tue paure e dei tuoi sogni, di cosa faremo quando tutto sarà
finito perché quando tutto sarà finito avremo tanto da fare e dobbiamo essere
pronti per noi stessi e per le persone a cui vogliamo bene.
“Ti ascolto,
parlami”: è il mio contributo completamente gratuito come counselor a questa
emergenza.
“TI
ASCOLTO, PARLAMI”.
Paolo G. Bianchi
cell. 328 8755091
skype: paolo giuseppe bianchi
Lomazzo
(CO), via Unione 2,
Buttrio
(UD), c/o Romina Tulissi Via Divisione Julia 14/2
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