Il freddo nel piatto: cibo surgelato e squilibrio energetico secondo la Medicina Tradizionale Cinese
"Nulla è più vicino al ghiaccio dell’anima non
nutrita."
— Ba Jin, scrittore cinese
Nell’era della velocità e della conservazione, il cibo surgelato è divenuto simbolo della modernità alimentare. In pochi minuti, una pietanza congelata si trasforma in un pasto caldo, apparentemente nutriente. Ma la Medicina Tradizionale Cinese (MTC) ci invita a una riflessione più profonda: cosa accade quando nel piatto, più che la vitalità del cibo, serviamo il suo ricordo?
Nella MTC ogni alimento è classificato non solo per il suo contenuto nutrizionale, ma soprattutto per la sua natura energetica: calda, tiepida, neutra, fresca o fredda. A questa classificazione si aggiunge il movimento dell’energia (Qi) che il cibo induce nel corpo. Il freddo, per la tradizione cinese, tende a rallentare, a contrarre, a ostacolare lo scorrere armonioso del Qi, indebolendo la Milza e lo Stomaco, gli organi chiave della digestione.
Come scrive Giovanni Maciocia, celebre sinologo e medico agopuntore, “la Milza odia il freddo e l’umidità. Un eccesso di queste condizioni può portare alla formazione di Flegma, gonfiori, feci molli e stanchezza cronica” (Maciocia, The Foundations of Chinese Medicine, riv. ed. 2021).
Il cibo surgelato, pur riscaldato fisicamente, mantiene un’impronta energetica fredda, secondo la visione energetica della MTC. Tale impronta può essere paragonata al trauma di un’esperienza congelata nel tempo: anche se rievocata, non possiede più la vibrazione del vissuto autentico.
Dal punto di vista biochimico, la surgelazione consente di preservare nutrienti fondamentali, ma distrugge o inibisce l’attività enzimatica naturale dell’alimento.
La MTC, invece, pone l’accento sulla forza vitale o “Sheng Qi”, che non è quantificabile solo in termini di vitamine o proteine, ma si percepisce nell’odore, nel colore, nel sapore pieno di un cibo fresco.
Un recente studio condotto da Zhou et al. (2021) presso l’Università di Medicina Cinese di Chengdu ha dimostrato che le verdure surgelate provocano una risposta digestiva più lenta in soggetti con deficit della Milza, misurata tramite marcatori di svuotamento gastrico e livelli di grelina, rispetto alle stesse verdure consumate fresche.
Per la MTC, ogni stagione ha il suo alimento, ogni clima la sua dieta. Mangiare cibi surgelati in inverno è considerato particolarmente dannoso, poiché aggrava il freddo interno e può indebolire lo Yang, l’energia calda del corpo. In modo sottile, questo può influenzare anche lo stato d’animo: secondo alcuni testi taoisti, l’assunzione abituale di alimenti privi di energia porta a una “stagnazione dello Shen”, lo spirito, che si manifesta come apatia, malinconia o mancanza di ispirazione.
Uno studio trasversale pubblicato nel Journal of Traditional Chinese Medical Sciences (Liu & Fang, 2023) ha associato l’assunzione frequente di alimenti freddi e surgelati con una maggiore incidenza di sintomi di ansia e digestione lenta tra i giovani adulti in ambienti urbani.
Il ritorno alla cucina semplice e stagionale, alla preparazione casalinga, non è solo un atto di salute ma una forma di meditazione. La lentezza del taglio, l’attesa della cottura, il profumo che si espande: tutto questo è cura dello Shen, del cuore-mente, come insegnava la scuola neoconfuciana della dinastia Song.
I maestri taoisti erano soliti dire: “Il Qi entra dalla bocca e trova dimora nel cuore.” Il cibo non nutre solo i muscoli, ma anche la coscienza.
In una società in cui tutto viene accelerato, surgelato, confezionato, la MTC ci invita a rallentare. Non si tratta di demonizzare la surgelazione, ma di comprendere che il corpo umano è un ecosistema delicato, in cui ogni elemento ha un ruolo simbolico e funzionale. Inserire cibi surgelati occasionalmente può non essere dannoso per un organismo forte, ma l’eccesso, come sempre, crea squilibrio.
Se davvero vogliamo evolverci verso un paradigma integrato di salute, la via passa anche dalla consapevolezza alimentare, dal rispetto dei ritmi della Terra, e dal ricordo che anche un semplice piatto di zuppa calda, preparato con attenzione, è un atto di guarigione.
Bibliografia essenziale
- Liu, Y., & Fang, H. (2023). Dietary coldness and its correlation with psychosomatic disorders in urban youth. Journal of Traditional Chinese Medical Sciences, 10(2), 78–85.
- Zhou, L., et al. (2021). Effects of food temperature on gastric motility and digestive hormones in patients with Spleen-Qi deficiency. Chinese Journal of Integrative Medicine, 27(11), 873–879.
- Maciocia, G. (2021). The Foundations of Chinese Medicine (3rd ed.). Elsevier.
- Chen, M., & Wang, S. (2022). Sheng Qi and food vitality: reconsidering nutrition from a TCM perspective. Integrative Medicine Research, 11(3), 145–151.
- Tang, Y. (2020). Energetic memory of foods: implications for digestive health in TCM. Chinese Medicine Modern Journal, 18(4), 201–208.
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