martedì 20 maggio 2025

PER UNA FETTA DI SALAME.

 


Il tempo del salume: memoria, corpo e misura tra scienza e Medicina Tradizionale Cinese

 

 «Non si può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non si è mangiato bene.»
Virginia Woolf, Una stanza tutta per sé

 

 «Ogni pasto è un atto culturale. Ogni boccone, una scelta etica.»
Michael Pollan, Il dilemma dell’onnivoro

 

 E dopo il caffè e il gelato non potevamo non parlare di salumi…

 

C’è un gesto lento, antico, che accompagna la mano quando si affetta un salume stagionato. Il coltello penetra la carne con rispetto, come se sfogliasse la memoria di un tempo che ha saputo fermarsi. 

 

In quell’istante convivono le generazioni: i nonni contadini, la cucina d’inverno, la credenza, la fame e la festa.

 

I salumi sono, per molti, il gusto della casa, dell’infanzia e del ritorno. Ma oggi, in un’epoca in cui la scienza della nutrizione indaga la sostanza fin nei minimi dettagli biochimici, quel sapore familiare si colora di sospetto. È ancora possibile parlare di “cibo buono” quando il bene e il male alimentare si affrontano sul campo dell’evidenza clinica?

Secondo l’IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro), le carni lavorate sono da considerarsi cancerogene per l’uomo, classe 1, la stessa del fumo di sigaretta e dell’amianto [1]. Un’affermazione che rimbalza come uno schiaffo sulle nostre tavole domenicali.

Ma non basta dire “salume” per dire male. Serve distinguere. 

 

È il processo di trasformazione industriale, non il cibo in sé, a generare il problema: l’aggiunta di nitriti, nitrati, esaltatori di sapidità, zuccheri, conservanti, la perdita di qualità del grasso e l’impoverimento della materia prima. In tutto questo, il rischio non è solo oncologico, ma anche metabolico: ipertensione, diabete di tipo 2, dislipidemie e obesità

 

«La civiltà è la lenta sostituzione del cibo con la sua parodia.»

 Jean Baudrillard

Eppure, il problema non è solo di sostanza. È anche di frequenza e quantità. I dati suggeriscono di non superare i 150g di salumi a settimana, e sempre prediligendo prodotti artigianali, con etichetta pulita, senza nitriti e nitrati aggiunti.

 

La Medicina Tradizionale Cinese (MTC) osserva il cibo come osserva la natura: in termini di energia, movimento e trasformazione. Ogni alimento porta con sé una direzione del Qi, una temperatura, un sapore, un’azione sugli organi e una traccia cosmica.

 

La carne, in MTC, tonifica il Qi e il Sangue, ma nella sua forma trasformata — stagionata, salata, essiccata — la natura energetica cambia radicalmente.

 

Il salume, in particolare, si presenta come Yin nei fluidi, ma Yang nella struttura, e finisce per generare Umidità-Calore, ostacolando la libera circolazione dell’energia.

 

«Laddove il Qi non scorre, si genera dolore. Dove il Calore ristagna, nasce la malattia.»
Classico Interno dell’Imperatore Giallo

 

QUALI IMPLICAZIONI PER LA SALUTE SECONDO LA MTC?

Danneggia la Milza, l’organo preposto alla trasformazione degli alimenti in Qi: la Milza teme l’umidità e il freddo umido, che possono derivare da un eccesso di salumi.

Genera Calore tossico nell’Intestino Crasso, con conseguente predisposizione a infiammazioni, emorroidi, feci maleodoranti.

Favorisce la stasi di Qi del Fegato, soprattutto se accompagnato da un’alimentazione ricca di alcol e grassi.

Indebolisce il Rene, soprattutto in individui con debolezza costituzionale, a causa dell’eccesso di sale (sapore che si accumula nel sistema del Rene, secondo la MTC).

Il salume, come ogni cibo lavorato, porta con sé il marchio del tempo manipolato, e quindi del Qi stagnante. È il contrario del fresco, del crudo, del germoglio. È cibo d’inverno, dell’arresto, dell’interiorizzazione e dell’ansia della conservazione.

 

Che cosa rappresenta, allora, il salume per la psiche moderna? 

È il desiderio di trattenere, di fermare il divenire, di rendere eterno ciò che per sua natura si consuma.

Il salume non è solo carne trasformata, è paura metabolizzata.

 

 «L'uomo moderno è un conservatore di se stesso: conserva il corpo, il ricordo, il profitto. Ma dimentica di vivere.»

 Peter Sloterdijk

 

La Medicina Tradizionale Cinese lo direbbe in altro modo: quando si cerca di trattenere ciò che deve fluire, si genera stasi, e dove c'è stasi nasce malattia.

 

Cosa fare ?

Scegliere salumi senza nitriti e nitrati aggiunti non è soltanto una raccomandazione nutrizionale, ma un gesto che protegge il corpo dal Calore tossico, una condizione descritta dalla Medicina Tradizionale Cinese come generatrice di infiammazioni e disturbi cronici interni.

 

Orientarsi verso salumi meno grassi e più magri, come la bresaola o il prosciutto crudo artigianale, aiuta a contenere l’accumulo di Umidità e Tan, due forme di “peso invisibile” che nella MTC ostacolano la circolazione del Qi e appesantiscono corpo e mente.

 

Limitare il consumo a una o due volte la settimana consente alla Milza, organo centrale nella digestione secondo la MTC, di non essere sopraffatta dall’eccesso e di mantenere vivo il suo movimento di trasformazione e trasporto.

 

Accompagnare sempre i salumi con verdure fresche, amare o depurative, come la cicoria, il tarassaco o il finocchio, serve a drenare il Calore, facilitare il flusso del Fegato e rafforzare il Qi della Milza, creando un piatto più armonico e terapeutico.

 

Concludere il pasto con un infuso di ortica, crisantemo o scorza d’arancio amaro aiuta a liberare la stasi di Qi, favorire la digestione e prevenire la formazione di tossine interne. In MTC, anche ciò che si beve è parte del trattamento.

 

Nel mondo di oggi, dove l’alimentazione è anche ideologia, la saggezza antica e quella moderna sembrano convergere su un principio essenziale: la salute non è un’assenza, ma una misura.

 

Non serve demonizzare, ma comprendere. Non bisogna proibire, ma insegnare ad ascoltare. Come nel Dao, la via del cibo è fatta di equilibrio dinamico: conoscere il proprio corpo, leggere i segni, intuire quando è tempo di nutrire e quando di purificare.

 

«Nel mezzo scorre il fiume.»
Norman Maclean, A River Runs Through It

 

E forse anche il salume, consumato con attenzione e rispetto, può essere non il nemico, ma il segno della nostra consapevolezza.

 

Bibliografia

  1. Bouvard V. et al. (2015). Carcinogenicity of consumption of red and processed meat. The Lancet Oncology, 16(16), 1599-1600. https://doi.org/10.1016/S1470-2045(15)00444-1
  2. World Cancer Research Fund/AICR. (2018). Diet, Nutrition, Physical Activity and Cancer: a Global Perspective.
  3. Zhang, Y., et al. (2022). Meat Consumption and Risk of Cardiovascular Disease: An Overview. Nutrients, 14(4), 856. https://doi.org/10.3390/nu14040856
  4. Maciocia, G. (2021). The Foundations of Chinese Medicine. Elsevier.
  5. Wiseman, N., & Feng, Y. (2020). A Practical Dictionary of Chinese Medicine. Paradigm Publications.
  6. Song, Y., et al. (2023). The effect of food thermal nature and taste on health: a perspective from TCM. Journal of Ethnopharmacology, 302, 115817.
  7. Hu, J., et al. (2022). Role of traditional Chinese medicine in metabolic syndrome. Frontiers in Pharmacology, 13, 847362.
  8. Rossi, R., et al. (2022). Salt intake and health: current knowledge and future perspectives. Nutrients, 14(11), 2293.

 

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