martedì 18 settembre 2007

Per un piatto di pasta

Nei miei corsi di formazione ricordo sempre che il cibo è un bisogno primario dell’uomo; se poi si ha anche l’hobby della cucina diventa di vitale importanza poter “spadellare” più volte la settimana. Tuttavia, anche dietro ad un semplice piatto di pasta al sugo ci possono essere momenti di grande tensione.

L’acqua, salata al punto giusto, sta bollendo e il sugo è quasi pronto. Si “butta” la pasta e inizia il dramma: “Qual è il tempo di cottura consigliato?. Dova sta scritto sulla confezione? Perché devo leggere con attenzione tutto il pacchetto per capire che ci vogliono 8 minuti di cottura? Perché devo dedicarne 10 a leggere cose che non mi interessano?”

Sicuramente è un’esperienza comune a tanti di voi che evidenzia lo scarto tra funzionalità ed esigenze degli utilizzatori. Un problema che ritroviamo in tantissimi oggetti di uso comune ma anche nell’interfaccia di molti siti web.

A questo proposito mi viene in mente l'ottimo libro segnalatomi da una cara amica “La caffettiera del masochista” di Donal A. Norman che affronta con ironia e profondità casi simili a questo.
Avete anche voi una storia da raccontare?

domenica 16 settembre 2007

Randagio: la“griffe” a quattro zampe!

“La decisione di commercializzare e diffondere il marchio “Randagio – Life Style” è stata quasi “obbligata” visto l’enorme successo che i nostri articoli hanno avuto da sempre. Con il tempo, la qualità ricercata nei tessuti scelti, unita alla bellezza e all’originalità delle stampe applicate, hanno trasformato semplici T-shirt in pregiati capi di abbigliamento dal look accattivante e di tendenza”.

Gli Amici del Randagio Onlus presentano così nel loro sito l’idea innovativa di produrre e commercializzare capi di abbigliamento per sostenere le loro attività di volontariato nei canili di Mariano Comense ed Erba (Como). Li ho incontrati ieri al loro stand presso la manifestazione “L’isola che c’è”, la quarta fiera provinciale dell’economia e del consumo consapevole, e ho potuto toccare con mano la qualità e il bel design degli articoli che propongono.

Per chi fosse interessato nel loro sito c’è la lista dei negozi dove acquistare magliette, orologi, felpe, portachiavi e altri gadget.
Così quella che all’inizio sembrava solo una moda destinata ad una ristretta cerchia di persone si sta allargando sempre più.
Trovo che questo sia un’ottimo e “simpatico” sistema di autofinanziamento per aiutare i nostri amici a quattro zampe più sfortunati, un sistema che allo stesso tempo sensibilizza le persone al problema dell’abbandono degli animali. Quindi vista la lodevole iniziativa diamogli tutti…una zampa.

giovedì 13 settembre 2007

martedì 11 settembre 2007

Abbey Programme®: un altro articolo


Oggi Metro, il quotidiano nazionale a diffusione gratuita più letto in Italia, ha pubblicato nella sua edizione di Milano una mia intervista su Abbey Programme®. Eccovela.

domenica 9 settembre 2007

Curriculum? Sì, grazie

Di fronte al PC il candidato trema e, nel battere incerto sulla tastiera, comincia lentamente a delineare la storia della sua vita professionale. La legge e la rilegge, e pensa che tutta la sua esperienza debba pur valere qualcosa. Si immagina la faccia del selezionatore che ad un certo punto gli rivolgerà con tono perentorio una domanda fatale. Saprò rispondere e quale sarà la risposta giusta?

Tante volte mi chiedono come va scritto un curriculum ben fatto. Al di là del curriculum standard europeo che accomuna qualsiasi professione attribuendo un punteggio finale, occorre sempre essere brevi, chiari e personalizzare il curriculum a seconda di chi lo invieremo.

Recentemente mi è capitato di leggere una poesia della poetessa polacca premio Nobel per la Letteratura 1996 Wislawa Szymborska intitolata proprio “Scrivere un curriculum” (tratta da “Vista con un granello di sabbia: Poesie 1957 – 1993”, Adelphi, 2004)
che mi piace proporvi:

“Che cos’è necessario?
E’ necessario scrivere una domanda,
e alla domanda allegare un curriculum.
A prescindere da quanto si è vissuto
è bene che il curriculum sia breve.
E’ d’obbligo concisione e selezione dei fatti.
Cambiare paesaggi in indirizzi
e malcerti ricordi in date fisse.
Di tutti gli amori basta quello coniugale,
e dei bambini solo quelli nati.
Conta di più chi ti conosce di chi conosci tu.
I viaggi solo se all’estero.
L’appartenenza a un che, ma senza perché.
Onorificenze senza motivazione.
Scrivi come se non parlassi mai con te stesso
e ti evitassi.
Sorvola su cani, gatti e uccelli,
cianfrusaglie del passato, amici e sogni.
Meglio il prezzo che il valore
e il titolo che il contenuto.
Meglio il numero di scarpa, che non dove va
colui per cui ti scambiano.
Aggiungi una foto con l’orecchio in vista.
E’ la sua forma che conta, non ciò che sente:
Cosa si sente?
Il fragore delle macchine che tritano la carta”.

Tenetemi, per favore, al corrente dei vostri successi e insuccessi anche se vi auguro solo i primi.

giovedì 6 settembre 2007

Pensiero del fine settimana

Arriva un momento speciale nella vita di ogni uomo, il momento per cui quell’uomo è nato. Quella speciale occasione, se riesce a coglierla, gli permetterà di adempiere alla sua missione, una missione per cui è destinato in modo esclusivo. In quel momento scoprirà la sua grandezza e sarà la sua ora migliore.

martedì 4 settembre 2007

I sensi della vita

Lo spunto oggi mi viene dato da David Le Breton, notissimo antropologo da cui ho tratto ispirazione per parecchi corsi.
Su Tuttolibri de La Stampa del 1° settembre è pubblicato un articolo che lo riguarda dal titolo “La nostra vita è a fior di pelle”.
Secondo Le Breton la pelle “fa la persona” e ne diventa filtro psichico e somatico. Tra i nostri sensi il tatto è fondamentale e ci aiuta a gestire le nostre correnti di simpatia e antipatia già da una stretta di mano, via via fino ad arrivare, passando per abbracci e carezze, all’abbattimento di tutte le barriere nell’eros.

Quante volte noi formatori insegniamo che la stretta di mano deve essere forte e decisa per trasmettere la nostra sicurezza e quante volte “a pelle” si sente se un affare “andrà in porto” o se quel collaboratore è la persona giusta.
Sono convinto che le relazioni anche nel lavoro passino attraverso i sensi e le emozioni. È quanto sostengo nel mio corso Strutturalmente®, un vero e proprio viaggio dalla pelle e gli istinti, alla passione del cuore fino al controllo attraverso la mente.

Capire chi ci sta di fronte attraverso i sensi ci aiuta a ritrovare l’umanità nei nostri rapporti e a personalizzare il nostro lavoro e la nostra vita, a parlare il linguaggio dell’altro senza dimenticarci chi siamo.
Senza “rischiare la pelle” qualche sentimento in più ci farà scoprire che il collega non è poi così antipatico o che abbiamo parlato troppo con la mente e poco col cuore ed è per questo che nessuno ci ha creduto.


domenica 2 settembre 2007

Tra le maglie della rete

“Può sembrare anacronistico, in questo mondo votato al consumismo che fagocita tutto e tutti, trovare una piccola realtà artigianale a conduzione familiare, simile a molte altre, che invece stanno scomparendo, decidere di ampliare il proprio bacino d'utenza posizionandosi sul web”.

Così Luigi e Gina Melcarne presentano sul web la loro attività di calzolai che ha già del singolare visto che Internet pullula di grosse società, multinazionali, studi professionali e di servizi ad alto contenuto tecnologico. Ma non è tutto perché la loro offerta è singolare in quanto la grande passione di Luigi, il motociclismo, lo ha portato a mettere le proprie capacità artigianali al servizio del suo hobby. Ha cominciato riparando l'abbigliamento per motociclisti, poi guanti, selle e borse sino ad essere segnalato dalla stessa Vibram quale riparatore ufficiale.

Non è l’unico caso curioso sul web.
Walter Sirtori, gestisce la macelleria di famiglia a Milano. “La mia famiglia inizia a lavorare nel negozio di Via Paolo Sarpi, 27 nell'anno 1951. Verso la fine degli anni 70, attraverso la scuola Steineriana vengo in contatto con aziende agricole della pianura padana che hanno trasformato il loro lavoro con il metodo di agricoltura biodinamico”. È possibile ordinare via mail, fax o telefono sapendo perfettamente la provenienza di ogni singolo boccone. Molto interessanti le preparazioni pronte da cuocere e le relative ricette.

Sono solo due esempi che ci dimostrano come le cose possono essere fatte in grande, con professionalità, sfruttando le potenzialità della rete ma sempre con l’amore e la passione per il proprio lavoro.