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L’iperconnessione: la nuova tossicodipendenza
“Vi sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante
ne sogni la tua filosofia.”
— William Shakespeare, Amleto
Viviamo un paradosso vertiginoso: mentre teniamo in tasca dispositivi capaci di accedere all’intero sapere umano, sembriamo più confusi, ansiosi e svuotati che mai. Non è più una sensazione: è una diagnosi.
Il nostro modo di interagire con la realtà è cambiato in
modo così rapido e profondo che il corpo, la mente e l’anima non hanno avuto il
tempo di adattarsi.
Gli smartphone, i tablet, la connessione continua hanno
colonizzato lo spazio-tempo dell’umano, riducendo i momenti di vuoto, pausa,
silenzio — quelli in cui, un tempo, emergevano la creatività, la spiritualità,
il pensiero critico.
Il tempo interiore è stato frantumato in micro-secondi di attenzione
mercificata.
I dati sono impietosi. Nel 2023, il tempo medio giornaliero passato davanti allo schermo è stato di 7 ore e 6 minuti per persona, secondo DataReportal. Bambini di 8 anni che usano i social prima di addormentarsi. Adolescenti che controllano lo smartphone ogni 4 minuti, come mostrato da uno studio della University of Texas (2022).
Uno studio coreano del 2021 pubblicato su Addictive
Behaviors ha dimostrato che l’uso compulsivo dello smartphone altera i
livelli di cortisolo, dopamina e ossitocina, influenzando
non solo il sistema nervoso, ma anche quello immunitario e ormonale.
Questi giovani non saranno solo più ansiosi. Saranno più
infiammati, più stanchi, meno fertili, più depressi.
Saranno incapaci di tollerare la noia, il silenzio, la frustrazione.
Saranno meno liberi.
“Quelli che costruiscono i muri, alla fine ne diventano prigionieri.” — George R.R. Martin
E mentre noi, adulti, rincorriamo notifiche come topi nel labirinto del like, i grandi creatori del digitale — da Steve Jobs a Chris Anderson (ex direttore di Wired) — vietano o regolano severamente l’uso degli schermi ai propri figli. Perché loro lo sanno: questa non è una tecnologia neutra.
È un dispositivo di modellamento mentale. E chi lo
progetta conosce molto bene il cervello umano.
“Se un prodotto è gratuito, il prodotto sei tu.” — Documentario The Social Dilemma (2020)
Secondo la Medicina Tradizionale Cinese (MTC), il nostro spirito (Shen) abita nel Cuore. È ciò che ci dà lucidità, gioia, presenza. Ma uno Shen disturbato — disperso nella nebbia luminosa degli schermi — produce insonnia, ansia, dimenticanza, palpitazioni, ma soprattutto una strana sensazione di vuoto che nulla sembra colmare.
I testi classici parlano chiaro:
“Se il Cuore è calmo, lo Shen è saldo. Se il Cuore è
agitato, lo Shen vaga nel deserto.” — Neijing Suwen
Lo Shen disperso è il nostro stato attuale: ci sentiamo
presenti eppure lontani, iperstimolati ma incapaci di provare vero piacere.
Il Qi, energia vitale, viene disperso continuamente:
i pollici scrollano mentre lo sguardo si disconnette dal corpo. Il meridiano
del Cuore si indebolisce, il meridiano del Fegato si congestiona. L’energia
mentale (Yi) è confusa, e la volontà (Zhi) si fa fragile.
Questa condizione è diventata il nostro nuovo “stato basale”.
Si chiamano “digital zombies”: persone con lo sguardo fisso, postura
curva, incapaci di sostenere una conversazione più lunga di due minuti.
Ma questa condizione non si limita alla mente. Colpisce la
pelle, gli occhi, il sistema ormonale. Si abbassa la soglia del dolore,
aumentano gli stati infiammatori, i disturbi dell’intestino e del ciclo
mestruale.
L’uso eccessivo di dispositivi altera i ritmi circadiani e sopprime la produzione naturale di melatonina (Nature Reviews Neuroscience, 2021).
L’OMS ha parlato per la prima volta nel 2020 di “Infodemia”:
eccesso di stimoli informativi che generano stress cronico, reazioni
infiammatorie e disturbi cognitivi.
Stiamo creando una generazione infiammata, ansiosa,
disconnessa da sé.
E allora? La risposta non è una fuga, ma una scelta di presenza. Una terapia dell’essenziale.
Nei percorsi di riequilibrio energetico e olistico, sempre
più persone portano disturbi che all’inizio sembrano vaghi: irritabilità, mente
affollata, fame nervosa, insonnia, stanchezza al risveglio.
La diagnosi è sempre più simile: squilibrio dello Shen,
deficit del Cuore, Qi stagnante nel Fegato, disequilibrio tra
Yin e Yang del sistema nervoso.
Cosa si può fare?
Non servono rimedi miracolosi. Serve riprendere contatto
con il corpo, spegnere lo schermo e ascoltare ciò che pulsa.
Le metodiche e le tecniche soprattutto in MTC abbondano e si rivelano molto
efficaci, soprattutto perché sempre orientate e personalizzate ad ogni singola
domanda, così come l’utilizzo a livello mentale dei fiori australiani, Lucani o
classici Fiori di Bach.
E poi la cosa più importante: la riscoperta del silenzio. Il silenzio interiore. Quello che oggi fa paura più della morte.
“Se non sei in grado di stare in silenzio con te stesso, ti stai perdendo la parte più profonda dell’esistenza.” — Etty Hillesum
Chi o cosa vuoi diventare? Questo sembra essere l’imperativo a cui darsi una risposta in tempi brevi.
La tecnologia non è il nemico. Ma è uno strumento potente,
che plasma ciò che siamo e che saremo.
È tempo di scegliere: vogliamo essere animali connessi e vuoti, o esseri
presenti e radicati?
Come in tutte le epoche di passaggio, solo chi saprà ritornare
al centro, al ritmo, all’essenza, potrà davvero prosperare. La MTC lo
insegna da migliaia di anni.
Noi, oggi, dobbiamo solo ricordarlo e ricordarcelo
Bibliografia (post-2020):
- Montag,
C. et al. (2021). Digital phenotyping in psychological research: A
systematic review. Frontiers in Psychology.
- Lin,
Y. et al. (2023). Neurobiological mechanisms of smartphone addiction.
Neuroscience & Biobehavioral Reviews.
- Zhao,
Z. et al. (2022). Traditional Chinese Medicine in treating insomnia:
Evidence from modern studies. Journal of Integrative Medicine.
- Carr,
N. (2020). The Shallows: What the Internet Is Doing to Our Brains (10th
Anniversary Edition). Norton.
- Wang,
J. et al. (2022). Effects of Qigong on mental health: A meta-analysis.
Complementary Therapies in Medicine.
- Chen,
Y. et al. (2023). Smartphone addiction and cognitive function: A
meta-analysis. Journal of Behavioral Addictions.
- Zhao,
R. et al. (2022). A randomized controlled trial on the effects of PEMF
in anxiety and sleep disorders. Complementary Medicine Research.
- Li,
S. et al. (2021). Suan Zao Ren decoction and Shenmen acupuncture in
insomnia: a comparative study. Chinese Medicine.
- World
Health Organization. (2020). Managing the Infodemic: A call to action.
- The
Social Dilemma (2020). [Netflix Documentary].
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