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venerdì 24 giugno 2016
lunedì 6 luglio 2015
Gregari di successo
Romani,
Solera, Cammarano, Maffei, Somma, Piave; per molti sono e resteranno degli
eterni sconosciuti. Pochi infatti sanno che sono alcuni dei poeti che hanno
scritto i libretti delle opere del grande Giuseppe Verdi. Eppure se opere come
Nabucco o Aida sono diventate famose non credo debbano la loro fama
esclusivamente alla genialità di chi le ha musicate perchè anche la storia
narrata è importante.
Ma
tutti conoscono Verdi. Intendiamoci non voglio sminuire il grande
maestro, ma dare il giusto riconoscimento agli “eterni gregari” che non
finiscono sulle prime pagine, ma che sono fondamentali in un’ impresa di
successo.
Così
come gli sherpa per rispetto alla montagna si fermano un passo prima della
vetta, gli eserciti silenziosi creano il gioco perchè quel singolo lo concettualizzi
nel fatidico goal. Poi si spera di non essere dimenticati, come spesso avviene.
Nella
formazione aziendale si parla tanto di squadre vincenti, di processi condivisi,
ma poi il successo è solo per pochi e di quei pochi solo pochissimi si
ricordano dei propri gregari.
Allora
che fare? Da una parte servirebbe un'educazione al team, in una logica di
riconoscere l'importanza di ogni singolo nella squadra e di limitare il
protagonismo di "capi" che non si rendono conto che capacità di
leadership come "delega" e " condivisione dei successi"
contano di più di un podio personale.
Il
buon Verdi con la sua storia ci ha insegnato che il senso della condivisione è
tutto e lo ha dimostrato costruendo a Milano, a sue spese, la Casa di Risposo per Artisti
poveri (spesso gregari meno fortunati degli artisti più famosi).
Nella
vita privata come un quella pubblica o lavorativa, ricordiamoci che dietro ogni
successo c'è una mamma che ti aiuta a preparare la cartella o un impiegato
diligente, o un operaio che crede nel suo lavoro, o una segretaria che gestisce
bene l'agenda: e vi giuro ne esistono ancora e nonostante le amarezze
della crisi non vogliano farceli vedere, sanno lavorare in silenzio, dietro
alle quinte, lasciando agli altri il palcoscenico, la rappresentazione finale.
Ogni
persona che ci aiuta a crescere è un gregario, non posso fare altro che
ringraziare i miei e continuare ad esserlo per altri.
mercoledì 3 giugno 2015
Abbey Programme su MAG
"Chi è l'uomo che vuole la vita e arde dal
desiderio di vedere giorni felici?" Regola benedettina,
(Prologo). Esistono luoghi che non sembrano essere mai stati segnati dall’usura del tempo. Sono luoghi magici
che emanano un senso di spiritualità diffusa, di
operosità e di protezione allo stesso tempo. Basta entrarvi
per provare subito un profondo senso di pace e sentire come la vita di tutti i giorni ti privi proprio
del desiderio d’essere felice fino in fondo creando in te un enorme senso di smarrimento.....
Da anni sostengo che il monastero aiuta a
ritrovare equilibri e Abbey Porgramme ne è un buon metodo...ne parlo su Mag,
mensile de "La Provincia", quotidiano di Como, di questo mese.
martedì 3 dicembre 2013
La formazione che non c'è
"Oggi
ho fatto una cosa di cui mi vergogno profondamente. Ho dichiarato di aver
tenuto un corso di formazione che non ho mai tenuto". Non sono
io, ma un collega che ha denunciato il fatto su Italians, il blog di Beppe
Severgnini.
Parliamo
ancora una volta di formazione finanziata e di come, spesso, viene utilizzata
solo con lo scopo di incamerarne i fondi senza preoccuparsi dei risultati.
Non
c'è molto da dire: questa esperienza apre nuovamente la dolorosa parentesi di
come nel mondo manageriale e imprenditoriale la formazione, molto spesso, venga
vista solo come un'opportunità di introiti e non come una possibilità di
crescita e miglioramento.
L'autodenuncia
del collega è un atto coraggioso che mette in luce la difficoltà a fare entrare
nel mondo aziendale logiche di cambiamento efficaci e soprattutto fare
riconoscere la bontà degli strumenti formativi.
Dall'altra
parte è anche compito di noi formatori riconquistare la fiducia dei nostri
interlocutori attraverso strumenti validi, professionalità di alto livello e
formazioni veramente utili a chi le pratica e le deve mettere in atto.
È un
lavoro lungo e complesso dove il fattore educativo deve coinvolgere tutti, noi
formatori per primi smettendo di farci la guerra per diventare più reciprocamente
collaborativi. Il risultato sarà una gara con qualche arrivista in meno e
qualche risultato e cambiamento in più. Ne vale pena.
domenica 6 ottobre 2013
Formazione? No grazie
Sono
sempre stato dell'idea che le statistiche vadano prese con le pinze e valutate attentamente,
ma quello che emerge da questo articolo pubblicato da La stampa Economia credo debba
aprire una riflessione.
L'Italia credo non abbia mai brillato nella formazione del personale e la classe dirigente e imprenditoriale ha sempre trattato la formazione più come un "sasso in una scarpa" che non come un’opportunità.
Un Paese che non investe in formazione è destinato a rimanere al palo. Non bastano la buona volontà, la necessità di fare e il superamento del disperato bisogno di trovare mercati. L'impresa può sopravvivere solo se esistono delle politiche di crescita e sviluppo del personale continue. Lo sforzo di quei pochi, che continuano ancora a credere in questo, si può leggere nel medio e lungo periodo ed è evidente di come abbia aiutato, anche nella crisi, a produrre idee e soluzioni alternative capaci di innovare.
Formare è solo l'inizio, ma bisogna voler partire.
martedì 13 ottobre 2009
Gruppo Tonello: sviluppo delle capacità manageriali

Il 9 e 10 ottobre per il team dirigenziale del suo Gruppo ho tenuto un corso focalizzato sullo sviluppo delle capacità manageriali. L'obiettivo era quello di incominciare non solo ad unificare i linguaggi tra le tre aziende del Gruppo, ma sviluppare un’efficace rete di collaborazione per rendere queste imprese ancora più forti e competitive sul mercato.
Il corso è parte di un processo di formazione già in atto di cui ho già avuto modo di parlare in alcuni post precedenti. (Li trovate qui e qui)
I commenti dei partecipanti li potete invece scaricare da qui.
martedì 7 aprile 2009
formazione esperienziale: musica in cucina
Continuo i miei post su cucina e management ascoltando un esperimento molto interessante che si chiama “Musica da cucina”
Così Fabio Bonelli descrive il suo progetto: “Sono tutte composizioni che partono da un paesaggio sonoro preciso e familiare, quello della cucina, appunto. Gli strumenti diventano cucchiai, ramaioli suonati con l'archetto, pentolini d'acqua amplificati al momento di ebollizione. Alcune voci, a volte la chitarra. Su un indie-folk-rock in bassa fedeltà si innestano suoni familiari ed evocativi quali l'acqua che scorre, il fischio del bollitore, il rumore delle posate sui piatti, il tintinnio dei bicchieri. Una strumentazione rock classica più un tavolo da cucina apparecchiato e con tutti gli utensili necessari”.
Del resto sarà successo anche a voi mentre ascoltate musica e preparate gli spaghetti o l’arrosto di lasciarvi prendere dal ritmo e usare il mestolo sul bordo della pentola; per questo trovo l’idea di Fabio molto originale.
Per fare musica insieme serve un team affiatato e ho preso spunto da “musica in cucina” per registrare i suoni prodotti dai partecipanti mentre preparano il menù durante il mio corso esperienziale “à la carte”. Già da questo è possibile capire quanto il team è “a ritmo”: provare per credere.
Così Fabio Bonelli descrive il suo progetto: “Sono tutte composizioni che partono da un paesaggio sonoro preciso e familiare, quello della cucina, appunto. Gli strumenti diventano cucchiai, ramaioli suonati con l'archetto, pentolini d'acqua amplificati al momento di ebollizione. Alcune voci, a volte la chitarra. Su un indie-folk-rock in bassa fedeltà si innestano suoni familiari ed evocativi quali l'acqua che scorre, il fischio del bollitore, il rumore delle posate sui piatti, il tintinnio dei bicchieri. Una strumentazione rock classica più un tavolo da cucina apparecchiato e con tutti gli utensili necessari”.
Del resto sarà successo anche a voi mentre ascoltate musica e preparate gli spaghetti o l’arrosto di lasciarvi prendere dal ritmo e usare il mestolo sul bordo della pentola; per questo trovo l’idea di Fabio molto originale.
Per fare musica insieme serve un team affiatato e ho preso spunto da “musica in cucina” per registrare i suoni prodotti dai partecipanti mentre preparano il menù durante il mio corso esperienziale “à la carte”. Già da questo è possibile capire quanto il team è “a ritmo”: provare per credere.
domenica 15 giugno 2008
Lavorare in squadra
Il tema scelto è stato “la festa latina”: esibizioni di una scuola di ballo, tatuaggi, palloncini, braccialetti profumati e tanta musica hanno accompagnato la distribuzione di depliant promozionali del salone. Il team MV ha dimostrato di saper bene comunicare il proprio affiatamento e la voglia di lavorare insieme.
Qui trovate delle brevi riflessioni del dopo evento.
domenica 4 marzo 2007
Formazionezero: perchè?
Formazionezero è un esperimento, un laboratorio dove la formazione aziendale diventa dialogo tra me che la propongo e chi l’ha già utilizzata o la utilizzerà.
Voglio uscire dagli schemi della solita offerta fatta da corsi a catalogo o da aule nelle quali il coinvolgimento reciproco è scarso soprattutto perché i sentimenti delle persone vengono prevaricati dalla personalità del formatore. E’ il momento di fare autocritica, di ricominciare da “zero”.
Voglio iniziare proprio con questo blog. Qui voglio trasferire tutta la passione per il mio lavoro, condividere le mie esperienze, segnalare eventi, punti di vista, riflessioni che possano migliorare la nostra vita sia personale che lavorativa.
Credo che concretizzare le buone idee possa cambiare le situazioni. Almeno proviamoci.
Voglio uscire dagli schemi della solita offerta fatta da corsi a catalogo o da aule nelle quali il coinvolgimento reciproco è scarso soprattutto perché i sentimenti delle persone vengono prevaricati dalla personalità del formatore. E’ il momento di fare autocritica, di ricominciare da “zero”.
Voglio iniziare proprio con questo blog. Qui voglio trasferire tutta la passione per il mio lavoro, condividere le mie esperienze, segnalare eventi, punti di vista, riflessioni che possano migliorare la nostra vita sia personale che lavorativa.
Credo che concretizzare le buone idee possa cambiare le situazioni. Almeno proviamoci.
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