domenica 30 marzo 2008

Abbey Programme®: formazione nei monasteri benedettini

HR Online, periodico dell’Associazione Italiana per la Direzione del Personale (AIDP) di cui sono socio, ha pubblicato sul numero di marzo un mio articolo dal titolo: ”La formazione manageriale va nei monasteri benedettini”.

E’ interessante sapere che registrandosi nel sito AIDP è possibile ricevere HR Online via mail.

giovedì 27 marzo 2008

Pensiero del fine settimana

Non denigrare nessun nemico se è valoroso,
e non lodare nessun amico se è malvagio.
Teognide
foto per gentile concessione di All Race Friend Renato Gaggio


lunedì 24 marzo 2008

Anna Santomauro: è ora di cambiare, è ora di volersi bene.

Sabato 29 marzo dalle ore 17 a Borgo San Dalmazzo, Cuneo (via Garibaldi 19) Anna Santomauro e la sua equipe invitano tutti all’apertura del suo nuovo centro: 400 mq destinati a bellezza, estetica e benessere.

“La nostra filosofia, dice Anna, è quella di prendere il cliente per mano e guidarlo in un percorso psicofisico fatto di profumi, aromi, colori, e suoni in ambienti rilassanti e distensivi dove possa sentirsi ben accolto e coccolato.
Attenzione ai dettagli e alle persone, sensibilità e garbo sono la nostra missione perché non siamo solo parrucchieri e consulenti di immagine, ma vogliamo fare sentire bene le persone con se stesse.
Sono convinta che, come cerchi che si diffondono nell’acqua, attraverso il nostro modo di fare, possiamo dare e ricevere serenità e questo aiuti le persone a superare le difficoltà di ogni giorno.
Noi non vogliamo creare una bellezza da cartolina perché crediamo che la bellezza nasca sempre dall’anima".

Come avrete già letto in alcuni post precedenti, seguo da tempo Anna nella sua formazione manageriale e di leadership e le sue ragazze in quella relazionale e di squadra.

Ho visitato il centro di recente e ho notato che la filosofia di Anna si può cogliere già in ogni singolo dettaglio architettonico e di arredo.
Mi ha colpito il fatto che i servizi di questo centro siano fruibili anche dai disabili: è la prima volta che vedo una cosa del genere.

giovedì 20 marzo 2008

Pensiero del fine settimana

Se fai affidamento su qualcuno che ha qualità
inferiori alle tue,
sarai condotto alla degenerazione;
se fai affidamento su qualcuno che ha qualità
simili alle tue, rimarrai dove ti trovi;
se fai affidamento su qualcuno
che ha qualità migliori alle tue
sarai aiutato a conseguire lo stato sublime

Dalai Lama

martedì 18 marzo 2008

Autocontrollo

Prendo spunto per il post di oggi da un articolo di Alessandro Bucciol e Marco Piovesan apparso su Ticonzero knowledge and ideas for emerging leaders .

Secondo gli autori “la mancanza di autocontrollo genera anomalie nel comportamento umano che sono dannose per gli individui in un’ottica di lungo periodo” e parlano di come “evitare situazioni a rischio di tentazione dichiarando l’obiettivo da raggiungere e utilizzando il supporto di persone esterne”.
Qui autocontrollo non è “evitare di perdere le staffe”, ma autodisciplina nel raggiungere gli obiettivi nel medio-lungo periodo. La tesi dei due autori è che “la tentazione è più forte quando la gratificazione è più vicina al momento in cui si compie la scelta”. È da queste basi che il marketing sferra il suo attacco: mentre si è in fila alla cassa di un supermercato è difficile resistere all’acquisto di piccoli prodotti, soprattutto i bambini. Tutti gli acquisti sono sempre più mossi dal mancato autocontrollo.

In azienda non è molto diverso. È sempre più difficile tenere alto l’interesse dei collaboratori a raggiungere i loro obiettivi. E’ opinione diffusa che per creare automotivazione servano premi, soprattutto in denaro, oppure gare di bravura. Molto spesso queste tattiche non sono sufficienti e spesso producono l’effetto opposto.


La cosa migliore da fare, come suggeriscono Bucciol e Piovesan, è quella di far dichiarare a ciascuno i propri impegni e di richiedere l’aiuto di persone esterne al gruppo per poterli raggiungere. È un metodo che applico regolarmente in azienda con un certo successo. La tecnica è quella del dividersi i compiti, dove possibile, sulla base delle proprie inclinazioni, attitudini e abilità. Il leader dovrebbe aiutare le persone ad individuare le loro naturali inclinazioni. L’ho imparato dalla Regola Benedettina: l’abate ha il compito di aiutare i monaci nella loro realizzazione personale e professionale. Capite che in questo modo la motivazione è sempre crescente perché ognuno è spinto a volere fare meglio ciò che già gli piace.
E per i compiti sgradevoli? Qui esiste un sistema di turnazione: una volta dichiarate le cose che tutti odiano si stabilisce e ci si accorda insieme al leader su come e quando farle. Bisogna solo avere il coraggio di dichiarare sempre quali sono le “attrazioni fatali” che possono allontanarci dai nostri obiettivi e chiedere ai colleghi l’aiuto per starne lontani. Si chiama capacità di previsione.

Walden Thoreau scriveva: “volgi il tuo occhio all’interno, e scoprirai migliaia di regioni nel tuo cuore” e l’esempio portato da Bucciol e Piovesan è proprio calzante: Ulisse si fa legare all’albero della nave per sfuggire alle tentazioni delle sirene. Lui si conosceva bene e ha raggiunto sano e salvo la sua meta grazie all’aiuto dei suoi compagni di navigazione.

domenica 16 marzo 2008

L’orto di formazionezero

È già passato un anno dal primo post. Mi sembrava impossibile, un anno fa, avere tante cose da scrivere, ma soprattutto trovare tante persone con cui condividerle.

Sono molto soddisfatto di avere iniziato questa avventura: ho avuto modo di conoscere tanti colleghi con i quali condividere esperienze e scambiare idee. Ho cercato di dare voce, quando il segreto aziendale non era sovrano, ai partecipanti, ai loro titolari, ai manager e agli imprenditori che nei miei corsi di formazione hanno trovato spunti e idee per cambiamenti radicali.

Devo dire che l’impegno a pubblicare con regolarità pensieri e riflessioni è stimolante. Ho ancora il sogno di vedere più commenti ma tutto è migliorabile; l’importante è lavorarci insieme.
La passione con la quale curo il mio blog è la stessa di chi coltiva un piccolo orto. Mi piacerebbe ampliarlo ospitando anche i vostri post che mi potete mandare via mail (info.studiobianchi@gmail.com).
Giorno per giorno mi dedico con cura alla crescita del blog e vedo che i frutti del lavoro arrivano con le tante e-mail che mi spedite. Questo orto non è solo mio, ma di tutti voi: lavoriamoci insieme.

giovedì 13 marzo 2008

Pensiero del fine settimana

La grande maggioranza delle persone
lavora soltanto per necessità
e da questa naturale avversione umana al lavoro
nascono i più difficili problemi sociali.
S. Freud (1856-1939)

martedì 11 marzo 2008

Imprenditori di prua o di poppa?

“Partono i bastimenti per terre ormai lontane....” cantava una vecchia canzone quando gli italiani emigravano in massa dalle nostre regioni povere verso il Nord e il Sud America. Durante il lungo viaggio alcuni avevano solo nostalgia di ciò che lasciavano: erano gli “emigranti di poppa”. Altri, invece, erano attratti da un futuro migliore e dalla curiosità del nuovo mondo: erano gli “emigranti di prua”.

Queste definizioni del professor De Masi, titolare della cattedra di sociologia del Lavoro (La Sapienza – Roma) che ho trovato in un suo articolo pubblicato da Style Magazine del Corriere della Sera mi danno lo spunto per questo nuovo post dopo l’altrettanto “nautico” pensiero del fine settimana di Ward.

Dunque, la nave e il viaggio: le osservazioni di De Masi non valgono solo per gli affamati di pane e lavoro, ma anche per i moderni imprenditori.

Ne incontro tanti che vivono attaccati al passato di padri e di nonni che hanno fatto fortuna perché, oltre alle indubbie capacità, non avevano la spietata concorrenza di oggi. E ne incontro altrettanti che guardano solo al futuro e costruiscono cattedrali impossibili macinando un presente che non sanno godersi.

Come in ogni nave ci sono poi altri casi. Ci sono quelli che soffrono della “sindrome della nave” e quelli che soffrono il mal di mare e ad ogni novità “vomitano il loro non capire” del perché si debba cambiare o del perché determinate strategie siano più importanti di altre.

Ma ci sono anche quelli stanchi dei compagni di bordo: sono quelli che hanno un sogno, ma sanno che dovranno faticare per realizzarlo, faranno i passi giusti sul ponte e se anche il mare sarà agitato sapranno stare saldi ai loro principi e ai loro obiettivi senza cadere fuori bordo.
Sicuramente non faranno grandi fortune, ma se la caveranno bene. Li distinguo sempre quando sono alla ricerca di nuovo personale: in mezzo a chi urla per tornare, chi strepita per arrivare, chi pensa solo a strigliare il ponte fino a consumarlo, eccoli che, stanchi di tutto, vorrebbero andare in cabina a farsi una bella dormita, per ritemprare le forze perché una volta in porto ci sarà solo da rimboccarsi le maniche.

L’importante per tutti è avere la certezza di non essere sul Titanic e con i tempi che corrono è gia tanto.
A che punto siamo, tra il dire e il fare

domenica 9 marzo 2008

Troppi manager, pochi leader

“Per educare al comando ci vuole molto tempo, l’ideale sarebbe cominciare già al liceo, con corsi sulle capacità fondamentali del leader”. È John Kotter, professore alla Harvard Business School e uno dei massimi esperti mondiali sul cambiamento e la leadership a parlare in un’intervista apparsa su Economia & Carriere del Corriere della Sera di venerdì 29 febbraio. “Il mondo è in preda a enormi cambiamenti, è chiaro che un’impresa ferma non può sopravvivere, il buon leader deve prendere la situazione in mano e introdurre i cambiamenti necessari a fronteggiare le nuove condizioni in cui l’azienda si trova ad operare”.

Questa è una grande verità e sono pienamente d’accordo con Kotter! Quante volte affronto e mi scontro in aula con dirigenti arroccati nelle loro fissità e nei loro privilegi. Per non parlare poi di interi progetti formativi che potrebbero portare a sostanziali e proficui cambiamenti ma che vengono bloccati dalla volontà burocratica di un solo manager la cui influenza è in grado di paralizzare un’intera azienda con enormi potenzialità di miglioramento.

La linea che li divide il manager dal leader è molto sottile e, nella nostra mentalità italiana, facciamo fatica a fare il distinguo, forse perché per noi è più importante “arrivare” (e cioè fare i manager) che “essere seguiti” (cioè diventare ed essere dei veri leader). Arrivare significa mettere a frutto anni di investimento su se stessi, fatti di studio o delle interminabili trafile di carriera. Essere seguiti significa mettersi sempre in discussione e saper cambiare la rotta con “il girare del vento”, anche quando sembra non soffiare a nostro favore. Certo ci vuole coraggio, capacità e anche tanta umiltà.

Caro John, quanto è lontana la mentalità di Harvard dalla nostra piccola Italia. A noi formatori resta solo il continuare a seminare; spesso non si raccoglie, ma quando lo si fa, la messe è sempre tanta.

giovedì 6 marzo 2008

Pensiero del fine settimana

Quel che fa felici gli uomini
è amare ciò che devono fare.
È questo un principio su cui
non è fondata la società.
Helvètius (1715-1771)

martedì 4 marzo 2008

Ora et Labora: Economia & Management

Il numero di febbraio di Economia & Management ha selezionato il mio libro Ora et Labora fra i testi di management più interesanti.

Economia & Management è la rivista di direzione aziendale della SDA Bocconi.
Fondata da Claudio Dematté , ha lo scopo di far conoscere le evoluzioni tecniche, teoriche e umane del “mestiere di dirigere”. È uno strumento interessante per chi ha a che fare con il mondo dell’impresa per i diversi contributi di opinionisti dell’economia, della cultura e dell’informazione. Collegandosi al sito la rivista è scaricabile gratuitamente in pdf.

domenica 2 marzo 2008

Donne con la valigia alle porte del monastero

Marina Misiti nel suo blog-magazine Donneconlavaligia ha dedicato un post ai monasteri come ultima moda per i viaggi delle donne, ma non solo. Tra artisti, politici, scrittori Marina cita anche Abbey Programme® quale punto di ispirazione per le donne manager.

“Donneconlavaligia è un nuovo blog-magazine ideato soprattutto per le donne che amano partire alla scoperta del mondo: donne curiose, creative, coraggiose. Donne che viaggiano anche per lavoro, capaci di prendere la vita nelle proprie mani e partire: con un biglietto aereo, un’auto a nolo, uno scambio casa, ma anche soltanto con un libro, un corso o nuove amicizie. La valigia è il bagaglio di conoscenze da condividere, verificare, scambiare”.

Così Marina Misiti, che ho avuto modo di conoscere tempo fa quando mi ha intervistato per Gioia, presenta il suo blog e questa è la sua storia: “Antropologa di formazione, giornalista di professione, Marina da oltre venti anni gira il mondo. Passione e lavoro hanno sempre coinciso per questa Italian Travel Writer. I reportages e le foto dei suoi viaggi sono apparsi sulla stampa nazionale italiana e in particolare sui periodici femminili (Elle, Gioia, Grazia, Marie Claire, ecc.). Ha vinto premi giornalistici, diretto una casa editrice e una fortunata collana editoriale, curato uffici stampa istituzionali, insegnato scrittura, creatività e reportage. Oggi è una freelance sempre più appassionata della Rete, sta scrivendo un libro (o meglio un e-book), allestendo una sua mostra di foto e dipinti, specializzandosi in PNL (programmazione neuro-linguistica), ma continua a vedersi sempre e soprattutto con “una valigia in mano”.

Per chi fosse curioso l’articolo di Gioia (La tonaca fa il manager) è scaricabile dalla rassegna stampa Abbey Programme® in questa pagina.