martedì 30 giugno 2009

Formazione esperienziale e velocità

"Due manager, di due società concorrenti sono nella savana e, all'improvviso, si trovano di fronte a un leone. Possono esprimere un solo desiderio per sfuggire a questa situazione. Uno dei due esordisce: "Vorrei un paio di scarpe da tennis". "
Ma con le scarpe da tennis non sarai certo più veloce del leone!" obietta l’altro.
"No certo, ma sicuramente sarò più veloce di te" gli risponde il manager”.

Questo interessante aneddoto è stato raccontato da Akio Morita, fondatore della Sony.

Mi capita di citarlo spesso soprattutto nella formazione esperienziale che richiede più tempo di assimilazione e dove sembra più difficile ritrovare concetti aziendali: ogni cosa ha i suoi tempi per essere concepita, analizzata, assimilata e capita.

La velocità è quindi relativa. E’ come quando siamo in alta quota e guardiamo dall'oblò dell'aereo: tutto sembra statico. Ma basta una nuvola per farci capire quanto siamo veloci rispetto al suolo.

A volte non serve una rapidità estrema, ma l'aver padronanza di quello che facciamo. Per ottenere ciò è importante conoscere bene i processi che dobbiamo governare e saperci misurare ogni giorno con essi: a quel punto se sappiamo correre bastano solo un paio di scarpe da tennis per essere più veloci del concorrente e ottenere un grande risultato con un minimo, anche se sudato, sforzo.

domenica 28 giugno 2009

Formazione manageriale in cucina: Chocolat

E’ da un po’ che non parlo di formazione manageriale in cucina e di "A la carte".
Voglio farlo attraverso il film "
Chocolat": è la storia di Vianne e di sua figlia Anouk che in una oscura notte ventosa approdano in un puritano paese della Francia di fine anni cinquanta.
Qui Vianne, una persona molto vicina alla sensibilità delle persone, apre una cioccolateria ma la diffidenza degli abitanti è molta perché il negozio è frequentato da persone poco ortodosse agli occhi dei benpensanti e perché Vianne assume come aiuto “la matta del paese”.
Finché una notte, il sindaco, capo degli osteggiatori, entra di nascosto nella cioccolateria e distrugge tutte le creazioni di Vianne. Ma una goccia di cioccolato che si posa sulle sue labbra gli aprirà gli
occhi e il cuore: da quel giorno in paese si respirerà un’aria nuova di pace e di serenità e Vianne ed Anouk vivranno felici condividendo con tutti la bontà e la magia del cioccolato.

Chocolat ci insegna a non fuggire e a credere che il cambiamento è possibile sempre, soprattutto quando siamo osteggiati e le difficoltà sembrano infinite. Presentare un’idea nuova a volte sembra una pazzia, farla accettare impossibile. Ma alla fine, nella vita come nel film, sono i sentimenti che emergono e nella dolcezza di una goccia di cioccolato anche il più spietato può ritrovare la serenità del cuore e mettere da parte inutili rancori personali.

Allo stesso modo la formazione manageriale del mio corso “A la Carte” è stata pensata per far scoprire come il gusto del cucinare e quindi del lavorare non sia solo nel mangiare insieme qualcosa di speciale, nel raggiungere determinati obiettivi, ma soprattutto nella cura della preparazione, dell’organizzazione; il tutto condito con tanta voglia di fare.

martedì 23 giugno 2009

Le parole che ti ho detto


La prima parola con la quale inauguro questo appuntamento è ASTRAZIONE.

La capacità di astrazione è fondamentale nella risoluzione dei problemi indica la capacità di “tirasi fuori” e analizzare il problema dall’esterno limitando i coinvolgimenti emotivi.
Le emozioni sono importanti, ma soprattutto quando si devono prendere decisioni bisogna acquisire la freddezza necessaria.

Spesso l’astrazione viene confusa con l’astrattezza.
Se l’astrazione è uno stato che creo volontariamente per poter trovare delle soluzioni, l’astrattezza è l’indeterminatezza, la mancanza di decisione.
Dico questo perché quando parlo di astrazione molti mi dicono di applicarla normalmente anche se in realtà mi accorgo che quello che fanno è semplicemente aspettare che il problema si risolva da solo.

Per fare un esempio il gioco degli scacchi ci insegna la capacità di astrazione: si guarda dall’alto, si prevedono le mosse del nemico pensando una strategia, chi vince e chi perde sono sempre sullo stesso piano: la pazienza è necessaria almeno quanto la voglia di vincere.

domenica 21 giugno 2009

Fare business in tempo di crisi

Anna Fata è una collega che ho avuto modo di conoscere e con la quale mi trovo molto in sintonia sia per il modo di pensare che di lavorare.
Psicologa, esperta in discipline olistiche occidentali ed orientali del benessere è anche presidente dell’Associazione ArmoniaBenessere.

Anna è l’anima e l’organizzatrice di un interessante incontro dal titolo “Fare business in tempo di crisi, il Valore dei valori” che si svolgerà il prossimo 25 giugno2009 alle 20:30 a Senigallia presso Fini Africae, strada provinciale Sant’Angelo 155.

Credo che oggi ritrovare un po’ di ottimismo non faccia per niente male e per questo invito gli amici del blog a partecipare numerosi. Qui trovate il programma completo.

Per confermare la vostra presenza mandate una mail ad Anna (info@armoniabenessere.it).

martedì 16 giugno 2009

Il reality che fa licenziare

Recentemente mi sono imbattuto in questa notizia tratta da www.mondoreality.com: “L’ultima frontiera del reality in tempi di crisi economica e licenziamenti a tappeto è il nuovo format della Endemol, Someone’s Gotta Go (Qualcuno se ne deve andare).

L’idea è veramente perversa e cattiva: la società che decide di partecipare alla trasmissione fa scontrare i propri dipendenti per mantenere il proprio posto di lavoro e il pubblico da casa, attraverso il televoto, decide chi far licenziare.

Ai concorrenti, vista la posta in palio, è permesso denunciare qualsiasi cosa che possa compromettere i propri colleghi: pause prolungate, tradimenti, telefonate sul lavoro, comportamenti strani, problemi caratteriali, ritardi.

Someone’s Gotta go è stato acquistato dalla Fox Television e verrà trasmesso negli States e in Gran Bretagna”.

Quindi, se la tua azienda è in crisi e sei costretto a licenziare qualcuno e vuoi risolvere il problema “lavandotene le mani” affidati ad un “reality” e il pubblico a casa risolverà il problema per te.

Perché non ci avevo pensato prima? E' un'idea geniale...forse avremmo anche vinto la crisi.

Addio leader che cercano possibilità e alternative sagge per superare i problemi o manager iperspecializzati che cercano soluzioni coraggiose.
Addio anche ai capi cattivi che ti spremono, ma che dopotutto sanno fare il loro mestiere e addio anche ai consulenti “tagliatori di teste” che perlomeno utilizzano metodi e tecniche per portare a termine il loro lavoro.

Se è vero che “vox popoli, vox Dei”, come in un’arena di gladiatori il meno simpatico (non importa se competente) sarà nominato e andrà ad allungare la lunga lista dei disoccupati.

È interessante vedere che dopo la necessità di produrre sempre di più, di “arruffianarsi” i capi, di fare mobbing per avere più spazio in azienda, ora il metro di misura per le strategie aziendali sia il pettegolezzo, il discredito da “reality”.
Di fronte a questa novità non ho proprio parole, almeno Ponzio Pilato, prima di “lavarsi le mani” ci ha messo la faccia e la storia ancora ne parla.

Se comunque volete sapere come è nata questa idea su cui non voglio fare altri commenti date un’occhiata qui.

domenica 14 giugno 2009

La sindrome da burnout: ammalarsi di lavoro



La “sindrome da burnout
un tempo colpiva solo le professioni rivolte al sociale come medici, psicologi, terapeuti, poliziotti. Nella società occidentale, orientata soprattutto alla produttività sfrenata e al guadagno, sembra che non risparmi più nessuno e non solo nella classe dirigenziale. “Burnout: ammalarsi di lavoro” è solo il primo di una serie di interessanti incontri sulle problematiche del lavoro che Falò, trasmissione di approfondimento dalla Televisione della Svizzera Italiana, propone ogni giovedì sera. Il primo appuntamento è stato lo scorso 11 giugno. Per chi lo avesse perso o anche per chi non ricevesse il segnale della Televisione Svizzera questo è il link di riferimento. (per avere info su come aprire un file rm, cliccate qui) Consiglio a tutti di approfittare di questa serie di incontri: ho visto la prima puntata e mi è sembrata molto ricca di spunti di riflessione. Oltre alla descrizione di sintomi e patologie si parlava anche di aziende che hanno sviluppato vere e proprie task force per vincere sul campo questo problema. Nella trasmissione si sosteneva che la spesa pubblica per curare le malattie che si generano nei posti di lavoro è ingente ed è molto meglio prevenire piuttosto che curare proprio reinventando spazi e rapporti più umani a tutti i livelli professionali. È quello che nei miei corsi di formazione esperienziale cerco di produrre ogni giorno perché, come tanti miei clienti mi confermano, uomini e donne soddisfatti del proprio lavoro non solo producono meglio, hanno una migliore qualità di vita, ma comunicano serenità e ottimismo anche in tempi di crisi.

giovedì 11 giugno 2009

martedì 9 giugno 2009

Le parole che ti ho detto

I lettori più appassionati del mio blog mi hanno detto che l’appuntamento del giovedì sera con “Il pensiero del fine settimana” è molto gradito.
Mi fa molto piacere perché l’intento è proprio quello di condividere la mia filosofia di lavoro partendo da varie riflessioni.
Per questa ragione ho pensato ad un altro appuntamento fisso, magari due
volte al mese per incominciare. Ho deciso di chiamarlo “Le parole che ti ho detto”.

Lo spunto mi è venuto sia dal noto libro di Nickolas Sparks
divenuto poi film, sia dallo spettacolo di Enrico Brignano anche se in realtà in questi casi il vero titolo è “Le parole che non ti ho detto”.

Perché questo appuntamento? Di cosa parleremo?

Nella formazione ci sono delle parole ricorrenti, punti chiave, termini operativi che ogni formatore deve saper bene usare per raggiungere il suo scopo.
Mi piacerebbe fermarmi con voi e rileggere in modo semplice e fuori dall’aula queste “parole” che molte volte ho detto in diverse circostanze.

Spero l’idea vi piaccia e che vi permetta di cogliere al meglio il significato, l’essenza delle parole che tratterò.

domenica 7 giugno 2009

L’Abbey Programme® di Tonello Spa

“Dopo un anno dalla Fase 1 di Abbey Programme® ho considerato di frequentare la Fase 2.
Entrare in Abbazia la seconda volta per Abbey Programme® è stato da una parte più difficile e dall’altra più semplice. Mi spiego: più difficile perché sapevo che in questa fase l’impegno era maggiore (maggiore introspezione, lavoro manuale in uno dei laboratori dell’Abbazia, momenti di analisi dei miei progetti operativi…sempre con la Regola Benedettina come spunto e riflessione e con la costante guida di Paolo).
Più facile perché conoscendo già i ritmi della comunità e il modo di lavorare di Paolo mi sono sentita subito “a casa”.

Sono le parole di Roberta Tonello, una dei titolari del Gruppo Tonello (di cui ho già parlato in precedenti post) al termine del corso presso l’Abbazia di Praglia (Padova) dal 25 al 27 maggio scorso.

Prosegue Roberta: “Sono sempre più convinta che un imprenditore debba costantemente migliorarsi e l’Abbey Programme® insegna a farlo non solo dal punto di vista professionale, ma soprattutto interiore.
Nel mio caso continuo a scoprire che la Regola di San Benedetto, nonostante sia stata scritta 1500 anni fa, indichi in tantissimi casi come superare le difficoltà nel fare imprenditoria oggi: Paolo, come sempre, è stato bravo nel guidarmi in questa scoperta ed è per questo che ora continueranno nel percorso iniziato da me anche mio marito e mia sorella che fanno parte della gestione del nostro Gruppo.
Ho avuto anche modo di ringraziare il Padre Abate Norberto per la sua disponibilità con un regalo speciale. Nella zona in cui vivo viene prodotto un vino particolare: “Il vino della Pace” fatto con l’uva di circa 450 vitigni provenienti da tutto il mondo. Le bottiglie, limitate, vengono regalate all’inizio di ogni anno a illustri cariche istituzionali e religiose mondiali. Mi sembrava bello che anche il Padre Abate potesse essere annoverato tra queste”.
Roberta Tonello