lunedì 29 luglio 2013

L'imprenditore che dà lavoro ai malati di cancro

«Per favore scriva che sono solo un imprenditore. Faccio il mio lavoro e bado al profitto, com'è naturale che sia. Racconto la mia storia per far capire che assumere e far lavorare i malati di cancro in azienda è possibile, con soddisfazione di tutti». 


Ciò che colpisce di questa intervista è la storia di "equità" che vi sta dietro in cui tutti (malati e sani) abbiamo bisogno di una dignità e il lavoro può aiutarci a costruirla. 

Il sapersi ancora utili e produttivi può, senza dubbio, per alcune persone malate di cancro  generare un processo virtuoso sia economico che psicologico.

A quanto pare si può fare. E di fronte alle miriadi di difficoltà che ogni imprenditore deve affrontare ogni giorno la strategia di Bartoletti, conti alla mano, risulta efficace dimostrando ancora una volta che etica e affari possono camminare insieme cambiando il corso delle cose senza fare troppo scalpore

giovedì 25 luglio 2013

Pensiero del fine settimana


"Ai tempi in cui un gelato con sciroppo e frutta costava molto meno, un ragazzo di dieci anni entrò nel bar di un albergo e si sedette a un tavolo. Una cameriera mise un bicchiere di acqua davanti a lui.

"Quanto costa un gelato con sciroppo e frutta?". "50 centesimi" replicò la cameriera. Il ragazzino tirò fuori la mano dalla tasca ed esaminò il numero di monete che aveva. "Quanto costa una porzione di gelato normale?" s'informò. Alcune persone stavano cercando un tavolo e la cameriera era un po' impaziente. "35 centesimi" disse bruscamente. Il ragazzino contò ancora le monete. "Prendo il gelato normale" disse. La cameriera portò il gelato, mise il conto sul tavolo e se ne andò.
Il ragazzo finì il gelato, pagò al cassiere e se ne andò. Quando la cameriera ritornò, iniziò a pulire il tavolo e rimase di stucco per quello che vide. Accanto al piatto vuoto, messi ordinatamente, c'erano 15 centesimi, la sua mancia".

lunedì 22 luglio 2013

Creatività e banane


L'estate e il caldo risvegliano la voglia di vacanze, di mare, sole e frutti tropicali. Questo post parla di banane, ma soprattutto di creatività, volontà e imprenditorialità.
Oggi infatti voglio raccontarvi la storia della studentessa turca di 16 anni, Elif Bilgin che ha inventato una plastica rivoluzionaria fatta interamente di bucce di banana e per questo ha vinto il premio 2013 “Science in Action”, di 50.000 dollari.
A quanto pare la sperimentazione è stata tanta, i fallimenti notevoli, ma durante la sua ricerca  Elif Bilgin ha fatto suo il motto di Edison: “Non ho fallito, Ho solo trovato 10.000 modi che non funzionano”. Alla fine ha prevalso la forza di volontà, la costanza e la convinzione di fare qualcosa di veramente utile. E sua la caparbietà è stata premiata.
Elif è un altro esempio di cosa è capace l'ingegno umano e, ancora una volta, si riaccende in me la convinzione che ognuno di noi, nel proprio piccolo può comunque cambiare le cose, senza scivolare…su una buccia di banana.

giovedì 18 luglio 2013

Il pensiero del fine settimana


Il valore di un uomo dovrebbe essere misurato in base a quanto dà
e non in base a quanto è in grado di ricevere


L'immagine è un quadro di Kalina Hiriza

domenica 14 luglio 2013

Il counseling tra local e global


Creare soluzioni significa focalizzare i problemi e volerli affrontare: le modalità e gli approcci verso le soluzioni possono determinare una tale e grande differenza da influenzare reti sociali e realizzare cambiamenti radicali. Come?
Pensando “local” e agendo “global”. E come sempre il punto di partenza è in noi. Ne parlo nel mio ultimo artciolo su BrainFactor, testata scientifica dedicata alla ricerca sul cervello e alle neuroscienze.

Per leggere l'articolo clicca qui

venerdì 12 luglio 2013

Pensiero del fine settima

Il vaso contiene l'acqua ed è l'acqua che dovete bere, 
non serve a nulla adorare il vaso,
purtroppo invece l'umanità
tende ad adorare il vaso e a dimenticare l'acqua 


L'immagine è di Kalina Hiriza


domenica 7 luglio 2013

Lo spamming fa "pit stop" in Ferrari


La vita è una gara e anche la comunicazione gioca il suo ruolo nel farla perdere o vincere. E questa gara per la nota casa automobilistica Ferrari, a quanto pare, non si limita al circuito.
Il problema nasce quando, per comodità o pigrizia o necessità di diffondere le informazioni, la stessa mail viene indirizzata a più persone contemporaneamente. Il risultato è una pioggia di mail che si riversa nella casella della posta e che impedisce di separare le urgenze dalle comunicazioni ordinarie creando momenti di caos e di follia.
Ferrari, come appare in questo articolo ha detto stop! E a quanto pare non si tratta di una semplice proposta, ma di una vera e propria imposizione: solo 3 persone in copia. L'invito pressante è "parlarsi di più" e anche se questo, in un primo tempo, creerà disagio ai maghi dello spamming, sicuramente porterà, a mio avviso, numerosi benefici nella comunicazione interna.

Anche io ricevo spesso, in copia, informazioni legate soprattutto ad alcuni gruppi ai quali appartengo e spesso, per capirci qualcosa, è necessario risalire di mail in mail ma l'impresa è ardua se non impossibile. Oppure capita, come mi è successo recentemente, di essere resi edotti di un litigio tra due persone di cui proprio non interessano né le forme né i contenuti. Risultato? Una perdita di tempo enorme che sovrastata e uccide la buona intenzione di condividere democraticamente tutto con tutti.

Quindi ben venga una sana comunicazione diretta, senza il filtro della mail, dove sia possibile la replica e la relativa assunzione di responsabilità. Una comunicazione che sia comunque sintetica e che finalmente permetta di "vivere" gli stati d'animo e non di interpretarli dallo schermo del nostro computer.
E se anche  "verba volant" e "scripta manent" credo sia più bello e umano condividere un'informazione guardandosi in faccia, lealmente.


Foto di Renato Gaggio
Grazie ad Enzo per la segnalazione dell'articolo

giovedì 4 luglio 2013

L'angolo di Tiziano

Continuiamo a desiderare cose, oggetti, beni, credendo che siano sinonimi di felicità. In realtà sappiamo benissimo che non è così. Il più delle volte l’acquisto di un oggetto ne spegne la felicità.
Stavolta Tiziano per riflettere su questo tema ci invita alla lettura di alcuni stralci di Seneca nelle famose "Lettere a Lucillo".

L'immagine è un'opera di Calina Hiriza