giovedì 30 aprile 2009

Pensiero del fine settimana

« Davanti a due strade divergenti in un bosco,
mi incamminai lungo quella meno battuta,

e questo ha fatto la differenza »

Robert Frost (1874 -1963)

martedì 28 aprile 2009

Sergio Leone: la sua impresa è il west

Il 30 aprile del 1989, venti anni fa, moriva a soli 60 anni il regista e produttore Sergio Leone.

Raggiunge il successo con il film “C’era una volta in America”, ma passerà alla storia per averci fatto conoscere con i suoi “spaghetti western” un altro west: niente cariche di eroi a cavallo che salvano gli innocenti dagli indiani cattivi, niente città piene di affaristi e giocatori di poker.
I suoi personaggi sono belli, brutti o cattivi che si sfidano in duelli interminabili per “qualche dollaro in più” salvando una città senza sapere nemmeno perché o cercando in un cimitero “l’estasi dell’oro”. Il tutto perfettamente integrato dalle straordinarie musiche di Ennio Morricone.

Sembrano più bulli di quartiere, ma chi di noi, da ragazzo, guardando questi film non si è sentito un po’ Clint Eastwood o Henry Fonda, o non si è sentito il sole sulla pelle mentre aspettava di estrarre la colt al suono di un carillon?

Ma perché parlare di Sergio Leone in un blog di formazione?
Perché la sua impresa è stata quella di reinventare un genere, cambiando punto di vista e facendoci vedere nuove sfaccettature di una realtà che pensavamo di conoscere perfettamente.
Perché è magistrale la sua attenzione per i dettagli per cui anche una mosca diventa protagonista di una scena, perché il suo era un grande lavoro di squadra e soprattutto perché ci dimostra che si può uscire dagli schemi, basta volerlo.


domenica 26 aprile 2009

Clienti in tempo di crisi

fonte: sito F.lli Tomasoni


Si dice che le crisi, come le guerre, facciano venir fuori sempre il peggio dalle persone: non la penso così e l’articolo che mi ha segnalato un’amica mi dà conferma.
Il fatto è recentissimo e si svolge nel bresciano dove i fratelli Tomasoni sono titolari di un ben avviato caseificio biologico.
Strozzati dall’impennarsi del prezzo del latte sono costretti a chiedere un fido bancario per produrre il loro formaggio: le banche glielo negano e le sorti dello storico caseificio sembravano segnate.
Ma la storia non finisce qui: Tomasoni avvisa i clienti (molti sono i GAS, Gruppi di Acquisto Solidale) che presto non sarà più in grado di rifornirli. Il lieto fine non si fa aspettare e anziché lettere e mail dispiaciute Tomasoni riceve ordini e soprattutto pagamenti anticipati per le sue forme di formaggio. Il tam-tam si propaga e il problema del caseificio, grazie alla fiducia dei clienti, è risolto.

Come sempre, alla fine, sono le persone che si stimano e si rispettano (fornitori o clienti) a fare la differenza.

Avete la certezza che i vostri clienti vi aiuterebbero a superare un momento di difficoltà?

martedì 21 aprile 2009

Abbey Programme® e il tempo che passa

Il tempo che passa è sempre percepito come un problema: sempre più manager mi confessano prima di un corso che è sempre difficile trovare del tempo per la formazione. Risultato? Nessun cambiamento.

Sono appena rientrato dall'Abbazia di Praglia dove sono stato un giorno e mezzo con il responsabile della formazione di una grossa azienda interessato a una serie di Abbey Programme®.

Al termine di questa esperienza mi ha detto che ha avuto l'impressione di essere stato lontano dall’ufficio molto di più dell’effettiva giornata e mezza. E, con sua sorpresa, è comunque riuscito a gestire tutta la mole di lavoro nei momenti lasciati liberi a questo scopo.

Quando ci si stacca veramente da tutto e si riacquista uno spazio per se stessi si riescono a distinguere le cose in modo più razionale e quindi ad essere operativi senza perdite di tempo. La Regola ce lo insegna da 1500 anni e già dopo poche ore di Abbey Programme® è possibile percepire questo effetto.

Per cambiare veramente bisogna sapersi fermare e nel tempo che passa vivere il cambiamento prima per noi stessi, poi per gli altri.

domenica 19 aprile 2009

La formazione esperienziale di Robinson Crusoe

Ho appena letto un interessante articolo tratto dal Financial Times
dove si parla di alcuni libri pubblicati di recente che raccontano l’esperienza della solitudine e del silenzio così com’è stata vissuta in prima persona dagli autori.

L’esperimento ha radici lontane: Robinson Crusoe, naufrago sull’isola è forse uno degli esempi più conosciuti. Nella costrizione del silenzio dell’isola, Robinson, una volta ritrovato se stesso, si organizza e ricostruisce con i mezzi a sua disposizione un’intera vita.

Che dire? Il silenzio aguzza l’ingegno, dona saggezza e ci fa sentire bene con noi stessi? Penso di sì.
Con Abbey Programme® ho potuto notare che il silenzio “penetra” nei partecipanti con l’avanzare del corso facendoli sentire sempre più a loro agio. Del resto viviamo nella società del “pieno” (iperattività, relazioni sociali e di lavoro, suoni, stimoli continui) per cui abituarsi ai “vuoti” (silenzio, introspezione) è un esercizio difficile, per alcuni impossibile.
All’inizio del corso sono costretto ad imporre il silenzio, spesso lo devo richiamare, ma via via che il tempo passa le persone imparano prima a parlare sottovoce, poi a parlare solo nei momenti strettamente necessari.

La fase 3 di Abbey Programme® è tutta impostata su silenzio, riflessione e autoanalisi: l’epilogo insomma di una formazione esperienziale che deve aiutare le persone a trovare la loro via, le loro soluzioni pratiche per la vita di tutti i giorni. E sempre avviene che, come Robinson, anche i miei partecipanti, alla fine, imparano a non sentirsi così soli sull’isola deserta, ma al centro di un mondo intero.
E voi come vivete il silenzio?

giovedì 16 aprile 2009

giovedì 9 aprile 2009

Pensiero del fine settimana

"Abbiamo sempre da mettere in conto che la vita ci toglie illusioni, che contrasta le nostre fantasie di una esistenza ben riuscita e ci confronta con aspetti che credevamo da lungo tempo elaborati e risolti. Perciò ora cerco di vivere nell'istante presente, di essere riconoscente per tutto quello che in me e con me è accaduto, e cerco di essere sempre aperto alla sfida che il tempo presente mi pone".
(Anselm Grun)

Buona Pasqua

martedì 7 aprile 2009

formazione esperienziale: musica in cucina

Continuo i miei post su cucina e management ascoltando un esperimento molto interessante che si chiama “Musica da cucina

Così Fabio Bonelli descrive il suo progetto: “Sono tutte composizioni che partono da un paesaggio sonoro preciso e familiare, quello della cucina, appunto. Gli strumenti diventano cucchiai, ramaioli suonati con l'archetto, pentolini d'acqua amplificati al momento di ebollizione. Alcune voci, a volte la chitarra. Su un indie-folk-rock in bassa fedeltà si innestano suoni familiari ed evocativi quali l'acqua che scorre, il fischio del bollitore, il rumore delle posate sui piatti, il tintinnio dei bicchieri. Una strumentazione rock classica più un tavolo da cucina apparecchiato e con tutti gli utensili necessari”.

Del resto sarà successo anche a voi mentre ascoltate musica e preparate gli spaghetti o l’arrosto di lasciarvi prendere dal ritmo e usare il mestolo sul bordo della pentola; per questo trovo l’idea di Fabio molto originale.

Per fare musica insieme serve un team affiatato e ho preso spunto da “musica in cucina” per registrare i suoni prodotti dai partecipanti mentre preparano il menù durante il mio corso esperienziale “à la carte”. Già da questo è possibile capire quanto il team è “a ritmo”: provare per credere.

domenica 5 aprile 2009

Abbey Programme® a Praglia

Martedì scorso, 31 marzo, si è concluso il corso multiaziendale Abbey Programme® di primavera. Nell’entusiasmo che ancora mi dimostrano i partecipanti con le loro telefonate, gli amici del blog possono scaricare qui le loro prime impressioni.
Grazie a tutti, vi aspetto alla prossima edizione.

giovedì 2 aprile 2009

Pensiero del fine settimana

"Riconoscere l'ombra, lo definisco come un lavoro da apprendista, una prova, mentre andare d'accordo con la propria anima è per me un capolavoro, che non molti riescono ad ottenere". (Anselm Grun)