domenica 27 febbraio 2011

Grandi fedi e tensioni nel mondo contemporaneo

Lo scorso 11 febbraio si è tenuta a Milano un’ interessante conferenza organizzata da “Il Sole 24 ore” dal titolo “Grandi fedi e tensioni nel mondo contemporaneo. Le buone pratiche per la convivenza civile”.

Rappresentanti autorevoli delle più grandi religioni monoteiste hanno discusso su come sia possibile trovare una centralità di dialogo e di intenti. Sapete quanto creda nel dialogo e nell’interculturalità.

A questa conferenza ero presente con Noura Amzil con la quale sto preparando diverse iniziative proprio incentrare sul tema della “traduzione delle culture per vivere meglio insieme”. Non mancherò di coinvolgervi segnalando gli appuntamenti.


venerdì 25 febbraio 2011

Pensiero del fine settimana

"Ci sono due modi di vivere la vita. 
Uno è pensare che niente è un miracolo. 
L'altro è pensare che ogni cosa è un miracolo".

martedì 22 febbraio 2011

Crisi personale? Parti dal rancore

Il rancore è qualcosa di profondo che ci nasce dentro e che spesso cresce avviluppandoci l’anima. A quel punto non riusciamo più a distinguere le cose e anche le nostre reazioni non sono più coerenti mettendo in crisi la nostra vita personale, ed anche il nostro lavoro.

Ne parlo su Brainfactor in un articolo dal titolo “Non porto rancore. O si?”

domenica 20 febbraio 2011

Voglia di svolta

Mai come ora ho sentito nelle mie sessioni di counseling tante persone con “voglia di svolta”. 
Non parlo delle svolte decisive che portano miglioramento o realizzano passioni, ma svolte che sanno di “fuga”. 
Si tratta soprattutto di persone deluse dal loro lavoro, impegnate a rincorrere non più i loro sogni, ma una realtà e una concretezza molto diversa dagli ideali di partenza. La sfiducia serpeggia fomentando rancori e allontanando le persone dalla loro umanità più profonda, spersonalizzandole e riducendole a meri esecutori. 

La voglia di svolta non si attua cambiando totalmente vita o sognando lidi lontani, ma cercando il cambiamento prima di tutto in noi stessi, ricercando valori più profondi che sappiano nutrirci ogni giorno di speranze e di voglia di fare. 

I grandi della storia che hanno costruito qualcosa di veramente valido hanno sempre creduto in questo e non hanno abbandonato il campo sperando in un raccolto migliore lontano. 
Mio nonno è stato emigrante in Argentina, ma i suoi sogni erano qui, e per questo è tornato, ha fatto la guerra, si è sposato, ha avuto figli... 

Mai più di ora la frase di Gandhi ispiratrice del mio blog (e della mia vita) è veritiera: "Dobbiamo essere il cambiamento che vogliamo vedere" per noi stessi e per gli altri.

giovedì 17 febbraio 2011

martedì 15 febbraio 2011

La rana che finì cotta senza accorgersene e altre lezioni di vita

”Immaginate una pentola piena d’acqua e dentro una rana che nuota tranquillamente…”.

Non è la ricetta di paese, ma l’inizio del capitolo di un libro che, attraverso metafore e allegorie, ci illustra le situazioni quotidiane in cui il nostro animo si imbatte, si misura, soccombe o vince.

Leggendo questo libro , mi sono trovata a ripercorrere avvenimenti della mia vita, i così detti “momenti di scelta critica” che a nostro malgrado si presentano sulla via del cammino personale. Sono sette gli esempi di lezioni di vita riportati da Olivier Clerc, numero che richiama allegoricamente un elenco di soggetti che attraversano tutta la cultura umana: le meraviglie del mondo, i giorni della settimana, le virtù come i peccati capitali, le grandezze e le unità fondamentali in fisica, i cieli dell’antichità, i continenti, i colli di Roma, i colori dell’arcobaleno, le ossa del piede….

L’apertura della mente e delle emozioni nel momento in cui ci si rispecchia in una delle situazioni narrate rende consapevoli della forza, spesso inconsapevole, dell’animo umano nei momenti di difficoltà. Insomma, una bellissima sensazione! Una spinta alla sperimentazione di sé. Lo consiglio vivamente…….. parola di “rana che saltò fuori due volte dalla pentola, appena in tempo..”

domenica 13 febbraio 2011

Le parole che ti ho detto: obiezione

Se in un precedente post ho parlato di obiettivo oggi vi parlo di obiezione. 

La radice è la stessa, ma la cosa interessante è che se da una parte l’obiettivo è qualcosa verso cui andiamo con un piano preciso, l’obiezione è qualcosa che nasce per contraddire o mettere discussione una determinata azione o pensiero. 

L’obiezione è quando in un percorso ci fermiamo e avendo delle perplessità le esprimiamo in modo più o meno diretto. 

Se pensiamo che il termine deriva dal latino “obicere”, gettare, scagliare contro, possiamo immaginare che quando obiettiamo qualcosa gettiamo le nostre idee contro chi non la pensa come noi: forse questo potrà aiutarci a pensare di più prima di parlare e di colpire chi ci sta di fronte.

martedì 8 febbraio 2011

Emozioni e organi

Sapevate che le nostre emozioni possono farci ammalare? 

Non sono io a dirlo, ma la medicina tradizionale cinese che ci insegna che al cuore è connessa la gioia, alla milza la riflessione, al polmone la tristezza, al rene la paura, al fegato la collera. 
Quando queste emozioni sono molto intense e durature danneggiano direttamente questi organi. 

Questo non significa che bisogna evitare di vivere le emozioni o bloccarle sul nascere, ma sapere che ogni condizione di stress o di “eccesso emotivo” che subiamo può provocare delle ripercussioni. 

Per questo è importante imparare a stabilire e ristabilire un assetto di calma nel nostro corpo e portare maggiore attenzione sia alle nostre energie che alle nostre emozioni, soprattutto quelle che producono un forte stato di stress. 

La medicina tradizionale cinese, a questo scopo, consiglia la meditazione come fonte di riequilibrio: la mente è uno strumento potente per il controllo dell’intensità delle emozioni. 

Allo stesso modo nel counseling sono previste tecniche di rilassamento specifiche che aiutano la persona ad affrontare in modo più appropriato gli eventi della vita e a giudicarli con maggiore distacco soprattutto quando sono negativi. 

Il vecchio proverbio “il troppo ridere va a finire in piangere” forse ha un suo perché, senza proibirci di gioire o patire quando la vita ce lo riserva.

domenica 6 febbraio 2011

Pagamenti in ritardo: adesso basta!

Il Parlamento europeo ha approvato lo scorso 20 ottobre la direttiva contro il ritardo dei pagamenti. Beppe Severgnini ne ha scritto nella sua rubrica Italians.
Il quadro è agghiacciante: in Italia la media dei pagamenti è di 186 giorni con punte di 800 giorni. Ecco perché un rapporto di lavoro può trasformarsi in un film dell’orrore.
Il problema è che questo “vizio” dilagante è sinonimo di grande scorrettezza verso chi ha svolto regolarmente la propria attività perchè se il pagamento non arriva le difficoltà possono diventare serie se non addirittura letali.
Molti amano il loro lavoro, ma questo non significa che debba essere fatto gratis perché credo che ognuno di noi lavori per guadagnare.
Non avrei mai pensato che dovesse essere scomodato il Parlamento europeo per qualcosa di infinitamente elementare: rispettare gli accordi e dare il dovuto entro i termini stabiliti.

martedì 1 febbraio 2011

Le parole che ti ho detto: obiettivo

Spesso in azienda si parla di obiettivo e di obiettivi. Con questi termini generalmente si intende un punto o dei punti da raggiungere, qualcosa da costruire che è ben definito, tangibile e misurabile.

Pochi sanno che è di derivazione militare e per obiettivo si intende lo scopo di un’azione, un particolare punto da abbattere con il fuoco o un luogo preciso in cui fare arrivare uomini e mezzi. In ogni caso è sempre una situazione da costruire, da programmare e pianificare con precisione. L’obiettivo è anche quella parte della macchina fotografica che ci serve per inquadrare e mettere a fuoco un determinato scenario o soggetto, ritagliandolo ed isolandolo dal quadro più generale. 

Lavorare per obiettivi significa fissare scadenze e verifiche, raggiungerle e ridefinirne altre più importanti e ambiziose. Certamente serve precisione, dedizione e saper distinguere quello che conta da quello che è solo cornice. Come sempre la differenza la fa l’essenzialità: più l’obiettivo è chiaro, mirato, perseguibile e calcolato più sarà raggiungibile in azienda come nella vita.